Corriere della Sera, 26 luglio 2019
Consigli da un istruttore di seduzione
Enrico Mele, in arte «Henry in attraction» e di mestiere istruttore di seduzione, quanto lavora quest’estate?
«Tantissimo. Ho un bootcamp di gruppo a Jesolo, uno a Barcellona, studenti da seguire individualmente, di persona e a distanza. Faccio consulenze via Skype e WhatsApp anche alle due di notte. Io e i miei due collaboratori, ad agosto, ci facciamo in quattro e non abbiamo limiti di orario».
Perché mai le persone si affidano a voi?
«Non per diventare dei playboy, ma per risolvere problemi. I miei studenti si fidanzano, si sposano, hanno figli. Un avvocato di 46 anni, soldi infiniti, estetica gradevole, è venuto perché le donne scappavano. L’ho seguito per tre mesi, ho capito che scappavano perché ostentava troppo. Lei diceva che amava il tennis e lui aveva i migliori biglietti per Wimbledon, lei amava il teatro e lui aveva i posti alla Scala: era come se volesse comprare i sentimenti. Alla fine, è sempre questione di autostima».
Chi sono i vostri clienti?
«Uomini e donne, timidi o che finiscono sempre respinti, età dai 18 in su senza limiti d’età: da un po’, seguo un oncologo di successo di 61 anni, che però non ha mai avuto una relazione vera, e un imprenditore di 46 molto ricco, ma che non ha mai una ragazza».
Il video di presentazione sul suo sito, però, ha per protagonista un giovane sottopagato che la fidanzata lascia con l’sms «sei uno sfigato, addio».
«Ci serviva un’immagine forte che ispirasse riscatto personale, la realtà è più variegata».
Con tante app di dating che bisogno c’è di prendere lezioni da lei?
«Perché le app sono una scappatoia che non risolve le tue paure. Anzi, le persone passano giornate a chattare, idealizzano l’altro e non si decidono a incontrarlo. Temono il faccia a faccia, il rifiuto, hanno paura di non sapere che cosa dire».
Come l’è venuto in mente di darsi a questa attività?
«A 18 anni, avevo ricevuto l’ennesima delusione d’amore e mi ero chiuso in casa, depresso. Un amico mi ha spinto a guardare dei siti di coach americani e ho capito che il problema era legato alla considerazione di me stesso: sono cresciuto in una famiglia tradizionalista, con limiti di mentalità, e ho frequentato costose scuole private pur non essendo ricco e sentendomi perciò sempre diverso e mettendomi da solo nel gruppetto degli emarginati. Da allora, ho studiato moltissime ricerche e testi universitari di antropologia, sociologia, psicologia…».
Primi risultati in amore?
«Ho capito che la donna non è una divinità ma un essere umano, per cui ho iniziato a essere me stesso senza più paura di come avrebbe reagito. Il risultato è che le donne hanno smesso di respingermi o deridermi. Ho cominciato a uscirci, a baciarle, a piacere e ad avere storie belle e profonde di condivisione reciproca».
Da qui a farne un lavoro?
«A vent’anni, studiavo Giurisprudenza e davo consigli di autostima e seduzione agli amici. Quando ho iniziato il praticantato, non mi è piaciuto: facevo lo schiavo e dovevo difendere persone che non lo meritavano. Da qui, la decisione. Nel 2016, ho fondato la mia azienda e vivo di questo. Da Torino, mi sono trasferito a Barcellona, ma viaggio sempre: raggiungo i clienti ovunque, per corsi intensivi di due, tre o sette giorni, con prove sul campo».
Come sono le prove sul campo?
«Prove di approccio per strada, in spiaggia, in discoteca».
E quali sono le frasi magiche per approcciare?
«Non esistono, se prima non hai imparato a confidare in te stesso. Dopo, una frase sempre buona è “ti ho vista e ho pensato che volevo conoscerti”. Se invece lei è con amici, devi coinvolgere anche loro. Per esempio, vai e chiedi “scusate ragazze, ma come fate a sopportare gli uomini?”».
E questa perché sarebbe una buona frase?
«Perché ne nasce sempre un confronto vivace, dove tu che hai lanciato il problema ti presenti anche come la soluzione».
Consigli per conquistare in vacanza?
«Proporsi per conoscere davvero qualcuno. E quindi ascoltare e divertirsi senza aspettative. E sapere che, se non sei prevenuto e non giudichi, ti si aprono mondi: provi a frequentare persone che non avresti mai immaginato e con cui sei terribilmente felice».