il Fatto Quotidiano, 21 luglio 2019
Cosa sappiamo del caso Lega-Russia
Cosa è successo davvero al Metropol di Mosca nell’ottobre del 2018? E quanto reggono le versioni che stanno dando i vari protagonisti? Ecco una guida di tutto quello che sappiamo finora, anche per chi si è perso qualche puntata.
17 ottobre 2018, ore 15.45. Matteo Salvini prende un volo Alitalia, non l’aereo di Stato. Arriva a Mosca per partecipare all’assemblea di Confindustria Russia alle 17. Dopo non ha impegni istituzionali in agenda. Nella missione Salvini non si porta il consigliere diplomatico, come accade invece spesso quando va all’estero.
Fabrizio Candoni, amico personale di Salvini e fondatore di Confindustria Russia, racconta di averlo avvertito già in quel momento: “Ero con Salvini a Mosca, il giorno prima dell’incontro al Metropol, per un evento di Confindustria Russia. Non mi ricordo se me lo ha chiesto Salvini o uno dei suoi, ma io gli ho sconsigliato di partecipare, poi ha fatto le sue scelte. Sapevo che aveva un appuntamento importante, doveva chiudere la campagna elettorale a Trento” (Corriere della Sera, 15 luglio). Quindi già dal pomeriggio si parlava dell’incontro del mattino seguente al Metropol. Il giorno dopo, Salvini sarà a Bolzano per chiudere la campagna elettorale. L’agenda di Salvini su Facebook indica però il primo evento alle 16, le agenzie riportano le sue prime dichiarazioni alle 16.22.
17 ottobre 2018, dopo le 17. Secondo quanto ricostruito da Stefano Vergine e Giovanni Tizian per l’Espresso e Il Libro nero della Lega (Laterza), uscito dall’hotel Lotte, Salvini incontra il vicepremier russo con delega all’energia, Dimitry Kozak, nell’ufficio dell’avvocato moscovita Vladimir Pligin.
La versione di Salvini: “Ho incontrato tantissimi esponenti del governo russo, adesso non mi ricordo se nella notte del 17-18 ottobre, ma ho incontrato tanti ministri, tanti sottosegretari, tanti imprenditori, ma lo faccio sempre quando vado all’estero” (Corriere della Sera, 19 luglio)
17 ottobre 2018, ore 21. Salvini cena al ristorante Ruski. Organizza Luca Picasso, direttore di Confindustria Russia, imprenditore italiano consulente nel campo dell’energia e titolare di una agenzia di modelle. A quella cena, oltre a Salvini e Picasso, ci sono Ernesto Ferlenghi (manager Eni e presidente di Confindustria Russia), Claudio D’Amico (consulente di Salvini e tra i promotori dell’associazione Lombardia-Russia), Gianluca Savoini (presidente di Lombardia-Russia). Ma anche tre persone dello staff del ministro – scrive il Corriere – il capo della segreteria, il portavoce e uno degli addetti alla comunicazione.
La versione dello staff: durante la cena non si parlò dell’incontro al Metropol della mattina dopo, “ci occupammo di altro”.
Luca Picasso posta su Instagram una foto di lui abbracciato a Salvini.
18 ottobre 2018, ore 9.30. Incontro nell’hotel Metropol di Mosca. Nel febbraio 2019 i due giornalisti dell’Espresso Tizian e Vergine, che ne danno la notizia, raccontano di esserne “stati testimoni”. Non accennano alla presenza di registrazioni o altre prove documentali. Secondo Tizian e Vergine, c’è un manager vicino all’avvocato Pilgin che la sera prima avrebbe ospitato l’incontro tra Salvini e il vicepremier Kozak: Ylia Anreevich Yakunin. Con lui altri due russi. Savoini discute di una fornitura di gasolio da parte della compagnia di Stato russa Rosneft con uno sconto del 4 per cento sul prezzo della materia prima Platts, quello di riferimento del settore. Nello schema sarebbero coinvolti due intermediari e l’Eni, lo scopo è accumulare una provvigione da 65 milioni per finanziare la campagna della Lega.
