È lo scandalo nato il 9 luglio, quando il sito di informazione Buzzfeed pubblica l’audio di un incontro riservato tenutosi nella hall dell’hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018. L’audio ripropone e rilancia un’inchiesta dell’Espresso a firma di Giovanni Tizian e Stefano Vergine che, nel febbraio scorso, aveva rivelato questa storia. A un tavolo si siedono tre italiani e tre russi. Non si sa chi faccia la registrazione. Gli italiani presenti sono il leghista Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia con sede in via Bellerio a Milano, l’avvocato d’affari Gianluca Meranda, il consulente finanziario Francesco Vannucci. Tra i russi c’è un uomo di nome Ilya Andreevich Yakunin, il quale durante l’incontro specifica che avrebbe riferito i termini della conversazione a Valdimir Pligin, avvocato vicino al presidente Putin. Resta ignota al momento l’identità degli altri due.
• Cosa si dicono di così importante?
I sei parlano di una trattativa che deve vedere Eni (che ha negato ogni coinvolgimento) acquistare tre milioni di tonnellate di carburante da una società russa. Meranda si presenta come emissario di una banca di investimenti anglo-tedesca, la Euro-IB, che deve predisporre lo schema d’acquisto. Che prevede uno sconto del 6,5 per cento sul prezzo di mercato. Sconto che doveva trasformarsi in finanziamento alla Lega: 65 milioni di dollari.
• La compravendita di petrolio si conclude?
Non esistono evidenze che lo dimostrino. La Euro-IB, undici giorni dopo la riunione al Metropol, formalizza una manifestazione di interesse in una lettera rivolta al colosso russo dell’energia Rosneft (che dovrebbe mettere a disposizione il carburante), scritta su indicazione di Meranda e a lui consegnata, in qualità di consigliere legale della banca.
La Euro-IB sostiene di non aver mai ricevuto risposta da Rosneft e a dicembre 2018 considera chiusa la questione.
• Perché allora esistono altri documenti che dimostrerebbero che la trattativa interrotta a dicembre 2018 prosegue con Gazprom a febbraio 2019?
Il manager italiano della Euro-IB, Glauco Verdoia, sostiene che la banca sia all’oscuro di questa seconda trattativa, e che la lettera sia frutto di una iniziativa autonoma di Meranda, al quale non era stata alcuna delega o autorizzazione specifica.
• Ma cosa c’entra la Lega in tutto questo?
Gianluca Savoini è un militante leghista della prima ora ed è stato portavoce di Salvini. Con la sua associazione Lombardia-Russia tiene da tempo i rapporti tra imprenditori italiani, il partito ed esponenti del governo russo. Decine di fotografie postate su Facebook lo ritraggono a fianco di Salvini durante incontri ufficiali, a partire dall’autunno del 2014, come ad esempio il bilaterale tra ministri dell’Interno del luglio 2018 a Mosca. Savoini è anche alla cena organizzata per Putin a Villa Madama a Roma, lo scorso 4 luglio, invitato da Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepremier Salvini.
• Salvini sapeva dell’incontro al Metropol?
Lui dice di no. Dopo l’esplosione del caso ha offerto una versione dei suoi rapporti con Savoini monca, goffa e smentita nell’arco di poco giorni da evidenze fotografiche e documentali. Peraltro Salvini era a Mosca nei giorni dell’incontro del Metropol. Il 17 ottobre partecipata a un forum organizzato da Confindustria Russia, poi – dopo un incontro riservato - a una cena al ristorante Ruski con Savoini, D’Amico, Ernesto Ferlenghi e Luca Picasso di Confindustria Russia.
• Cosa si sa dell’indagine della procura di Milano?
È stata aperta a febbraio, dopo lo scoop dell’Espresso. Sono indagati per corruzione internazionale i tre italiani presenti al Metropol: Savini, Meranda e Vannucci. I finanzieri hanno perquisito le loro abitazioni e i loro uffici. Sono stati sequestrati documenti e computer. Le indagini si stanno concentrando sui movimenti bancari dei protagonisti di questa vicenda e sui conti che fanno riferimento all’Associazione Lombardia-Russia.