il Fatto Quotidiano, 26 luglio 2019
Il campione di poker testimonial anti-ludopatia
Dario Sammartino! chi sarà mai costui? I media lo hanno ignorato come un sol uomo; eppure questo signore napoletano di 32 anni sarebbe il testimonial ideale contro la ludopatia. Sammaritino si è appena classificato secondo all’evento principale delle World Series of Poker, ovvero i campionati del mondo di un gioco giustamente assimilato agli sport. Nella versione Texas hold’em, il poker è in effetti un gioco di abilità: l’abilità di gestire l’alea, quindi la miglior scuola di vita possibile (più degli scacchi, che simulano un mondo dominato solo dal pensiero).
Sammartino è un brillante pokerista professionista (14 milioni di dollari vinti in carriera), mentre non esistono né mai esisteranno professionisti della roulette o delle slot machine. Eppure, viviamo in un paese in cui le slot sono ovunque; un paese dove le tabaccherie possono trasformarsi in bische; un paese dove con una carta di credito un minore può diventare l’erede di Marco Baldini. Dove l’apertura dei casinò reali è vietata, ma quelli online prosperano, insieme alla dipendenza di cui son ideali portatori. Quel Paese dove sull’azzardo si azzarda di tutto, facendolo diventare il primo business della criminalità organizzata, si chiama Italia. Dario Sammartino sarebbe il testimone ideale contro la ludopatia, perché questa si combatte distinguendo lo skill game dal puro azzardo legalizzato, proibendo il gioco compulsivo e proteggendo il gioco sportivo. Ammesso che la si voglia combattere davvero.