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 2019  luglio 21 Domenica calendario

I 300 esperimenti di Luca Parmitano

Luca Parmitano è tornato nella sua casa cosmica, la stazione spaziale internazionale. Anche stavolta per un lungo soggiorno, che terminerà il 6 febbraio: sarà soprattutto la scienza a dominare le sue giornate. Sei mesi densi di impegni perché nella tabella di marcia della «missione Beyond» lo aspettano quasi 300 esperimenti scientifici in biologia, medicina e robotica, di cui 51 dell’Esa e 6 preparati dall’Agenzia spaziale italiana assieme agli atenei di Roma, Firenze, Trieste e Milano. 
Diversi prospettano importanti ricadute anche terrestri. Si indaga, ad esempio, su come mantenere il peso del corpo equilibrato tra massa grassa e magra soprattutto nelle lunghe permanenze orbitali per migliorare la vita dell’astronauta facilitando il recupero delle condizioni fisiche al rientro. Ma i dati raccolti saranno preziosi anche per affrontare le varie forme di obesità e gestire pazienti immobilizzati o malnutriti arrivando a più efficaci terapie. Un’altra attività punta a capire come le condizioni di microgravità in orbita influiscano sull’accumulo di proteine sui neuroni: un aspetto rilevante nelle lunghe missioni spaziali, per le quali rappresenta un possibile rischio, ma anche una caratteristica predominante di numerose malattie neurodegenerative. Saranno analizzate inoltre le dosi di radiazioni assorbite, potenziale causa di danno fisiologico, e si studieranno i processi di base della vita in una colonia di girini di Xenopus, una rana acquatica, valutando quanto l’assenza di peso influisca su accrescimento e riproduzione. L’ambiente della stazione orbitale non è molto confortevole e un altro test mira a decifrare i possibili guai per l’apparato uditivo provocati dal costante rumore degli strumenti. Parmitano indosserà anche un visore di realtà virtuale esplorando le alterazioni dell’equilibrio e, con un telescopio, registrerà durante le notti le emissioni ultraviolette della Terra o provenienti dal cosmo. Questa è solo una parte dei compiti che aspettano il nostro astronauta partito con la navicella Soyuz M-13 da Baikonur in compagnia di Drew Morgan della Nasa e Alexander Skvortsov di Rosmoscos. 
Per Parmitano, 42 anni, astronauta dell’Esa e colonnello dell’Aeronautica militare, è la seconda esperienza dopo la prima di sei anni fa, segnata da un problema che poteva trasformarsi in tragedia se il suo sangue freddo da pilota collaudatore del Reparto Sperimentale di Volo non lo avesse salvato quando l’acqua dispersa nel casco rischiò di affogarlo durante la passeggiata cosmica. L’avventura ora ricomincia e dopo essere stato il primo italiano a uscire dalla Stazione, dal prossimo ottobre, sarà anche il primo italiano a comandarla. 
Rimane anche aperta la possibilità di uscire di nuovo dalla casa cosmica per una o più passeggiate destinate soprattutto alla manutenzione del grande esperimento scientifico AMS-2 con cui si va a caccia dell’antimateria, uno dei misteri più intriganti dell’origine dell’universo. Cinquant’anni fa, il 20 luglio 1969, quando gli astronauti sbarcavano sulla Luna, Luca non era ancora nato e ora festeggia la ricorrenza intorno alla Terra pensando quasi al suo futuro: «Credo che non ci sia nulla di male a sognare di andare sulla Luna».