ItaliaOggi, 26 luglio 2019
Periscopio
Grazie ai tranquillanti, anche i numeri diventano più tranquilli. Dino Basili. Uffa news.«Allora, come passi il tempo?». «Correndo, andando in bici, nuotando, pescando, dipingendo, cucinando, leggendo, preoccupandomi della Borsa, andando a caccia di un’ottima bottiglia di cabernet che costi meno di dieci dollari. Sono moderatamente indaffarato». Michael Collins, terzo uomo sulla Luna. Dal suo profilo Instagram.
Dai miei colloqui con la direttrice di Rai1, Teresa De Santis, ho capito che vengo vista come una che deve essere messa da qualche parte, non come un cavallo su cui puntare. Antonella Clerici, presentatrice tv (Renato Franco). Corsera.
Considerando quello che è avvenuto dopo, oggi tendo ad essere indulgente con i miei errori. Almeno, e qui cito Paolo Conte, «era un mondo adulto e si sbagliava da professionisti». Massimo D’Alema (Vittorio Zincone). Sette.
Tobia Scarpa, figlio di Carlo, il grande architetto, mi ha detto: «Per fare un’opera il 3 per cento è talento, il 97 per cento è lavoro». Chiara Cesarin, direttrice dei Musei civici di Bassano del Grappa (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Il tasso di interesse sulle obbligazione statali francesi ha toccato un nuovo record al ribasso. Ciò vuol dire che gli investitori, che cercano ad ogni costo degli investimenti sicuri, sono disposti a perdere dei soldi prestando denaro alla Francia. Audrey Tonnellier. Le Monde.
Ci hanno accusato di tutto e poi scopriamo che le leggi «Salva banche» le fa il governo Conte nel silenzio interessato degli addetti ai lavori. Ecco perché la battaglia contro le fake news è innanzitutto una battaglia di educazione, di civiltà. Ai ragazzi va chiesto di studiare: se uno vale uno, non studia più nessuno. E in nome del reddito di cittadinanza si insegna la pigrizia anziché l’impegno. Matteo Renzi (Maria Teresa Meli). Corsera.
Quasi il 40% del campione intervistato da EumetraMR afferma che «Il Governo dovrebbe contrastare l’immigrazione in misura maggiore e più efficace». Quindi, in altre parole, intensificare (e non ridurre, come alcuni esponenti politici propongono) le scelte di freno rigoroso agli sbarchi. Lo dicono con maggiore frequenza gli uomini, le persone con basso titolo di studio e, come ci si poteva facilmente aspettare, gli elettori della Lega, ove questa convinzione raggiunge il 60%. Solo in parte meno convinti appaiono gli elettori di Forza Italia, tra i quali il 42% condivide l’opinione in questione. Seguiti dai votanti per il M5s ove il consenso raggiunge il 38%. Ovviamente ostili a questa presa di posizione sono invece gli elettori del Pd, ove essa convince solo il 14%. Renato Mannheimer, sondaggista. Il Giornale.
Il filosofo Tagliagambe vive da 45 anni in Sardegna. Lui che è nato a Legnano e ha studiato a Milano e a Mosca e ha insegnato a Pisa, dice di aver fatto una scelta di vita: «Mi sono innamorato di un’allieva e, dopo la laurea, ci siamo sposati. Anni sul continente poi la scelta dell’isola che non è solo un’isola ma un modo di sentire il mondo e la vita». Antonio Gnoli. la Repubblica.
In Europa non c’è nulla come la polarità tra italiani e tedeschi. Si dice che i primi ammirino i secondi, i secondi amino i primi, ma che per entrambi sia impossibile scambiarsi le parti in commedia. Ai tempi d’oro dell’ultimo cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder era famosa la Toskana-Fraktion dei ministri con villa nel Chianti. Ma quando ci fu da contrastare l’ascesa di Mario Draghi, l’onnipotente e onnipresente Bild Zeitung si chiese se fosse il caso di consegnare la cassa comune al rappresentante di un popolo «per cui l’inflazione sta alla vita come la salsa agli spaghetti». Francesco Priano. il venerdì.
Peggy Guggenheim non abita più qui. Ma il suo spirito, quarant’anni dopo la morte ( 23 dicembre 1979), soffia ancora tra le sale di Palazzo Venier dei Leoni, a Venezia, dove lei arrivò nel 1949. I duecento artisti della collezione sono appesi intatti alle pareti bianche. Come la testiera del letto firmata da Calder o il primo dripping di Jackson Pollock, appena restaurato. In giardino, la lapide con le ceneri di madame, accanto a quella dei 14 cagnolini, sembra vigilare sulle sculture. Qui, dove 400 mila visitatori arrivano ogni anno, ha ballato il Novecento: Truman Capote, Tennessee Williams, Gore Vidal, principi e poeti beat. Le loro firme sono sul libro degli ospiti. A fare gli onori di casa, dal 2017, c’è la nipote di Peggy, Karole Vail, prima direttrice della Guggenheim Collection, dopo i 37 anni di gestione di Philip Rylands, che trasformò la residenza della grande collezionista americana in un museo... Dario Pappallardo. la Repubblica.
Completato l’elenco delle attività giornaliere, Carlo Verdone terminò: «Alle 23 e 30 crollo. Posso fare tardi due sere di seguito. Non di più. Ci vuole rigore». «Sei fuori del nostro tempo» mi venne da dire. «Un’epoca orrenda, senza etica», confermò, «cerco di vedere i lati ridicoli e fragili della gente per i miei film». «Hai definito la famiglia patrimonio dell’umanità. Voti progressista ma sei oscurantista», ironizzai. «Tanti disastri sono dovuti ai divorzi. La coppia felice è una grazia di Dio», si accalorò. Carlo Verdone (Giancarlo Perna). La Verità.
Sono essenzialmente timido, vulnerabile, malinconico e infelice perché la vita è ingiusta. Lo è stata con mio padre, mia madre e i miei fratelli. E anche con me, dallo Stato non ho avuto altro che soprusi. Insomma la vita è piena di iniquità. Ferdinando Camon, scrittore (Luca Pavanel). Il Giornale.
La letteratura cattolica non esiste! Ma cosa vuol dire? Basta con questa storia della letteratura cattolica... Io considero più cattolico Ennio Flaiano (che ho conosciuto e che amo come autore) di Santucci o di Turoldo. Se un autore riesce a esprimere, o almeno ad avvicinarsi, alla Verità e alla Bellezza, è cattolico. Cesare Cavalleri, editore di Ares (Luigi Mascheroni). Il Giornale.
In tutti gli alberghi e in numerosi condomini di Israele ci sono degli ascensori per lo shabbat: non c’è bisogno di premere i pulsanti, dal tramonto del venerdi sera a quello del sabato, si fermano automaticamente a ogni piano. Per il timorato anche premere il pulsante il sabato è un lavoro e come tale è proibito. Nelle scuole talmudiche, le yeshivot, ai ragazzi è vietato lo smartphone: pericoloso lasciarli nelle mani dei ragazzi, nel web potrebbero incappare in immagini che «potrebbero procurare turbamenti». Il Venerdì.
Amare il prossimo è difficile. Più facile è amare la prossima. Francesco Salvi.
Le donne non hanno solo più marce di un uomo. Hanno anche più ruote di scorta. Roberto Gervaso. Il Messaggero.