L’Eni smentisce tutto. Oltre a Salvini gli altri due italiani sono Gianluca Meranda, avvocato 62enne, massone, e Francesco Vannucci, ex impiegato del Monte dei Paschi ed ex militante della Margherita. L’amministratore delegato della banca EuroIb, Alexander v. Ungern-Sternberg, con cui Meranda collaborava, ha detto ieri di aver interrotto i rapporti con l’avvocato-massone il 12 luglio del 2017, molti mesi prima dell’incontro al Metropol.
A che titolo Savoini tratta finanziamenti per la Lega? “Io sono di Lombardia-Russia, mai detto di essere emissario della Lega”, dice Savoini all’Ansa il 10 luglio 2019. Ma in una email al sito americano BuzzFeed nel luglio del 2018 il presidente dell’associazione Lombardia-Russia si era presentato in modo ben diverso (e in terza persona): “Il dottor Savoini collabora da sempre con il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, essendo iscritto al partito dal 1991”. E poi ancora: “Ha collaborato all’organizzazione di tutte le visite del sen. Salvini in Russia”. E, alla domanda in quale veste avesse accompagnato Salvini a un incontro in Russia il 16 luglio 2018, Savoini risponde: “Savoini faceva parte della delegazione del ministro Salvini in veste di membro dello staff del ministro, così come ha sempre fatto parte dello staff di Salvini quando era soltanto segretario politico senza incarichi di governo”.
L’11 luglio 2019 Salvini risponde ai giornalisti: “Qual è il ruolo di Gianluca Savoini per la Lega? Non lo so, chiedetelo a lui, è ridicolo tutto quello che leggo sui giornali”.
Il 13 luglio 2019 Salvini nega ogni ruolo specifico di Savoini: “Posso produrre i documenti relativi a tutti i passeggeri che hanno viaggiato con me. Che ne so cosa faceva Savoini al tavolo? Chiedetelo a lui. Io faccio il ministro dell’Interno, mi occupo di cose serie, ritengo ridicola questa inchiesta”.
Il 16 luglio 2019, Salvini usa toni diversi: “Conosco Savoini da 25 anni, dai tempi della Statale di Milano e l’ho sempre ritenuto persona corretta”.
24 febbraio 2019. Esce il numero dell’Espresso, anticipato tre giorni prima online, con l’inchiesta che rivela l’incontro del Metropol. La Procura di Milano – lo scopriremo mesi dopo – apre un’inchiesta per corruzione internazionale. Secondo alcuni documenti anticipati pochi giorni fa dall’Espresso e pubblicati sul numero in edicola oggi, la trattativa sul gasolio è andata avanti proprio fino al febbraio del 2019. Eni smentisce di aver mai concluso affari connessi alla trattativa e riconosce soltanto “una mera lettera di referenza generica” sui rapporti con la banca EuroIb risalente al maggio 2017 (oltre un anno prima del Metropol).
Salvini non reagisce all’inchiesta dell’Espresso e non querela. Il premier Giuseppe Conte, che ha la delega all’intelligence, non risulta aver chiesto ai servizi segreti di approfondire quello che, stando al racconto del settimanale, sembra il tentativo di una potenza straniera di finanziare in modo illecito un partito italiano in vista delle elezioni europee.
4 luglio 2019. Visita di Stato di Vladimir Putin a Roma. Alla cena con il premier Conte partecipa anche Gianluca Savoini, anche se le notizie sul suo ruolo nell’operazione per il presunto finanziamento illecito risalgono a quasi cinque mesi prima. La presenza di Savoini viene richiesta via email da Claudio D’Amico, consigliere di Salvini a Palazzo Chigi, tra i promotori dell’associazione di Savoini Lombardia-Russia. Nessuno, neanche a Palazzo Chigi o alla Farnesina, trova nulla da obiettare anche se, si suppone, tutti hanno letto o almeno potuto leggere l’Espresso.
