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 2019  luglio 27 Sabato calendario

La droga a Roma

Droga
Roma
ROMA – Una storiaccia di droga. Alla fine dietro le otto coltellate inferte sul corpo e sul cuore di Mario Cerciello Rega, è scritto l’epilogo dell’ennesimo affare andato storto, cronaca di una notte di ordinaria follia nel grande supermercato dello spaccio chiamato Roma. I due ragazzi americani avrebbero aggredito il vicebrigadiere dei carabinieri dopo una notte vissuta tra Trastevere e Prati. Fin dall’inizio la testimonianza del collega di Rega indicava un ragazzo con i capelli biondi e un altro con un tatuaggio al braccio, identikit che combaciava con i due trovati dai carabinieri nell’hotel di lusso a due passi dal luogo del delitto. Ed eccoli lì, nelle foto apparse ieri, uno con la camicia a righe, i capelli biondi e lo sguardo fisso. L’altro, capelli neri, rasati, un’espressione persa e smalto nero sulle unghie. Un’altra storia che si consuma nella capitale e lega lo sballo alla violenza. Come quella di Beau Solomon, il 19enne studente della John Cabot, l’università americana con sede a Trastevere, che il 30 giugno del 2016 fu trovato morto nelle acque del Tevere. Pochi giorni fa Massimo Galioto, l’uomo accusato di averlo ucciso, è stato assolto sollevando un enorme punto interrogativo sulla morte del ragazzo. Ieri lo stesso Galioto è stato arrestato per spaccio di droga. E così, come anche per la vicenda di Desirée Mariottini, la ragazza uccisa nell’ottobre scorso con un cocktail di droghe e psicofarmaci in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo, la capitale è costretta a prendere atto che alcuni pezzi di città sono allo sbando e che la crociata contro l’illegalità promessa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in occasione della morte della giovane Desirée non è mai iniziata. Non solo Tor Bella Monaca e San Basilio, avamposti militarizzati del traffico di stupefacenti, o ancora Ostia, Primavalle, Cinecittà, Borgata Finocchio, ma soprattutto zone centrali. San Lorenzo e Campo de’ Fiori, quindi, Trastevere ed Eur, Pigneto e Talenti. È un mercato alternativo, ma ugualmente ricco, dove i pusher galleggiano dentro e fuori i locali notturni, intercettando romani, ma anche tantissimi turisti. Nella città delle piazze, ce ne sono 23 dedicate allo spaccio, e ognuna di esse è in grado di alimentare un giro d’affari giornaliero di 5mila euro. La torta è grande e offre da mangiare a tutti, al punto da rischiare un arresto, soprattutto per i pusher, reclutati sempre più spesso nell’esercito dei tossici. Ogni giorno le forze dell’ordine fermano circa 10 persone legate allo spaccio e a loro si aggiungono le operazioni contro il narcotraffico. È una battaglia che non conosce soste. Il 9 maggio scorso i carabinieri hanno arrestato 22 persone, membri del clan dei Casamonica, per traffico di droga. Il 21 maggio gli uomini della Guardia di finanza hanno eseguito 18 misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di criminali romani che gestivano la piazza di Montespaccato, forti dei legami stretti con ’ndrangheta e Sacra corona unita. Tre giorni fa di nuovo i carabinieri hanno fermato un nigeriano presso la stazion e Tiburtina che nascondeva nel doppio fondo dell’auto 25 chili di marijuana. Il supermarket lavora 24 ore su 24, soprattutto nelle aree centrali come Trastevere, dove è nata la storia che ha portato all’assassinio del carabiniere. Sono le notti infinite della movida romana, che corrono su piste di cocaina, accorciando distanze sociali e culturali. Occasioni per nuovi esperimenti criminali, come quello di San Lorenzo, dove la brigata dei pusher stranieri diventa manovalanza per i clan autoctoni, italiani capaci di controllare il territorio e abbastanza furbi da capire che uno stabile abbandonato dove è possibile assumere qualunque cosa senza essere disturbati equivale a un biglietto vincente della lotteria.