Corriere della Sera, 23 luglio 2019
Il soldato volante sulla Manica
La prima volta che ha usato il suo Flyboard Air, Franky Zapata ha perso due dita, rimaste nelle turbine. Era tre anni fa, l’aggeggio si è schiantato contro il muro del laboratorio e lui si è ferito, ma come sempre non si è arreso. «Quando sono riuscito finalmente a far volare l’hoverboard mi sono detto “è quel che voglio fare nella vita”». Il 14 luglio l’ex campione di jet-ski ha stupito il mondo volando sopra place de la Concorde durante la parata militare davanti al presidente Macron, e tra due giorni vuole approfittare del momento di grazia per compiere un’impresa più rischiosa: attraversare la Manica 110 anni dopo Louis Blériot.
Il 40enne Zapata partirà giovedì mattina da Sangatte, vicino a Calais, con l’obiettivo di raggiungere Saint Margaret’s Bay a Dover. Una traversata di 35 chilometri, che prenderà il via peraltro poco lontano da dove ancora oggi, nonostante gli sgomberi, decine di migranti si radunano nella speranza di arrivare con ogni mezzo in Inghilterra.
Lui userà il Flyboard Air di sua invenzione, una sorta di hoverboard spinto da cinque reattori alimentati dal cherosene come gli aerei, controllato dai movimenti del corpo e da un joystick che serve da acceleratore. Lo zaino con il serbatoio del carburante pesa circa 35 chili. Il piano di volo prevede una velocità tra i 100 e i 140 chilometri orari, una tappa di rifornimento a metà strada, appena giunto sopra le acque territoriali britanniche, e una durata totale di 20 minuti circa. «Il 14 luglio al confronto è stato facile, ho fatto un giro e sono tornato – ha detto Zapata al Parisien —. Stavolta non è per niente scontato che ce la farò, ho il 30% di probabilità di riuscita». La prefettura marittima francese ha dato un «parere sfavorevole» all’impresa giudicando la zona troppo pericolosa per il rischio di collisione con le porta-container. Secondo Zapata «il no della prefettura moltiplica per 10 la difficoltà della sfida» perché in origine le tappe di rifornimento previste erano due, una in acque francesi e l’altra nella zona inglese e verrà mantenuta solo quest’ultima.
C’è poi la questione, ancora da risolvere, delle modalità del rifornimento. L’opzione più ragionevole è atterrare sull’imbarcazione di appoggio, riempire lo zaino di cherosene e ripartire. Ma in questo modo l’impresa non sarebbe come quella di Louis Blériot che il 25 luglio 1909 all’alba partì da Calais e raggiunse Dover in 37 minuti senza scalo a bordo del Blériot XI. Zapata potrebbe allora tentare un rifornimento acrobatico, in volo, stazionando sopra la barca e collegando un tubo al serbatoio.
Franky Zapata combatte da sempre con le sfide tecniche ma soprattutto con la burocrazia. Nel 2017 minacciò di lasciare la Francia perché i gendarmi minacciavano di arrestarlo in quanto il Flyboard non era omologato. Ora protesta perché le autorità francesi moltiplicano le difficoltà in vista del 25 luglio. Ma al di là di permessi locali e omologazioni, il governo francese guarda il Flyboard Air ormai con grande interesse. Il ministero della Difesa lo ha finanziato con 1,3 milioni di euro, e l’invito alla parata del 14 luglio è servito a mostrare le potenzialità militari dell’«uomo volante».