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 2019  luglio 26 Venerdì calendario

Anche l’India punta sulla Luna

Nella corsa alla conquista della Luna è entrata in gara anche l’India, che lunedì scorso, dopo il fallimento di un primo lancio, annullato lo scorso 15 luglio, ha inviato con successo una sonda verso il nostro satellite.Il lancio è stato effettuato dalla base di Sriharikota, nel Sud del paese, alle 14,43 ora locale. Diciassette minuti più tardi, il modulo orbitante si è separato dal razzo come previsto. La sonda Chandrayaan-2 ruoterà attorno all’orbita terreste per 23 giorni, prima di puntare verso il polo Sud lunare. L’allunaggio è previsto per il prossimo 7 settembre.
«Oggi è una giornata storica», ha detto Kailasavadivoo Sivan, direttore dell’Indian Space Research Organization, l’agenzia spaziale indiana. Tuttavia «la missione non è terminata». Il difficile, infatti, deve ancora arrivare. Una volta separato dall’orbiter, il motore spaziale che trasporta il veicolo rover dovrà ridurre la propria velocità per 15 minuti fino all’allunaggio, col rischio di schiantarsi sul suolo lunare. Quei 15 minuti saranno «la sfida più difficile mai intrapresa dall’Isro», ha spiegato Kailasavadivoo Sivan.
Se tutto andrà secondo i piani, il rover Prayan effettuerà delle ricognizioni nel polo Sud della Luna, là dove nessuna potenza spaziale è mai arrivata prima d’ora. Il lancio è stato vissuto come un intenso momento di orgoglio nazionale. «Il mondo intero guarda all’India con ammirazione e rispetto», annunciava il canale televisivo Times Now. Ma la missione persegue anche obiettivi più concreti: oltre a identificare l’esosfera lunare, la sonda è infatti alla ricerca di minerali ed elementi chimici (magnesio, ferro, calcio, elio) e acqua, fondamentali per avviare coltivazioni. L’obiettivo dell’Isro è infatti quello di mandare un uomo sulla Luna. «Poi creeremo una colonia», ha assicurato il suo direttore.
Ma l’India non si accontenta di andare sulla Luna. Il subcontinente vuole inviare un astronauta nello spazio entro dicembre 2021, prima del 75esimo anniversario dell’indipendenza del paese, che cade nel 2022. L’obiettivo è stato fissato dal primo ministro Modi in persona, segno che il programma spaziale è preso mondo seriamente dal governo, mentre la destra ultranazionalista indù intende rivaleggiare con la Cina.
L’altro motivo di orgoglio per la missione della sonda Chandrayaan-2 riguarda il suo costo, pari a 9,7 miliardi di rupie (130 milioni di euro): quasi nulla rispetto ai ben più elevati budget spaziali. La missione indiana, per intenderci, ha mobilitato risorse inferiori a quelle del film Toy Story 4, che, uscito lo scorso giugno, è costato più di 170 milioni di euro. In compenso le ambizioni di Chandrayaan-2 sono limitate: se il rover Prayan sbarcherà come previsto nei piani, esso funzionerà solo per 14 giorni. Per fare un esempio, Curiosity, il rover della Nasa che si è posato su Marte nell’agosto 2012, è tuttora operativo.