Corriere della Sera, 27 luglio 2019
La Wilson vuole cantare l’Aida da bianca
Musica lirica e classica
È una pratica che, negli Usa, tocca corde sensibilissime. E rimanda al primo Ottocento, quando c’era ancora la schiavitù e nei teatri impazzavano i «minstrel show», spettacoli in cui attori – bianchissimi – cantavano la vita «spensierata«nelle piantagioni di cotone, dipingendole come un’utopica Arcadia. Con tanto di faccia pitturata di nero per entrare nella parte. Una summa di stereotipi razzisti che nessun americano, oggi, accetterebbe. La chiamano blackface, faccia nera. Nell’Aida in scena all’Arena di Verona, la cui ultima replica sarà domani, il trucco è integrale: non ci sono caratteristiche anatomiche enfatizzate (i minstrel si «ingrossavano» le labbra) e mira di più al realismo: l’Aida di Verdi, come previsto dal libretto, è una principessa nubiana, scura di pelle.
Per nessuno, finora, era stata un problema. Finché il soprano americano Tamara Wilson non si è sfogata su Instagram. Dopo due esibizioni, gradite dal pubblico ha deciso di dire basta: «Non voglio essere un ingranaggio nella ruota del razzismo istituzionalizzato».
Da qui il gran rifiuto: «Non mi farò più truccare e non mi vestirò con il costume che, finora, hanno fatto indossare a tutti». Abbastanza per scatenare il putiferio. Anche perché l’Aida, opera–simbolo del festival veronese, in programma domani non è una replica qualsiasi, bensì la prima della serie (fino al 4 agosto) per festeggiare i cinquant’anni di carriera in Arena di Placido Domingo, tenore e conduttore d’orchestra, che sarà sul podio a dirigere. Un caso, dunque, che alla Fondazione Arena, diretta da un’ex collega di Wilson, il soprano Cecilia Gasdia, non va proprio giù. La sovrintendente non ha voluto intervenire sul tema, ma ha fatto trapelare una presa di posizione durissima: i sostituti per le opere liriche non mancano e se Wilson rifiuterà il trucco c’è già qualcuno pronto a prendere il posto. Le ultime parole che arrivano dai vertici della Fondazione lirica suonano definitive: «Tamara Wilson si esibirà domenica (domani, ndr) come ha sempre fatto». Un aut-aut che, nella serata di ieri, ha portato a una soluzione. Anche gli agenti italiani di Wilson confermano che canterà ma con «make-up alleggerito», ringraziando l’Arena per il compromesso.
Wilson si è detta conscia che l’allestimento dell’Aida (a firma del regista Gianfranco De Bosio) è un remake di quella storica di Ettore Fagiuoli che, nel 1913, inaugurò il festival areniano. Altra epoca e altra sensibilità. Tuttavia, precisa il soprano, «negli ultimi due anni ho avuto altri tre contratti nel ruolo dell’Aida e nessuna di questa prevedeva la blackface». «Sono stata ingenua – ha spiegato sempre Wilson – a pensare che non mi avrebbero truccato».