Libero, 20 luglio 2019
Meno zanzare e più moscerini
Il pungiglione che cerca la pelle e si nutre del sangue. Quel ronzio nelle orecchie che ne segnala la vicinanza. Qualche estate fa, ce lo ricordiamo, era un assalto senza mezze misure. Le zanzare ce le trovavamo dappertutto. Di ritorno dai parchi giochi i bambini erano pieni di bolle, divorati dagli insetti pestiferi. L’estate era un tormento. Grattarsi a tutte le ore del giorno era il passatempo di tanti di noi. Ma quest’anno, lo abbiamo notato un po’ tutti: le zanzare sono calate. Scomparse non si può dire, ma i morsi famelici delle bestiole sono diminuiti. Gli uffici dei Comuni del Veneto, per esempio, sono stati meno bersagliati, rispetto agli anni passati, dalle richieste di mamme allarmate e dalle pretese disinfestazioni da eseguire in ogni punto toccato dal verde cittadino. «Complice di questa diminuzione è il clima – spiega l’entomologo Andrea Drago, – prima la forte umidità e poi il caldo improvviso e poi di nuovo il freddo, la pioggia e il vento. Questi cambiamenti climatici repentini hanno contribuito alla soppressione delle zanzare». Sono state quasi perse le tracce della zanzara tigre. Non si è sentito quasi più parlare di vittime della sua puntura. Il virus del suo pungiglione sembra scomparso. «Anche la disinfestazione, in questo caso, ha aiutato molto. Non si può attribuire l’intero merito a queste operazioni portate avanti dalle singole amministrazioni. Ma sicuramente in alcune città, sono servite ad allontanare gli insetti pericolosi». DIAGNOSI Sempre in Veneto, di febbre del Nilo, per ora, non ci sono state diagnosi. La malattia infettiva che viene trasmessa attraverso la puntura di zanzare, non ha dato alcun problema finora. Nessuno è stato infettato. Pare che in questo caso abbia funzionato il “Piano anti-zanzare” varato già lo scorso febbraio dalla Regione Veneto che promosse un tavolo tecnico intersettoriale sulle malattie trasmesse da vettori, e si tradusse in monitoraggio continuo, interventi antilarvali a partire da aprile e adulticidi alla bisogna, in collaborazione con Ulss venete e Comuni. Disinfestazioni e bonifiche continue dunque avrebbero quasi sradicato il problema. Non c’è un’amministrazione che non abbia imparato a prendere contromisure nei confronti dei fastidiosi insetti, che per altro, oltre a causare bolle antiestetiche sulla pelle, possono essere portatori anche di virus esotici. LE LARVE Anche in Lombardia il calo delle zanzare è stato avvertito. A Cremona, una forte campagna di disinfestazione ne ha bloccato sul nascere la diffusione. Interventi di soppressione dei focolai adulti, ma anche delle larve. Nei parchi, nelle aree verdi, ma pure nei sottovasi e nei tombini, sono stati spruzzati gli insetticidi. A Varese lo stesso: di zanzare non se ne vedono. Il Comune per contenerne il proliferare un paio di mesi fa, ha emesso un’ordinanza ad hoc: nei punti più a rischio è stata calata una sostanza nociva per le piccole larve. Pure al capoluogo lombardo, Milano, sembrano aver dato l’addio le zanzare. Sono rimaste in poche a tormentare i meneghini rimasti ancora in città. Anche se alle ditte di disinfestazione sarebbero arrivate segnalazioni di altro tipo. Molti cittadini, meravigliati dall’assenza dei pungiglioni estivi, hanno denunciato la presenza di altre bestiole. Le strade e i parchi, sopratutto in periferia, sembrano sommersi da sciami di moscerini. Piccoli, si muovono in gruppo, migliaia e migliaia, formano nuvole roteanti nell’aria bassa. Nugoli di insetti innocui e fastidiosi che hanno preso il posto delle zanzare. Sopportiamoli, almeno loro non pungono.