Corriere della Sera, 20 luglio 2019
Al Bano raccontato dal figlio
Per telefono chiede al giardiniere Nocita di portargli su pomodori, basilico e prezzemolo. Riempie una pentola d’acqua, aggiunge foglie di alloro e olio, e mette a bollire. Intanto sminuzza l’aglio direttamente sul ripiano di ulivo. Nocita arriva con gli ortaggi, il padrone di casa affetta pure quelli, senza lavarli: viene tutto dall’orto, l’unico fertilizzante è il Sole. Chiede all’ospite di scegliere la pasta: fusilli integrali fatti a Napoli. Affida a «Bido» il compito di apparecchiare.
Albano senior e Albano junior sono come non te li aspetti. Quasi timidi, ospitali, attenti a cercare il registro adatto a questa conversazione intorno al tavolo con vista sulle Tenute di famiglia, a Cellino San Marco, 12 chilometri dall’Adriatico e 24 dallo Ionio, 150 ettari di terra con 3.500 alberi di ulivo, boschi e vigne da cui si ricavano, tra gli altri, il Felicità con cui il padrone di casa, con borsalino di paglia sempre in testa, ha condito il sugo, e il Platone con cui pasteggiamo (è un Primitivo e Negroamaro premiato nel 2009 come «Miglior vino del mondo» tra quelli prodotti dai «vip»). Jasmine, l’altra figlia avuta come Bido da Loredana Lecciso, diserta la tavola: sta dormendo. «A che ora è tornata?», sonda il padre. «Non tardi», evade il figlio.
Cominciamo dal soprannome: perché Bido? «Mia sorella da piccola non riusciva a dire bimbo. E così è rimasto, anche per gli amici». Albano Junior ha sedici anni e mezzo, a settembre comincia il quarto anno del liceo linguistico di Lecce, è appena stato promosso con la media del 7. «Minimo sforzo, massimo risultato», chiosa e precisa: «Non ho mai preso debiti». Il papà abbozza: «Potrebbe studiare di più...». Ma sull’università non transige. Il figlio: «Dopo la maturità lavorerei subito: voglio fare il manager delle nostre tenute, seguire il vino, l’accoglienza...». Il padre: «Non se ne parla, tu farai Economia, non voglio fare con te lo stesso errore di Yari...». I toni però restano affettuosi. E Bido va avanti: «D’estate lavoro qui, affianco il manager». Al comando, senza gavetta... «Ma no, l’anno scorso ho imbottigliato il vino per un mese», replica. «Non erano due giorni?», rimbecca il padre.
Approfittiamo di quando il più anziano si alza per il bis (o il tris?) della pasta squisita e chiediamo a Bido se è difficile avere un papà così esposto. «Non so come sia essere figlio di un altro. Il lavoro di mio padre è sempre stato questo, in mezzo alle persone. Quando usciamo, anche qui nella tenuta, vedo come si rapporta con gli altri: mi piace la sua semplicità, l’umiltà, la gentilezza. Ecco, forse non vorrei essere disponibile come lui, perché a volte è troppo... Quando gli sconosciuti lo cercano per chiedergli aiuto, non si tira mai indietro».
Guarda caso, ricorda come uno dei momenti più belli spesi insieme quel viaggio di una settimana ad Abu Dhabi. «Non era proprio una vacanza, perché doveva lavorare. Ma eravamo solo io e lui, lo avevo tutto per me, ogni giorno facevamo qualcosa, siamo andati a Dubai, in spiaggia, sul Burj Khalifa...». Il papà, invece, ricorda quella volta a Malibu, Bido piccolino, che avevano dormito nello stesso letto in tre, anche con Jasmine. «Lui mi ha tirato così tanti calci che sono dovuto scendere al piano di sotto e sdraiarmi per terra!».
Junior ha fatto conoscere a Senior le canzoni del rapper Ghali. E lo ha trascinato a un concerto del deejay Martin Garrix. «Certi artisti mi sembrano blasfemi...», commenta il padre. «Ma no, sei tu che non li capisci...», dice il figlio. E ancora non si sono intesi su Instagram. «Che belli i miei tempi quando non c’era nemmeno il telefonino», sospira uno. E l’altro: «Ma papà, oggi anche le notizie passano dai social!».
Le due generazioni si riavvicinano quando si parla del guardaroba. Spiega Bido: «Ogni tanto mi metto qualche vestito che lui non usa più: magari una bella camicia, una giacca...». Il papà guarda e sorride. E quando il figlio si alza per sparecchiare ammette: «È bello essere padre di un adolescente così coscienzioso e maturo. Da piccolo aveva un carattere più aperto: una volta fece così tante battute che il maestro Alterisio Paoletti se le volle scrivere tutte!».
Bido è troppo educato per dirlo, ma si capisce che frigge. Prima di liberarlo gli chiediamo un voto alla pasta del padre: «Otto. Cucina meglio di mamma». La sera gli dà sempre il bacio della buonanotte. Il papà è felice.