Salvini ai giornalisti: “Che ne so cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui” (12 luglio 2019).
Il premier Conte spiega di “non conoscere Savoini ed era presente alla cena solo perché partecipò al forum Italia-Russia”.
Il forum Italia-Russia riunisce formalmente organizzazioni della società civile. Ma è in realtà un modo per parlare di imprese e delle sanzioni internazionali decise nel 2014 dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. Dopo dieci anni, cambia il presidente: al posto di Luisa Todini viene insediato (da Palazzo Chigi) Ernesto Ferlenghi su raccomandazione proprio di Claudio D’Amico. Eppure da cinque mesi è chiaro che Ferlenghi è quantomeno informato di quello che è successo a Mosca tra il 17 e il 18 ottobre 2018, poiché era presente alla cena con Salvini e, in quanto uomo Eni in Russia, evocato dalle discussioni al tavolo del Metropol.
10 luglio 2019. A una settimana dalla visita di Putin, il sito americano BuzzFeed rilancia la storia dell’Espresso, ma la correda dell’audio di Savoini al Metropol e dalla trascrizione completa dei colloqui. L’articolo è illustrato dalle foto della cena di Putin a Roma, con Salvini e Luigi Di Maio insieme al presidente russo.
Questa volta le reazioni ci sono. E, prima di essere identificato, l’avvocato Gianluca Meranda scrive a Repubblica per rivelare che era lui uno degli italiani citati nella trascrizione dell’incontro di Mosca.
Si scopre che la Procura di Milano indaga, con i pm Sergio Spadaro, Gaetano Ruta e l’aggiunto Fabio De Pasquale, da febbraio. Hanno anche recuperato l’audio molto prima che BuzzFeed lo pubblichi. Da chi lo hanno ottenuto? L’Espresso non lo ha mai divulgato, ammesso che lo abbia ottenuto (ma sulla base di cosa ha scritto a febbraio, allora?). E secondo quanto trapela dall’inchiesta, a registrare potrebbe essere stato uno degli italiani. Resta da capire se consapevolmente o perché, per esempio, aveva un trojan nello smartphone attivabile da remoto per trasformare il cellulare in una cimice.
17 luglio 2019. Il Copasir, il comitato di controllo parlamentare che vigila sull’intelligence, si riunisce e ascolta Luciano Carta, il direttore dell’Aise, servizio di sicurezza esterno. Si parla anche della trattativa del Metropol rilanciata da BuzzFeed. Secondo quanto filtra, Carta spiega che non sono stati ravvisati rischi di sicurezza nazionale ma che i servizi segreti monitoravano i vari personaggi coinvolti, come Savoini e D’Amico. Una linea che offre più domande che risposte: i servizi dunque sapevano che la trattativa c’era stata? E cosa hanno fatto nei cinque mesi tra l’articolo dell’Espresso e BuzzFeed? È un problema di sicurezza nazionale se uomini di Putin volevano finanziare in modo illecito il primo partito italiano. Ma lo è anche se invece non c’era nessun finanziamento e quella del Metropol è stata una messa in scena costruita ad arte per incastrare il ministro dell’Interno. E se Savoini era monitorato dai servizi, possibile che nessuno dell’intelligence abbia segnalato a Palazzo Chigi almeno il problema di opportunità della sua presenza alla cena con Putin, Conte e il governo il 4 luglio a Roma?
24 luglio 2019. Conte deve riferire in Parlamento sul caso del Metropol, nella sua veste di capo del governo, ma le domande gli verranno fatte anche in quanto titolare della delega all’intelligence. La linea del premier è che Salvini deve fornirgli una versione scritta della vicenda, di cui si assume la piena responsabilità. Perché nessuno sa bene cosa potrà ancora uscire dall’inchiesta della Procura di Milano, dalle dichiarazioni dei vari protagonisti o dai media che entrassero in possesso di altri audio (di cui si vocifera) di quella o di altre imbarazzanti trattative.