la Repubblica, 24 luglio 2019
Oggi si decide la concessione del Superenalotto
Un jackpot così alto nei 21 anni della storia del Superenalotto non si era mai visto. Di più: i 193,5 milioni di euro in palio in questi giorni battono anche il premio della lotteria Usa e si confermano come il montepremi più alto a livello globale. E con così tanti soldi in ballo, cresce anche il volume delle giocate e di chi spera di diventare milionario. Non c’è da stupirsi, quindi, se la gara per il rinnovo della concessione del Superenalotto – con il vincitore che potrebbe essere già annunciato oggi dopo l’apertura delle offerte in busta chiusa – sia carica di tensione.
Da quando, il 3 dicembre 1997, è nato il Superenalotto, mandando in pensione lo storico Enalotto, il gioco ha raccolto 42 miliardi di euro, di cui 20,8 miliardi sono entrati nelle casse dello Stato. Chi si aggiudicherà l’asta (che al 55% dipende dall’offerta economica e al 45% dall’offerta tecnica) gestirà un flusso di scommesse che lo scorso anno è stato pari a 1,4 miliardi e che nel 2019 – dato il jackpot da capogiro di questi giorni – dovrebbe registrare incassi anche maggiori.
Ma la cosa più affascinante del gioco è che, nonostante le probabilità di indovinare la combinazione giusta siano bassissime, ha avuto un successo enorme fin da subito. Per farsi un’idea della difficoltà di azzeccare i 6 numeri vincenti, basti sapere che la probabilità è una su 622.614.630. Secondo gli esperti del Cnr è più probabile che un asteroide colpisca la terra (dove le chance che nel 2036 l’asteroide Apophis ci colpisca sono una su 40.000) che qualcuno indovini i sei numeri vincenti.
Se ci sono scarse certezze di centrare la combinazione che farà saltare il banco, è invece sicuro che oggi, dopo mesi di attesa, nella sede dei Monopoli di piazza Mastai a Roma verrà aperta la busta contenente l’offerta economica (mentre l’offerta tecnica è già stata esaminata). E che, quindi si saprà anche chi sarà a gestire la concessione fino al 2028. Gli sfidanti sono tre eccellenze del settore dei giochi: la Lottomatica delle famiglie Boroli e Drago, il gruppo Sazka che fa capo all’imprenditore ceco Karel Komárek e la Sisal che è controllata dal fondo di private equity Cvc e già gestisce il Superenalotto da oltre un decennio.
Se Lottomatica vincesse potrebbe unirlo al Lotto e al Gratta&Vinci: un tris vincente per affermare la sua leadership indiscussa a livello nazionale. Per Sisal, viceversa, perdere il suo gioco più redditizio sarebbe un bruttissimo colpo. Il Supernalotto si intreccia con la storia di Sisal fin dalle origini: a idearlo fu Rodolfo Molo, ex presidente del gruppo e figlio di Gelo Molo, che invece fu uno degli inventori del Totocalcio. Ma i motivi dell’affezione al gioco sono ben più che storici. Se é vero che il gruppo guidato da Emilio Petrone nel 2018 ha realizzato solo il 6-7% dei suoi ricavi dalla concessione del gioco che scadrà a ottobre, è anche vero che il Superenalotto rappresenta una quota più consistente dei margini del gruppo, senza la quale per i 1.872 dipendenti di Sisal potrebbero esserci problemi. Non per nulla, Petrone avrebbe già messo a punto un piano B in caso di insuccesso. Nonostante la determinazione dei due contendenti italiani, la rivelazione più sorprendente è quella del nuovo sfidante Sazka, che tanto nuovo non è dato che in Italia controlla già il 30% del Lotto insieme a Lottomatica. Inoltre, si è aggiudicato la privatizzazione del monopolio della Repubblica Ceca, è leader in Austria e nel 2013 ha vinto la gara per Opap, la società dei giochi greca. Fonti finanziarie riferiscono che Sazka, pur di entrare da padrone in Italia, avrebbe fatto un’offerta davvero allettante. Ma la sicurezza si avrà solo oggi, quando – a differenza che nelle ultime estrazioni del Superenalotto – uno dei tre contendenti farà di sicuro jackpot.