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 2019  luglio 27 Sabato calendario

Un McDonald’s nel Foro romano

Roma
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ROMA – Un sito patrimonio Unesco. Un luogo dove tutto è soggetto a vincolo, dal colore dei palazzi agli spartitraffico. Sul caso del McDonald’s che verrà, nel capannone e nei terreni di uno storico vivaio a ridosso delle Terme di Caracalla di Roma, la teoria, così come la burocrazia, è stata tanta, spalmata su 4 anni. Tanto ci è voluto per i proprietari del terreno privato per ottenere i permessi (tutti positivi) dagli organi preposti alla tutela. Eppure nella pratica qualcosa è andato storto. In una delle poche aree verdi e vergini nel cuore del centro storico della Capitale – scampata all’invasione di ristoranti-bar-pizzerie-kebab, negozi di paccottiglia cinese “made in Italy”, immondizia e ambulanti di ogni genere – sorgerà un enorme McDonald’s di 800mq, con tanto di McDrive e tavolini (250 posti a sedere, per la precisione). Il marchio Mc segnerà in tutto 10mila mq di spazio, tra parcheggi, un parco giochi e naturalmente tante strade interne per gestire il traffico di auto generato dal ristorante. Le ruspe sono già all’opera: l’apertura, assicurano gli uffici del gigante del fast food, «sarà entro l’anno». Un Mc con vista sulle antiche Mura Aureliane, edificate nel 270 d.C.,che ancora oggi cingono la parte più antica e pregiata di Roma. A due passi dalle Terme di Caracalla, uno dei siti archeologici più importanti, che ogni estate ospita la stagione estiva del Teatro dell’Opera. BigMac e Traviata, Coca Cola e Roberto Bolle and Friends. Un grande paradosso di cui apparentemente nessuno è stato informato. I primi ad accorgersi del cantiere sono stati alcuni residenti: hanno informato il consigliere del Municipio I Stefano Marin, che ha convocato una commissione Ambiente e Lavori pubblici nella quale è comparso per la prima volta il progetto esecutivo firmato McDonald’s Development Italy. Alla notizia, rivelata poi da Repubblica tre giorni fa, mezzo mondo politico si è scosso. Pd e M5S (quasi) uniti contro «lo scempio». La sindaca Virginia Raggi ha dichiarato di «essere all’oscuro di tutto» e ha chiesto l’immediata sospensione dei lavori. I deputati del Pd Michele Anzaldi e Luciano Nobili hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli; il gotha della cultura ha già redatto un appello chiedendo spiegazioni. «McDonald’s conquista altri luoghi fondamentali della Grande Bellezza – si legge sull’appello che porta, tra i tanti, la firma di Italia Nostra – omologandola tutta quanta al livello di un fast food turistico di massa». Forse, se il progetto non fosse stato battezzato “Motus in hortis” (giardino in movimento), qualcuno si sarebbe accorto del pasticciaccio. Anche se, dalle carte in possesso di Repubblica, in nessuna delle autorizzazioni firmate da Soprintendenza di stato e Capitolina (preposte alla tutela archeologica), uffici della Regione (tutela paesaggistica) e del Comune, compare un accenno a McDonald’s. Ma nemmeno a un bistrot o a un bar. Si parla solo di «operazione di riqualificazione e risanamento ambientale» e si accenna a un «cambio di funzione da commerciale a servizi», riferendosi alla «sostituzione della canna fumaria e della copertura in eternit». Sono stati fatti, a partire dal 2016, sondaggi archeologici: l’area sotto il capannone non presenta alcuna traccia di antichità. Resta però il nodo di come una serie di lesti e silenziosi colpi di penna abbiano potuto cancellare qualsiasi forma di tutela. «È semplice, il patrimonio Unesco è un bollino, non c’è un piano del Comune, né dello Stato, che tuteli il centro di Roma», spiega Rita Paris, ex direttrice del Parco dell’Appia Antica. A Roma i vincoli ci sono, ma in pratica si fanno e si disfano a piacimento. Il ristorante dovrebbe aprire in un’area patrimonio Unesco a due passi da uno dei siti archeologici più importanti della città Il rendering Il progetto di come dovrebbe essere il futuro McDonald’s in centro a Roma: l’area occupata totale è di 10mila metri quadrati Il vivaio sbarrato Sul cancello l’annuncio dei lavori di riqualificazione