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 2019  luglio 27 Sabato calendario

La moglie Angela sta scrivendo un libro su Tiziano Terzani

Il titolo non c’è ancora, il sottotitolo sì: «La mia vita con Tiziano Terzani». Non è stata breve, ma 47 anni sembrano essere volati via troppo in fretta ad Angela Staude, sua moglie, che in questo tempo non ha mai smesso di occuparsi di lui e dei suoi ricordi. Con costanza e determinazione, ne mantiene viva la memoria – semmai ce ne fosse bisogno – attraverso il Premio Terzani e il festival che ogni anno, a maggio, gli è dedicato a Udine, Vicino/Lontano.
Domani saranno 15 anni da quella fine che lui considerava il suo inizio e Angela Terzani sta lavorando finalmente alla propria autobiografia: «È proprio la mia vita – vorrebbe convincersi – perché già altri hanno raccontato la sua. In Diverso da tutti e da nessuno (Tea, 2017, ndr) amici e colleghi hanno rievocato tanti episodi. Molti giornalisti stranieri che lo hanno incontrato sul campo, come si usa dire, possono spiegare meglio di me il suo pensiero». Sicura?
Sicura di non essere stata lei, che per quasi mezzo secolo lo ha seguito in capo al mondo, da New York a Singapore, da Pechino a Tokyo, a Bangkok, a Hong Kong, a New Delhi, il pensiero più frequente e immutabile di Tiziano Terzani? «La sua vita completa – ammette – la so soltanto io. Neanche i suoi figli la conoscono tutta, perché all’inizio erano troppo piccoli».
Sicura che si possa raccontare la vita di Angela senza raccontare contemporaneamente quella di Tiziano Terzani? «Certamente no. Siamo stati sempre insieme da quando avevamo finito il liceo. Avevamo diciott’anni quando ci siamo conosciuti. Poi Tiziano ha vinto il concorso per la Normale di Pisa e io sono andata all’università a Monaco di Baviera per studiare da interprete. Ma non abbiamo mai interrotto i contatti. Mi è stato anche offerto un posto di lavoro alle Nazioni Unite e lui mi ha detto: non pensarci nemmeno, torna a Firenze e poi partiamo insieme».
Sicura che non fosse un’idea un po’ velleitaria, quando ancora i giornali non lo pagavano per viaggiare? «Ma aveva un destino, e lo si capiva. Aveva un progetto di vita affascinante e gli piaceva il fatto che io non avessi aspettative».
Quando lo afferma in pubblico, c’è spesso qualcuno in sala che le fa notare quanto poco fosse emancipata: «Sì, ho ricevuto molte critiche dalle femministe. Una signora un giorno alzò la mano e disse: io non avrei mai fatto altrettanto per mio marito. E io, cattiva: forse neanch’io l’avrei fatto per il suo», ride. «La mia vita mi è piaciuta enormemente e non mi sento una vittima. Non ero una fanatica di guerre e i giornalisti parlavano solo di Vietnam in quegli anni ma viaggiando con Tiziano avevo molto altro cui appassionarmi: le religioni, le superstizioni, l’esistenza delle famiglie comuniste in Cina. Che delusione fu per il dopo Mao! Tiziano cercò di ripiegare sulla Cina tradizionalista ma intere città antiche venivano distrutte per far posto a una selva di grattacieli».
Fu cacciato da Deng Xiaoping. «Come uomo davvero di sinistra e convinto marxista, Tiziano non poteva tacere sul fallimento del comunismo. Per lui era stata una botta. I suoi reportage critici non piacquero a quel regime sulla via del capitalismo. Fu espulso perché si era impegnato per quel Paese e perché non era lì per rendersi simpatico. Ma fu una ferita».
Quindi sarà inevitabilmente un’autobiografia di coppia, il prossimo libro di Angela Staude per i tanti lettori cui Tiziano Terzani manca dal 28 luglio 2004. «Farò come Bruno Ganz. Quando venne a girare qui, a Orsigna, la gente chiedeva: che c’entra con Tiziano?, non gli assomiglia per niente. Ma, da grande attore, prese il suo ruolo molto sul serio. Non ci fece domande su Tiziano. Era timido ma quando l’accompagnai agli Uffizi a vedere l’Annunciazione di Leonardo, cadde in ginocchio nell’esatta posa dell’angelo davanti a Maria. Nessuno lo riconobbe e tutti lo presero per matto. Nel film ha interpretato Tiziano senza diventarlo. Vorrà dire che scrivendo il libro seguirò il suo esempio».
E, oggi, Terzani di che cosa si occuperebbe? «Dell’Europa, credo. E di Greta Thunberg. L’avrebbe adorata».