ItaliaOggi, 20 luglio 2019
Poliziotti malmenati in Germania
Come cronista, poi da inviato speciale, ho dovuto assistere a scene di violenza, ma una che ricordo tra le più crudeli, anche perché gratuita, l’ho vissuta a Roma, molti anni fa, nel tranquillo quartiere Trieste. Un automobilista blocca il viale a una sola corsia per chiacchierare con un passante suo amico. Arriva un’ambulanza con la sirena a tutto volume, avrà un caso urgente a bordo. L’uomo non si muove, insulta l’autista dell’ambulanza, e se ne va solo dopo molti minuti, quando ha finito la conversazione con il conoscente. Spero che l’ambulanza sia giunta in tempo al pronto soccorso.Ora, simili episodi diventano quotidiani, perfino in Germania, dove un tempo l’ordine era sacro, anche se non proprio come si è convinti all’estero. La scusante non può essere il caldo, la temperatura è scesa, né le code di chilometri che si formano ogni anno nei giorni dell’esodo estivo. Una nuova norma del codice stradale prescrive quanto in passato era un comportamento abituale: in caso di incidente sull’autostrada, bisogna lasciare un passaggio al centro, spostandosi verso destra, o a filo del guardrail. Mercoledì sera, un camionista ha tamponato un autotreno sulla A6 vicino a Heilbronn. Si è formata una coda di 8 chilometri perché gli automobilisti si fermavano per scattarsi selfie sul luogo dell’incidente. E si sono rifiutati di spostarsi per lasciar transitare i mezzi di soccorso. Un altro camionista che bloccava la corsia di emergenza ha opposto resistenza sputando addosso ai poliziotti. Il primo camionista è deceduto prima dell’arrivo dell’ambulanza. Un centinaio di gaffer, come vengono chiamati i voyeur dei disastri, sono stati denunciati. «Ma servirà a poco», prevede il locale capo della polizia, «bisognerebbe sequestrare i cellulari. L’unica cosa a cui tengono».
È un comportamento abituale, ovunque. Giovedì a Essen, una casa è andata in fiamme, la polizia ha dovuto allontanare il solito gruppetto di curiosi armati di telefonino, ma una ragazzina di 11 anni si è rifiutata di obbedire, e gli agenti l’hanno dovuta portar via di peso, urlante e scalciante. Un uomo in divisa non viene più rispettato come in passato. In particolare, gli emigrati si comportano in modo sempre «meno sociale», questa è l’espressione usata dai commentatori.
A Berlino, da sempre gli sposini turchi sfilano in auto seguiti dagli amici e tutti suonano il clacson. Una manifestazione folcloristica sopportata con simpatia dai prussiani. Ora, quasi ogni giorno, dalla Ruhr all’estremo Nord, fino alla Lubecca di Thomas Mann, le colonne di auto matrimoniali bloccano le autostrade. Si fermano a lungo per scattare foto creando colonne di chilometri. Vicino a Lubecca la polizia è intervenuta perché gli amici degli sposi per festeggiare sparavano rivoltellate in aria. Vicino a Dortmund hanno denunciato tutti gli automobilisti sequestrando 14 patenti. Non era mai avvenuto prima. Perché anche i turchi, una comunità ben integrata, si comportano in modo folle?
Un’estate inquieta. Le piscine sono diventate luoghi insicuri. Gruppi di ragazzi turchi e arabi molestano le donne, e aggrediscono i bagnini. In molti länder, le piscine vengono controllate da almeno due poliziotti pronti a chiamare rinforzi. La presenza degli agenti non basta a consigliare la calma. A Colonia, come avviene a volte nel nostro Sud, non solo a Napoli, i poliziotti sono stati aggrediti dagli amici di un fermato. L’automobilista, 28 anni, si è ribellato al controllo dei documenti, e in aiuto sono arrivati i suoi amici, che si trovavano in uno shisha bar, un locale dove si fuma il narghilé. I giornali non dovrebbero rivelare l’etnia dei protagonisti dei fatti di cronaca, e ricorrono ai particolari per far capire che non si tratta di tedeschi. In un altro shisha bar, sempre nella Ruhr, due poliziotte hanno fermato un diciassettenne e sono state aggredite a calci e pugni dai parenti del ragazzo. Fatti che in Italia non meritano la prima pagina, ma a cui i tedeschi non erano abituati.