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 2019  luglio 23 Martedì calendario

La crescita dell’occupazione è un bluff

Roma, 23 luglio 2019 – I dati non lasciano scampo. Nei primi sei mesi dell’anno la Cassa integrazione totale, in termini di ore, ha avuto un’impennata di oltre il 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma quel che più conta in negativo è che, dopo sei anni di costante calo, il ricorso al più noto ammortizzatore sociale del sistema di welfare è tornato a crescere. Al punto che, negli ultimi 180 giorni, il numero dei cassintegrati a zero ore (di fatto disoccupati) ha toccato quota 139mila lavoratori: una cifra che da sola annulla l’incremento di 92mila occupati registrato a maggio su base annua dall’Istat. E che porta, secondo gli esperti del settore e i sindacati, a bollare come propaganda le fanfare fatte suonare da Luigi Di Maio e dagli altri big grillini di fronte alle più recenti statistiche dell’Istat. 
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A rielaborare i numeri e gli andamenti della Cassa integrazione dal 2012 a oggi è il Centro studi dell’Associazione Lavoro & Welfare dell’ex Ministro Cesare Damiano. Ebbene, in sette anni si passa da un totale annuo di ore di Cig che supera il miliardo e 100 milioni nel 2012 a 216 milioni nel 2018. Dalla grande crisi alla ripresa, la diminuzione della Cassa integrazione accompagna, anno dopo anno, il miglioramento delle prospettive economiche dell’economia italiana. Il crollo delle ore di Cassa è rilevante: meno 80,61% tra 2012 e 2018. E, di fatto, l’andamento più favorevole del Pil e della produzione industriale sono coerenti e contestuali. 
 
Ma, dall’inizio del 2019, il motore dell’azienda Italia torna a incepparsi e, insieme con il raffreddamento del Pil fino a zero o quasi, torna a salire il ricorso alla Cig: e così nei primi sei mesi dell’anno le ore di Cig tornano ad aumentare del 16,29 per cento, fino a circa 144 milioni. 
Il che lascia ipotizzare che, se il trend continuerà nel secondo semestre, a fine anno si potrebbe arrivare a 288 milioni di ore contro le 216 del 2018. Un segnale grave, che indica un netto peggioramento dello stato di salute delle imprese e dell’economia manifatturiera in particolare. 
 
Dietrro le oer, però, ci sono le persone in carne e ossa. In base alle ore di Cig totali si sono perse circa 18 milioni di giornate lavorative. I lavoratori hanno visto diminuito complessivamente il loro reddito di quasi 590 milioni di euro, al netto delle tasse. Ma, soprattutto, scrivono gli esperti del Centro studi, “se consideriamo le ore totali di Cig equivalenti a posti di lavoro con lavoratori a zero ore, in questi primi sei mesi del 2019 (ventisei settimane lavorative) si determina un’assenza completa di attività produttiva per oltre 139.000 lavoratori”. In sostanza è come se avessimo in sei mesi circa 140mila nuovi disoccupati (133mila fino a maggio), che, però, per l’Istat non sono tali proprio perché in Cassa integrazione. 
 
Ora, tenendo conto che per l’Istituto di statistica, a maggio, su base annua l’occupazione è cresciuta di 92mila unità, la realtà dei fatti è che con l’impennata dei cassintegrati a zero ore (più 133mila fino a maggio) si sono di fatto persi oltre 21mila posti di lavoro. E se è vero che quelli dell’Istat sono dati statistico-campionari e quelli Inps, alla base dell’elaborazione, sono dati amministrativi (relativi a casi reali), l’osservazione avvalora ancora di più il contrasto tra le stime e i numeri reali. 
Dunque, come osserva Damiano, “l’enfasi con la quale Di Maio magnifica i meravigliosi risultati del decreto Dignità cozza con i dati di realtà. Il primo è dato dalla ripresa della Cassa integrazione da inizio anno. Il secondo è che su base annua, nel confronto 2008-2018, manca all’appello circa un miliardo di ore di lavoro: il che vuol dire che l’aumento statistico degli occupati comprende sempre più lavoro di scarsa qualità e di bassa retribuzione”.