Crocifisso Dentello per il “Fatto quotidiano”, 23 luglio 2019
IL SUCCESSO DA UNA BOTTA E VIA - LA LUNGA LISTA DEGLI SCRITTORI FAMOSI PER UNA SOLA STAGIONE, PREMIATI, ELOGIATI E POI RIPIOMBATI NELL’ANONIMATO - DOPO “DUE DI DUE” ANDREA DE CARLO NON HA REPLICATO - LARA CARDELLA, DOPO DUE MILIONI DI COPIE VENDUTE, HA APPESO LA PENNA AL CHIODO - E POI MELISSA P., CARMEN COVITO, PAOLO GIORDANO, SILVIA AVALLONE - IL CASO DI FEDERICO MOCCIA, ORA IGNORATO ANCHE DAI SUOI FAN… -
Famosi per una sola stagione. Non parliamo di meteore musicali ma di fantasmi di carta: scrittori di casa nostra premiati dalle classifiche e poi ripiombati più o meno nell' anonimato. Ci sono anche penne che conservano il favore del pubblico ma che indovinato un bestseller da primato non sono più riusciti con i titoli successivi anche solo a eguagliarlo.
L' occasione per questa disamina ce la fornisce una doppia ricorrenza. Proprio trent' anni fa, nel 1989, uscivano Due di due di Andrea De Carlo e Volevo i pantaloni di Lara Cardella. De Carlo è autore sempre popolare ma Due di due, con il suo milione di copie vendute, guarda da una vetta irraggiungibile tutti gli altri suoi romanzi successivi.
Lara Cardella, oggi insegnante a Bergamo, resta forse il caso più emblematico di una fortuna effimera. Il suo romanzo di rivendicazione femminile contro il bigottismo della provincia siciliana fu allora la lettura più gettonata sotto l' ombrellone. Dopo due milioni di copie in Italia e all' estero, è calata implacabile la saracinesca.
Qualche anno più tardi, nel 1992, scala le classifiche la storia di una quarantenne milanese alle prese con le sue disavventure di donna non proprio avvenente: La bruttina stagionata. L' autrice Carmen Covito , dopo altri due libri, è scomparsa dai radar e ora si dedica a studi orientali.
Andando avanti e indietro in questi trent' anni di bestseller, come non ricordare le peripezie erotiche di Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire? Nel 2003 per la giovanissima Melissa P fu una marcia trionfale: ospitate in tv, immortalata da Oliviero Toscani in pose da lolita, dispute sociologiche sui giornali. Dopo la cifra monstrum di due milioni di copie vendute, i lettori le hanno voltato le spalle. I suoi romanzi successivi sono precipitati a poche migliaia di copie.
Ecco, questa è una sorte che accomuna parecchi esordienti di successo. A ogni nuovo libro dopo il debutto i lettori si assottigliano sempre di più, in taluni casi fino all' irrilevanza. Enrico Brizzi è arrivato al ventesimo libro ma la sua fama resta inchiodata ai turbamenti adolescenziali sui colli bolognesi di Jack Frusciante è uscito dal gruppo.
Così come Paolo Giordano , il più giovane vincitore del premio Strega nel 2008 con La solitudine dei numeri primi, non è mai più tornato al vertice delle classifiche dopo avere conquistato due milioni di lettori acquirenti. Destino ancora più amaro per Silvia Avallone che due anni dopo sfonda le 500mila copie con Acciaio, storia di due adolescenti nella periferia industriale di Piombino e che con le due opere seguenti porta in dote al suo editore flop brucianti.
Forse la parabola più clamorosa di ascesa e caduta è quella di Federico Moccia . Dopo avere aumentato gli introiti dei ferramenta con i lucchetti a Ponte Milvio e superato il milione di copie vendute con un esordio ormai di culto come Tre metri sopra il cielo, non solo non ha fatto il bis ma le ultime sue pubblicazioni apparse in libreria sono state ignorate persino dai suoi fans più irriducibili.
Una regola forse la possiamo trarre: se imbrocchi un megaseller capace di macinare milioni di copie è assicurato che non sarai più in grado di rinnovare il miracolo. Due casi clamorosi da antologia sono Susanna Tamaro e Giorgio Faletti . La prima, con Va' dove ti porta il cuore ha dominato le classifiche per tre anni di fila e a oggi si annoverano 15 milioni di copie tra l' Italia e il resto del mondo, ma pur proseguendo la sua carriera letteraria la Tamaro è rimasta lontanissima dai fasti degli anni 90.
Così come il nome di Faletti resta legato solo al thriller Io uccido del 2002: secondo le dichiarazioni dell' editore siamo addirittura a 4 milioni di copie smerciate. Caso a sé ma rivelatore della fedeltà a intermittenza dei lettori sono quegli autori sempre sulla cresta dell' onda ma che non riescono a replicare la fortuna del titolo che li ha resi ricchi e celebri. Il record di vendite resta come pietra di paragone e ridimensiona le fatiche prossime in performance appena rispettabili.
Pensiamo, tra gli altri, a Roberto Saviano (passato nel volgere di dieci anni dal trionfo targato 2006 di Gomorra con due milioni di copie alle 300mila per La paranza dei bambini nel 2016), Alessandro Baricco (Seta del 1996 ha superato il milione di copie ma il fondatore della Holden non ha più ricevuto diritti d' autore di quella portata), Michela Murgia (dopo il boom di Accabadora i numeri si sono considerevolmente ridotti), Alessandro Piperno (nemmeno il traino dello Strega vinto nel 2012 è riuscito a riportarlo alle 250mila copie del suo acclamato esordio Con le peggiori intenzioni), Niccolò Ammaniti (nulla di paragonabile nella sua bibliografia al record di un milione e mezzo di copie per Io non ho paura del 2001). Forse a ciascun autore, almeno dentro i nostri confini, spetta un unico biglietto vincente della lotteria. Comunque sempre meglio azzeccare anche un solo grande bestseller che essere eternamente candidati alle presse da macero.