Il Sole 24 Ore, 21 luglio 2019
Viaggio in Italia col tormentone
Ma è nata prima l’estate o il tormentone estivo? Chi ha meno anni sul groppone questo curioso interrogativo probabilmente se lo sarà già posto e per un motivo molto semplice: da almeno sei decenni a questa parte, non passa stagione estiva senza che a salutarla ci sia almeno una canzoncina di tre minuti circa, motivetto orecchiabile, giro armonico semplice, arrangiamento spesso elementare, testo (più o meno) curioso, interprete (almeno un po’) carismatico.
Porta tutti questi ingredienti sulla battigia, cuocili sotto il sole agostano, falli saltare perbene durante l’ora del gioco-aperitivo e il successo è garantito. Nel juke box di ieri, come sulla piattaforma di streaming di oggi. Per la gioia dei discografici che, fatturati alla mano, oggi saranno probabilmente un po’ meno soddisfatti dell’altro ieri ma sicuramente più soddisfatti di ieri, quando la crisi rischiava di spazzare via il settore. Esiste una storia del genere che, qui da noi, incrocia ovviamente la storia della canzone italiana. Ma esiste pure una “geografia” del genere, perché il tormentone estivo può ispirarsi, essere composto e ambientato in una determinata località o, addirittura, prendere nome da essa. Una prova? Accendete la radio: in tutta probabilità sentirete la voce del rapper milanese J-Ax che, per l’estate 2019, attualizza in chiave kitsch il topos pasoliniano della villeggiatura sottoproletaria. «Cosa importa – si chiede il cantante – se sognavi Puertorico? Ma se restiamo insieme sembra un paradiso anche Ostia Lido».
Quella rotonda....è sul lago
Portiamo indietro l’orologio di quasi 60 anni ma restiamo in zona. Roma, chilometro 12 di via Tiburtina: è qui che ha sede la Rca Italiana, dove lavora come arrangiatore un certo Ennio Morricone. È lui a condurre per mano Edoardo Vianello, 24enne appassionato di mambo, verso il titolo di re dell’estate. Un 45 giri dopo l’altro: Pinne, fucile ed occhiali (1962), Abbronzatissima (1963), I Watussi (1963). Proseguendo verso Sud attraverso lo Stretto ci si ferma a Capo d’Orlando, dove nacque nientemeno che Sapore di sale (1963). Come racconta Gino Paoli, nel libro di Claudio Ricordi e Michele Coralli L’inventore dei cantautori, pubblicato dal Saggiatore: «Feci la serata e poi mi fecero rimanere lì per forza. In poche parole siamo rimasti lì io e mia moglie. Ci dettero una villa a disposizione per noi e tutte le famiglie dei musicisti. Restammo lì non so quanto tempo. Davanti avevamo le Eolie, avevano un piccolo motoscafo e sulla spiaggia avevano fatto fare una baracca». L’idea di Sapore di sale, secondo il cantautore genovese, «è nata così». La spiaggia in questione è quella di località San Gregorio. Se ci andate, però, potreste rimanere delusi: a causa dei fenomeni erosivi, è rimasto ben poco del posto in cui il giovane Paoli guardava la prima moglie, Anna Fabbri, uscire dall’acqua e lasciarsi cadere «così nella sabbia». L’uomo del tormentone estivo 1964, un anno più tardi rispetto all’incredibile successo di Sapore di sale, si chiama invece Fred Bongusto. Merito di Una rotonda sul mare e del «nostro disco che suona», quanto basta per guadagnarsi notorietà a vita. Ma dov’è la memorabile rotonda del vecchio Fred? Per decenni si disse Termoli, essendo l’artista nativo di Campobasso, poi fu lui stesso a dirottare su Senigallia. L’ultima parola, tuttavia, spetta all’autore del testo Franco Migliacci che individua la location nella rotonda dell’Hotel Lidò di Passignano sul Trasimeno. Ebbene sì: non era una rotonda sul mare, ma una rotonda sul lago.
Fidatevi dei parolieri che, quando si parla di canzoni, hanno sempre parole di verità. Il compianto Vito Pallavicini, per esempio, autore del testo di quella specie di secondo inno nazionale che si chiama Azzurro, musicato da un certo Paolo Conte con l’ausilio di Michele Virano, esploso grazie ad Adriano Celentano nell’estate 1968. L’oleandro e il baobab citati nella canzone non erano infatti in via Gluck né nella Asti dell’Avvocato dello Swing ma a Vigevano, nel condominio Stelvio di via Buozzi dove Pallavicini visse a lungo. Camera con vista sulla ferrovia che porta alla stazione della cittadina pavese, sulle cui rotaie avrà visto passare più di un «treno dei desideri».
Gli anni della contestazione
Nemmeno allora si risparmiarono i tormentoni estivi. Anzi: nel 1975 Fabrizio De André pubblicò Una canzone per l’estate, tormentone estivo contro i tormentoni estivi e, più in generale, l’imborghesimento degli intellettuali scritto a quattro mani con un giovane Francesco De Gregori. A Portobello di Gallura, nell’inverno dell’anno precedente, con il cantautore romano ospite a casa del fratello del cantautore genovese.
Ci sono tormentoni ambientati in location immaginarie, come Maracaibo, scritta nel 1975 sull’asse Milano-Firenze da David Riondino e Lu Colombo, storia d’amore, rivoluzione, rum e cocaina tra Cuba e il Venezuela ma pubblicata soltanto nell’estate 1981. Due anni più tardi, regina d’estate sarà Nada con il ritmo incalzante di Amore disperato: «Sembra un angelo caduto dal cielo, com’è vestita quando entra al Sassofono Blu». Localino che s’immagina essere non molto diverso dalle numerose discoteche che negli anni Ottanta affollavano il litorale toscano tra Castiglioncello e Cecina, passando ovviamente per Rosignano Marittimo, cittadina natale della cantante. Hit dell’estate 1986 fu Alghero di Giuni Russo, concepita a quanto pare due anni prima, quando l’artista prendeva frequenti voli Roma-Alghero per stare accanto alla madre ammalata della sua produttrice Maria Antonietta Sisini. Vera e propria parata di località estive popular quella che Jovanotti schiera in Estate 1992 («Ostia, Fregene, Rimini Riccione, un’altra abbronzatura ed un’altra canzone), mentre Vieni a ballare in Puglia è l’invito rivolto nel 2008 da un provocatorio Caparezza che infila i problemi atavici della sua terra d’origine («Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese»). E si arriva così all’exploit 2017 di Thegiornalisti con Riccione: «Sotto il sole di Riccione quasi quasi mi pento e non ci penso più». Autoindulgenza. Regola aurea, quando si tratta di riconciliarsi con i tormentoni estivi.