la Repubblica, 25 luglio 2019
Ologrammi ovunque
In Germania il circo Rocalli ha preso una decisione piuttosto bizzarra, ha infatti sostituito gli animali dello spettacolo con animali virtuali. Il sistema di proiettori laser ZU850 di Optoma per proiezione a 360° anima una vasta arena circolare circondata da uno schermo sottile, trasparente e pieghevole, che dà vita a un sorprendente spettacolo di animali di luce tridimensionali. La scelta è stata dettata dalla decisione di venire incontro alle istanze animaliste e, allo stesso tempo, di strizzare l’occhio a una nuova generazione di spettatori sempre più desiderosi di esperienze visive altamente tecnologiche.Il circo propone, così, lo spettacolo maestoso degli elefanti e quello elegante dei cavalli, così come quello esotico dei pesci tropicali, il tutto attraverso figure fantasmatiche tridimensionali e in movimento.
Sogni di luce cangiante che riempiono gli occhi degli spettatori in uno spettacolo a metà strada fra il cinema spettacolare e il circo vero e proprio. Si tratta di una scelta radicale che risulta altresì emblematica di una direzione, quella che cambia la situazione dello spettatore di fronte a uno schermo a vantaggio di un’esperienza di tipo immersivo. Lo spettatore di domani sarà sempre più dentro, piuttosto che di fronte, alle immagini.
Pensiamo alle esperienze a 360° della Realtà virtuale, alle apparizioni fantasmatiche di immagini e oggetti virtuali nel campo visivo reale tramite la Realtà aumentata (i Google Glasses). E basta vedere online i video trailer delle tecnologie di Mixed Reality come Microsoft Hololens o Magic Leap per capire che la scommessa è proprio quella di ibridare lo spazio reale e quello virtuale con immagini tridimensionali in movimento, e magari interattive. Ma si può realmente fare a meno dello schermo lavorando sulle proiezioni? Rocalli lo fa, e la casa di produzione Felix & Paul ci fa vivere l’esperienza del Cirque du soleil tramite il casco della Realtà virtuale. Così come alcuni artisti usano il cosiddetto videomapping, sistemi di proiezioni che mappano superfici architettoniche e le vestono di una pelle olografica tridimensionale per modificarne spazi e contorni. Nel 1928 il poeta Paul Valéry immaginava tecnologie per l’ubiquità che avrebbero riprodotto perfettamente le opere d’arte, proprio come degli ologrammi, e le avrebbero trasportate nelle case… senza dimenticare la principessa Leila di “Guerre stellari” quando chiede aiuto a Obi-Wan Kenobi… Saremo circondati da immagini sempre meno distinguibili da quelle reali? Riusciremo a credere agli animali olografici? E in generale: a cosa riusciremo a credere nel mondo olografico?