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 2019  luglio 23 Martedì calendario

L’Italia non la riconosciamo più, per i tedeschi era il paese dove facevano quello vietato da loro

Era di Berlino la coppia di turisti multata ed espulsa da Venezia per aver osato prepararsi un caffè sugli scalini del ponte di Rialto. E non erano neanche ragazzini a cui si può perdonare di esagerare di quando in quando. Lui, 35 anni, lei 32. La notizia è finita in prima pagina su tutti i giornali tedeschi, tra le rievocazioni dello sbarco sulla Luna, e dell’attentato fallito a Hitler. Solo, si chiedono a Berlino, perché l’uomo ha dovuto pagare una contravvenzione di 650 euro, e lei di 300? Una cortesia, o una discriminazione?Un austriaco cinquantenne è stato multato (300 euro) a Trieste per aver appeso un’amaca tra due pini sulla spiaggia di Barcola. A Vienna non l’hanno presa bene: una persecuzione assurda contro un ospite giunto dall’Austria Felix. Un altro turista multato a Roma per aver fatto il bagno in una fontana. Allora gli italiani fanno sul serio, o cercano di spennare i turisti?, si meravigliano i tedeschi. Vengono da noi non solo per il sole, che troverebbero più a buon mercato altrove. Da sempre, sono attratti dal nostro stile di vita, un paese dove si può gustare la libertà. Quando una trentina d’anni fa, si introdusse il limite di velocità sulle autostrade, abitavo a Bonn, e il mio ufficio era alla Pressehaus, il palazzo della stampa. I colleghi tedeschi venivano a bussare alla mia porta chiedendomi conto del divieto: ma come avete osato cambiare le regole senza avvertirci? Rispondevo che eravamo ancora una nazione indipendente, e li rassicuravo: continuate a stare tranquilli, non pagate le multe, tanto non arriveranno mai in Germania. Mi guardavano con riprovazione: il solito italiano machiavellico, e non rispettoso del codice.
Gli automobilisti tedeschi, costretti a rispettare i limiti per non rischiare la patente, si scatenavano appena varcato il Brennero. Anche i camionisti. L’Arcadia di Goethe era il paese della libertà, e dell’anarchia. Ora le cose sono cambiate, le multe prese in Calabria arrivano fino in Prussia, ma rimane una differenza: se io vado troppo veloce, se parlo al cellulare mentre guido, o non mi metto la cintura a Berlino, con quasi matematica sicurezza verrò multato entro una ventina di minuti. In Italia, dipende dalla fortuna. Ma cosa sarebbe successo a Berlino, se due italiani si fossero preparati un cappuccino per strada?, chiede il Tagesspiegel, il primo quotidiano della capitale, alla portavoce della polizia. La metropoli è una città giovane, multikulti, cioè pronta a rispettare le diverse culture che vi convivono. Ma un verbot è un verbot, un divieto. Alla signora poliziotta sembra che i veneziani abbiano ragione a tutelare il decoro, ma che quasi mille euro di multa sia un’esagerazione. Comunque, a Berlino nessuno ci ha mai provato. Ma se accendete un fuocherello in uno dei tanti boschi che circondano la città, per arrostire un würstel o farvi un caffè, c’è il rischio di provocare un incendio. La multa è certa. Se avviene il peggio, dovete pagare i danni, e l’intervento dei pompieri.
Fino a qualche anno fa i turchi si accampavano per i picnic sul prato davanti al Reichstag. Oggi si è meno tolleranti, anche al Tiergarten, il parco al centro della città, dove si trova la nostra ambasciata. I turisti devono rispettare un galateo abbastanza elastico. Fino a qualche anno fa rischiavate dieci euro di multa bevendo una birra per strada, ma la norma è stata abolita per le proteste dei cittadini. Però è sempre vietato in alcuni parchi, e vicino ai parchi giochi dei bambini. Non si deve dare il cattivo esempio. Ed è proibito bere birra o vino sul bus, o in metro, dove è verboten anche mangiare una pizza o un würstel con le patatine. O un gelato. Rischiate di venire insultati dagli altri passeggeri, che avvertiranno con il cellulare il servizio d’ordine. Vietato fumare sui mezzi pubblici, nei locali dipende. I prussiani si sono meravigliati che noi rispettassimo il divieto, ma loro concedono diverse eccezioni, e in alcune piccole kneipe, i pub teutonici, è consentito per farli sopravvivere.
I berlinesi sono più tolleranti di quanto pensiamo: sul bus si dovrebbe salire davanti mostrando il biglietto all’autista, ma nelle ore di punta si sale anche dalla porta centrale, in teoria mostrando da lontano il biglietto o l’abbonamento. Con 2,80 euro si può viaggiare per due ore, ma solo in una direzione. Difficile orientarsi per un turista. E, come a Roma, è vietato tuffarsi in una fontana. Però se fa caldo si chiude un occhio. Soprattutto per i bambini. Berlino è un paradiso per i ciclisti, ma attenti a salire in sella dopo aver bevuto. Rischiate di perdere la patente, e non è facile capire quando è lecito andare su un marciapiede, oppure no. E non andate contromano. La bici si trasporta in metro, ma nelle ore di punta non in tutti i vagoni, e dovete pagare il biglietto per le due ruote. Due miei amici sono stati multati, ma sono andati a protestare all’ufficio competente, e sono stati assolti. I prussiani sono comprensivi con gli italiani, non come i lagunari con i berlinesi.