Corriere della Sera, 27 luglio 2019
Accordo Tim-Vodafone sulle torri per il 5G
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Roma Da una parte le torri di Tim, dall’altra quelle di Vodafone. In tutto 22.118 torri per la più grande TowerCo d’Italia, la seconda d’Europa. Per sviluppare un 5G che raggiunga anche le aree geografiche d’Italia più remote, per «offrire alle famiglie e alle imprese un accesso privilegiato alla rivoluzione tecnologica appena iniziata».
L’unione fa la forza. Potrebbe essere questo il sottotitolo dell’accordo siglato tra Tim e Vodafone presentato ieri a Roma che vede le due società dalla stessa parte a condividere infrastrutture e obiettivi per avere, come spiega l’ad di Tim Luigi Gubitosi, «il best of per i consumatori che avranno il meglio di tutti e due perché sceglieremo le torri meglio piazzate dell’uno e dell’altro».
Dieci regioni a testa: «Ci siamo divise le aree di competenza andremo molto più veloci», sorride l’ad Tim. E Aldo Bisio, ad di Vodafone Italia, aggiunge: «Sarà una specie di roaming intra-nazionale in cui condivideremo antenne ed elettronica che serve a convogliare i flussi tra antenne e cellulare», ma, sottolinea, «per i consumatori non cambia nulla dal punto di vista del segnale: abbiamo entrambi 80mhz con l’asta 5G, ognuno tiene il proprio spettro». Ciò che cambierà, in realtà, è la possibilità di accelerare lo sviluppo del 5G e portarlo ovunque, soprattutto nei piccoli centri e al sud. Lo dice Gubitosi: «Il 5G è una tecnologia bellissima, perché permette di raggiungere in maniera economica zone che non sarebbe facile raggiungere con la fibra, il 5G è molto superiore per potenzialità». L’alleanza, annunciata lo scorso febbraio, diventerà operativa nel 2020 ed è incorporata da Inwit, società finora controllata al 60% da Tim che ora acquisterà anche le torri di Vodafone per un totale di 22.118 infrastrutture. Il costo per Tim è di 2,14 miliardi di euro in contanti grazie ad un finanziamento, spiega Gubitosi, «già totalmente committed». Vodafone, utilizzerà i proventi dell’operazione per ridurre il debito.
Nella nuova Inwit, sia Tim che Vodafone avranno una partecipazione paritetica del 37,5% e controlleranno insieme la società, ma manterranno la gestione separata di tutto ciò che riguarda il servizio offerto ai rispettivi clienti.
Ognuna delle due società prevede 800 milioni di euro di sinergie in 10 anni. Ma Tim e Vodafone condivideranno anche gli apparati attivi delle rispettive reti 4G esistenti ed estenderanno l’accordo di condivisione delle infrastrutture passive di rete dagli attuali 10mila siti ad una copertura su base nazionale, sempre per rafforzare il 5G.
«L’operazione ha un grande senso industriale – dice Bisio – perché condividere le strutture attive e passive vuol dire risparmiare sui rentals, liberare mille torri e risparmiare sugli investimenti che altrimenti avremmo dovuto fare da soli». E la Borsa ieri ha approvato: Tim ha guadagnato il 4,05%, Inwit ha chiuso a +3,81%.