Corriere della Sera, 26 luglio 2019
Intervista a Domenico Scilipoti
Pronto, Domenico Scilipoti Isgrò?
«Sì, ho saputo che Salvini mi ha citato (ieri mattina a Radio anch’io, ndr) ma io a quell’ora ero con una delegazione del Burkina Faso a parlare giusto di migranti in due Comuni del messinese: Falcone e Furnari. E la mia pazienza è finita!».
Salvini ha trovato «strano» il discorso di Conte in Senato: «Come se ci fosse la necessità di cercare gli Scilipoti di turno per non andare a casa...». Ha detto proprio così, il vicepremier leghista.
«Sì, citandomi dunque come esempio negativo in riferimento a eventuali maggioranze parlamentari alternative, raccogliticce e composte da transfughi. Mi riservo di valutare le sue parole in sede legale. Intanto, però, l’invito a incontrarci in televisione».
Vuole un faccia a faccia?
«Sì, perché Salvini tiene sempre il rosario in mano, ma io sono il presidente di Unione cristiana in Italia e ambasciatore per la diffusione del Vangelo. E noi non possiamo lasciar morire la gente in mare. Non sono io l’opportunista! È lui, se mai, ad aver tradito il centrodestra con i 5 Stelle».
Lo «scilipotismo», però, finì nella Treccani dopo che lei, nel 2010, lasciò l’Idv votando la fiducia a Berlusconi.
«I poteri forti volevano sostituire Berlusconi con il banchiere Profumo . Mi opposi a quel disegno. Dopo anni posso dire che quello che ho fatto lo rifarei».
Magari con un nuovo Movimento dei Responsabili ?
«No, quello fu un periodo storico particolare, oggi la situazione è più tranquilla».
Che vuol dire?
«Non c’è la necessità di fare un’operazione soli contro tutti come quella del 2010».
E dunque cosa accadrà?
«Ma io non sono più in Senato, sono solo il primo dei non eletti di Forza Italia in Puglia. So le cose dai giornali!».
Conte ha smentito ogni trama, Di Maio e Salvini si sono incontrati. Insomma, nessun tradimento in vista?
«Ma che discorsi! Nessuno vuole tradire, ma se c’è una politica in atto non utile per il Paese, un parlamentare responsabile deve rispondere alla Nazione e non al Salvini di turno! Se dovessero continuare le incompatibilità con la Lega è chiaro che i 5 Stelle potrebbero anche avviare una riflessione, aprire un dialogo e trovare in Parlamento convergenze migliori per il Paese».
Un’alleanza col Pd?
«Le convergenze possono essere tante: se ti sei lacerato il vestito puoi fartene uno nuovo oppure vai dal sarto a farlo riparare. Così, si può andare al voto o può nascere una nuova maggioranza. L’importante è che torni il dibattito in Parlamento, oggi io non lo vedo».