Avvenire, 26 luglio 2019
Crescono i minori sfruttati per sesso o lavoro
Cresce, anche in Italia, lo sfruttamento dei minori. Le vittime di tratte a fini sessuali accertate nel 2018 sono 1.660, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente. E risultano 263 i bambini e gli adolescenti utilizzati illecitamente sui mercati del lavoro, soprattutto nel terziario (76%, in gran parte servizi di alloggio e ristorazione), ma anche nell’edilizia, nel manifatturiero e in agricoltura. Si registra inoltre un abbassamento dell’età degli sfruttati nelle attività lavorative, che arriva fino ai 12 anni. I dati sono quelli del rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2019”, pubblicato da Save The Children in vista della “Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani”, che si celebra il 30 luglio.
Ma si parla di fenomeni sommersi e nascosti che mutano forme e modalità in continuazione proprio per poter sfuggire ai controlli delle autorità o alle denunce di terzi, e dobbiamo pensare quindi che i numeri in realtà siano ancora più allarmanti, come conferma il progetto “Vie d’Uscita” realizzato dall’associazione, che l’anno passato in sole 5 regioni (Marche, Abruzzi, Veneto, Lazio e Sardegna) ha intercettato 2.210 vittime tra minori e neo-maggiorenni (+58% nel raffronto con il 2017): e in 9 casi su 10 gli operatori hanno rilevato uno sfruttamento sessuale. Sarebbero migliaia, quindi, in Italia, i soggetti minori di età sfruttati e assoggettati dagli adulti, di solito attraverso organizzazioni criminali internazionali: i trafficanti, violenti e senza scrupoli, reclutano quasi sempre nei loro Paesi le ragazze da avviare alla prostituzione, Nigeria e Albania soprattutto, anche se sulle strade italiane vengono costrette a vendere il proprio corpo giovanissime che arrivano anche da Romania, Bulgaria e Moldavia. «Lo sfruttamento sessuale di vittime così vulnerabili lascia nelle loro vite un segno indelebile con gravissime conseguenze – commenta Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save
the Children – e anche nel caso più fortunato di una fuoriuscita, sono diversi gli ostacoli che devono superare durante il percorso di inclusione e integrazione indispensabile per poter costruire un futuro dignitoso e autonomo». Nel rapporto sui piccoli schiavi l’associazione segnala anche che nel 2018 dal sistema di sfruttamento sessuale sono riusciti ad uscire 74 minori, presi in carico dai programmi di protezione istituzionale.
Sempre ieri sono stati diffusi anche i dati sulle persone scomparse in Italia dal 1° gennaio 1974 al 30 giugno 2019: sono circa 60mila, e i minorenni rappresentano la fetta maggiore, cioè 42.591, di cui circa 40mila stranieri. Lo ha riferito alla Camera dei deputati il commissario straordinario del governo, il prefetto Giuliana Perrotta. Nell’ultimo semestre le denunce hanno raggiunto quota 6.761, e anche in questo caso per la maggior parte si tratta di “under 18” (il 54%), più della metà dei quali sono di origine straniera. È un numero in controtendenza, questo, rispetto agli ultimi 45 anni ma uguamente preoccupante, visto che, in base alle esperienze passate, poco meno della metà degli scomparsi non vengono mai ritrovati. Che fine fanno questi bambini? Quasi tutti saranno venduti da bande organizzate su scala internazionale a coppie senza figli oppure finiranno nei traffici di organi, della prostituzione minorile e della pedofilia.