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 2019  luglio 27 Sabato calendario

Instagram, spariscono i like degli amici

Web
di Rosita Rijtano L’influencer e modella Giorgia Lucini, che conta 590 mila follower su Instagram, quando ha visto sparire i like sotto le foto degli amici è rimasta «scioccata». Scorreva gli scatti vacanzieri delle acque cristalline e dei tramonti sul mare, che di solito regalano il pieno di like, però la conta dei “Mi piace” rimaneva ferma a zero. Ma ci ha fatto presto l’abitudine: scomparso il numero dei cuoricini e scomparsa anche l’ansia da prestazione, per scoprire che oltre i like, c’è di più. Un cambiamento che in questi giorni sta sperimentando non solo Lucini, ma tutti gli utenti italiani della costola fotografica di Facebook coinvolti in un test della piattaforma nel nostro Paese. La modifica è tanto piccola quanto significativa: riusciamo ancora a vedere quanti apprezzamenti colleziona un nostro contenuto, ma non quello degli altri. Una modifica temporanea, al momento, ma che potrebbe diventare definitiva rivoluzionando il modo in cui postiamo sui social. Liberandoci dall’ossessione per i like, che diventerebbero così una questione privata, e spingendoci a concentrarci sul contenuto condiviso piuttosto che sulla sua popolarità. «Vogliamo che Instagram sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere se stessi», spiegano in un commento ufficiale i responsabili di Menlo Park. Un tentativo di rispondere a chi accusa il social di essere deleterio per la salute mentale, soprattuto dei più giovani. Nel 2017, per esempio, un sondaggio condotto su 1.500 ragazzi dalla Royal Society for Public Health, associazione britannica che si occupa di benessere, gli ha fatto guadagnare il titolo di piattaforma peggiore per la psiche. L’ha associata a un maggior rischio di ansia e depressione, nonché di problemi relativi alla percezione del proprio corpo. Studi che non possono essere considerati esaustivi, ma che hanno spinto il social a prendere contromisure per smacchiarsi la reputazione. Come la creazione del Wellbeing Team, dedicato a sviluppare strategie per migliorare la vita degli iscritti, e poi l’idea di oscurare i “Mi piace”, rendendoli invisibili a occhi indiscreti. Un’ipotesi che starebbe accarezzando pure Twitter. «Se tornassi indietro non penso che creerei nuovamente i like», ha detto il fondatore Jack Dorsey, facendo pubblica ammenda sul palco di una conferenza lo scorso aprile. Ma se sul social dell’uccellino al momento è tutto come prima, in casa Instagram la sperimentazione è partita lo scorso maggio in Canada, e visti i riscontri positivi si è estesa ad altri sei Paesi, tra cui l’Italia, dove «l’adozione della piattaforma sta tutt’ora vedendo una crescita importante», dicono dal quartie generale. Non ci sono dati ufficiali, ma stando alle stime del 2018 dell’Osservatorio Social Media di Vincenzo Cosenza nel nostro Paese si contano 19 milioni utenti attivi ogni mese, con l’età media che si aggira tra i 19 e i 24 anni. Una cifra che sembra abbia registrato un incremento del 36% rispetto al 2017, quando il numero dei fan si fermava a 14 milioni. Abbastanza per far considerare l’Italia un tester chiave: sarà propr io valutando i risultati della prova in corso anche da noi che il colosso hi-tech deciderà se estendere la sperimentazione altrove. La novità è stata annunciata lo scorso 17 luglio e finora nessuno ha gridato allo scandalo. Gli utenti non hanno presentato particolari rimostranze, così come non sembrano lamentarsene gli influencer che sui like hanno costruito il loro impero. Il motivo lo spiega Matteo Pogliani, fondatore dell’Osservatorio nazionale italiano di influencer marketing: «L’eventuale cambiamento potrebbe spingere il settore a valutare parametri più qualitativi, come il numero dei commenti, ed eliminare un annoso problema: i profili che comprano falsi follower e like per sembrare più popolari. Un mercato fino ad ora florido che potrebbe presto finire». Con un pollice in giù.