la Repubblica, 27 luglio 2019
Il Louvre sposta la Gioconda
Cultura Arte
PARIGI – «Avanzare in questa direzione, avanzare». Il custode del Louvre è nervoso, guarda i visitatori con aria minacciosa. «Una sola foto, per favore, avanti». Dopo quasi novanta minuti di attesa, un percorso a ostacoli cominciato sotto alla Piramide di Ieoh Ming Pei, qualcuno si ribella. «Siamo venuti dall’Australia per vederla, non potete darci un po’ più di tempo?». Impossibile. Qualche secondo, e via. «Siamo costretti ad agevolare il flusso», risponde un altro custode in camicia bianca, collegato tramite auricolare agli addetti delle scale mobili che bloccano i turisti per mandarli a ondate verso l’agognato secondo piano dell’ala Richelieu. Un serpentone di persone cammina a passo lento, incanalato nel circuito di paletti e nastri, come quelli che ci sono ai controlli di sicurezza degli aeroporti. Per arrivare a vedere la Gioconda bisogna armarsi di molta pazienza. Da quando il capolavoro di Leonardo da Vinci ha traslocato dalla sua collocazione abituale il Louvre non trova pace. Lo spostamento è avvenuto dieci giorni fa un po’ a sorpresa. Il museo aveva cominciato i lavori di rinnovamento nella Salle des Etats pensando di mantenere al suo posto Monna Lisa. Dopo qualche settimana, con le impalcature a ostruire il passaggio, i custodi sono insorti. La situazione era diventata ingestibile. E così la Gioconda è stata trasferita a poche centinaia di metri, nell’ala più isolata del Louvre, fino alla fine del cantiere prevista a ottobre. Risultato: la confusione è aumentata. Tanto che il Louvre è costretto a organizzare una sorta di numero chiuso. I visitatori sono invitati a comprare i biglietti online, superata una certa soglia ci sono giornate in cui non è più possibile entrare nel museo più grande del mondo che, senza fare un torto alla Gioconda, avrebbe centinaia di altri magnifici capolavori da scoprire. «Siamo nell’improvvisazione più totale», commenta lo storico dell’arte Didier Reykner, il primo a denunciare quello che chiama “JocondeGate”. Reykner ha pubblicato sulla rivista che dirige, La Tribune de l’Art, foto e racconto dell’incredibile baraonda che si è creata. I suoi articoli hanno provocato qualche miglioramento, almeno dal punto di vista della segnaletica. All’ingresso del museo ora un pannello con il ritratto della Gioconda avverte: 45 minuti per arrivare al traguardo. Ieri ce ne volevano almeno il doppio se si sommano l’attesa ai controlli di sicurezza e le “fermate” davanti alle varie scale mobili. Al secondo piano, ormai vicini alla meta, un altro cartello: «Ognuno ha voglia di incontrare la Gioconda, per favore aiutate la visita restando per un breve momento». Nella Galleria Medici, dove fino a qualche giorno fa si veniva per vedere i dipinti di Rubens, si sentono grida meno cordiali. «This Way!», urla un custode in giacca e cravatta. «No flash! No stick!». La Gioconda è stata sistemata sul lato destro, al centro della sala, in un nuovo scrigno “extra bianco” come recita un comunicato. «È più bella così», osservano Annie e Marc, una coppia venuta da Bordeaux che l’aveva già vista qualche anno fa. Molti turisti non hanno perso il sorriso, non si formalizzano nel clima da sagra, con gli appelli martellanti a circolare. «È sempre stato difficile con la Gioconda», sospira uno dei custodi, il più simpatico. Accetta di fare una foto a una signora giapponese. Poi deve scattare per fermare un americano che ha tentato di superare la barriera di protezione. La Gioconda- mania scandalizza i cultori dell’arte, ma tant’è. Il museo ha persino creato dei “punti selfie”, nei quali il dipinto è riprodotto a grandezza naturale. Monna Lisa, croce e delizia del Louvre. In tempi normali oltre ventimila persone al giorno vengono per ammirare il suo sorriso enigmatico. L’opera contribuisce al successo del museo parigino che macina record, oltre 10,2 milioni di visitatori l’anno scorso. E qualcuno comincia a domandarsi se c’è un limite a questa follia. L’affluenza è ancora aumentata come riconosce la direzione del museo che si difende ricordando il periodo estivo, la chiusura di Notre-Dame che dirotta molti turisti e il cinquecentenario della morte di Leonardo. Il Louvre si prepara a celebrare il genio rinascimentale con una grande mostra prevista in ottobre. La Gioconda non farà parte della mostra. Monna Lisa tornerà nella sua “casa”, al primo piano dell’aile Denon, davanti a Le Nozze di Cana. Il grande dipinto del Veronese è insolitamente tranquillo e solitario. È il momento giusto per andarlo a contemplare.