Anteprima, 22 luglio 2019
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Biografia di Ilaria Occhini
Ilaria Occhini (1934-2019). Attrice. Scoperta giovanissima da Luciano Emmer che la volle in Terza liceo (1955), frequentò l’Accademia d’arte drammatica a Roma, fece in teatro L’impresario delle Smirne con Luchino Visconti (1957), Uno sguardo dal ponte, Figli d’arte, nel 1965-1966 Ciao Rudy di Garinei e Giovannini, a fine anni Ottanta Pirandello con Patroni Griffi (Sei personaggi in cerca d’autore, Ciascuno a suo modo). In tv fu Titina ne L’alfiere (1957), Jane Eyre nell’omonimo sceneggiato (1957), Olivia ne Il vicario di Wakefield (1959), Sonia nel Delitto e castigo di Anton Giulio Majano (1963), più di recente vista nelle fiction Piazza di Spagna (1992), Il priore di Barbiana (1997), Provaci ancora prof! (dal 2005), in teatro nel Processo a Tiberio di Augias-Polchi (2007) e al cinema nel film Mar nero (Federico Bondi 2008), con cui ha vinto il Pardo d’oro come miglior attrice al Festival di Locarno. Nel 2010 ha ricevuto il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista in Mine vaganti di Ferzan Ozpetek e il Nastro d’argento alla carriera. Nel 1987 si candidò nelle liste radicali con Marco Pannella. Nel 2004 corse alle Europee con Emma Bonino. Nel 2008 candidata nella lista Pro Life di Giuliano Ferrara. Dal 2001 anche produttrice di vino nelle sue terre sulle colline di Arezzo, nella tenuta di Villa La Striscia. Era sposata con Raffaele La Capria. Si conobbero a Positano nel 1961: «Era uno scrittore già conosciuto, ma non fu certo quello a impressionarmi. Provenivo da una famiglia di letterati, mio padre Barnaba era critico d’arte, mio nonno Giovanni Papini era stato protagonista della cultura italiana. Raffaele mi colpì per la sua intelligente umanità. E poi dormiva sempre, ovunque. Indagai sulle ragioni del torpore e mi dissero che era in crisi coniugale. Nel sonno rimuoveva la sua angoscia. Mi riproposi di svegliarlo. Ero nota per gli sceneggiati televisivi, ovunque incrociavamo fotografi. Il premio Strega in qualche modo consacrò il nostro amore: per la prima volta ci mostravamo insieme nell’arena pubblica. Era un’Italia ancora bigotta e provinciale, sideralmente lontana dal divorzio. Nostra figlia Alexandra nacque a Londra: solo all’estero Raffaele poté darle il suo cognome» (a Simonetta Fiori). Una figlia, Alexandra, e due nipoti, Alice e Tommaso.