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 2019  luglio 23 Martedì calendario

Il riso apomittico sfamerà i Paesi poveri

Una scoperta nel campo della genetica agraria potrebbe innescare una nuova «green revolution». Come è noto, questa rivoluzione, iniziata da Nazareno Strampelli, in Italia, all’inizio del secolo scorso ed estesa poi al resto del mondo a partire dagli Anni 50 da Norman Borlaug (che ricevette il Nobel nel 1970), è consistita nell’introduzione nella coltivazione dei cereali di semi ibridi, ottenuti da incroci tra due piante, ciascuna delle quali trasmetteva all’ibrido una o più proprietà utili (dall’ottimizzazione della resa alla resistenza ai parassiti) non disponibili contemporaneamente nei singoli ceppi di partenza.
Oggi i semi ibridi sono utilizzati da quasi tutti gli agricoltori dei Paesi avanzati ed emergenti, con la limitazione, tuttavia, di non poter usare i semi prodotti dal raccolto per la semina dell’anno successivo. Le leggi di Mendel stabiliscono che negli organismi a riproduzione sessuata, come i cereali, nell’incrocio tra due piante ibride solo metà dei figli saranno ibridi, mentre il 50% sarà costituito dalle linee parentali originarie, con perdita, quindi, dei caratteri presenti contemporaneamente nell’ibrido.
Esistono in natura molte piante che si riproducono asessualmente, con un processo chiamato apomissia: in queste piante non avviene la meiosi - il processo di divisione cellulare che porta alla formazione dei gameti maschili e femminili - e la riproduzione avviene in assenza di fecondazione, con piante identiche ad ogni generazione. Due team, uno del «National Rice Research Institute» di Hangzhou in Cina e l’altro della University of California a Davis, si sono chiesti se non sia possibile indurre l’apomissia anche nei cereali, in particolare nel riso. Con interventi di «genome editing» (la correzione del genoma) hanno inattivato i geni che determinano la meiosi e hanno bypassato il processo di fecondazione. Le piante ottenute producono semi ibridi, identici a quelli usati per seminare.
Ora le ditte produttrici potrebbero produrre direttamente nuovi ibridi con qualità superiori. E inoltre i cereali apomittici farebbero la felicità degli agricoltori più poveri, che eviterebbero di acquistare semi ibridi . E’ Un’altro dilemma per gli anti-Ogm: secondo l’Ue, le piante ottenute attraverso «genome editing» -nonostante siano sostanzialmente equivalenti a quelle ottenute mediante mutazioni - sarebbero da considerare come Ogm e quindi da vietare. Con gravi conseguenze, appunto, per i Paesi più poveri.