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 2019  luglio 20 Sabato calendario

Alessandra Amoroso: «Mi tatuo i sogni»

Alessandra Amoroso è nata a Galatina (Puglia).
Una maglietta bianca con un volto di una donna. E una scritta, dal significato immediato: «Niente è facile, nulla è impossibile». Si presenta così Alessandra Amoroso, leccese 33 anni ad agosto. Come volesse darsi ancora più forza e coraggio. Ha i capelli raccolti all’insù. Aria sbarazzina. Chiede di fare a metà con il caffè. E intanto di sottofondo, neanche a farlo apposta, la radio suona Mambo Salentino, hit – insieme alla band di suoi conterranei Boomdabash – che sta facendo ballare mezza Italia. Un fenomeno musicale. Da quando nel 2009 ha partecipazione – vincendo – l’ottava edizione del talent-show Amici di Maria De Filippi è stato un crescendo. E non si è più fermata. Sul braccio si è fatta tatuare i simboli di quella che è la sua vita: di donna, di compagna e di madre. Proprio oggi festeggia dieci anni di carriera musicale al Cinecittà World di Roma, il parco divertimenti che farà da sfondo al mega raduno dei suoi fan, dalle 11 del mattino fino al suo concerto della sera. Una giovane donna che ha saputo rialzarsi quando è stata bersagliata dall’odio web, dai commenti sessisti. E che guarda con simpatia la Capitana Carola Rackete. La definisce una «vera guerriera. Da terrona quale sono, mi ha fatto male leggere i commenti pesanti che le sono stati rivolti. La gente sembra mettersi sempre meno nei panni degli altri, specie di chi è disperato». Determinata al punto da tatuarsi i sogni?
«Sì. Eccoli qui: la casa con il mio compagno e il mio cagnolino Pablo. E questo l’ho realizzato. Poi, c’è il matrimonio (con l’abito bianco), poi io che aspetto un bambino e infine due bare. Non è macabro, solo che mi piacerebbe morire insieme a lui fra cent’anni».
Lei è una romantica?
«Molto. Assomiglio a mia nonna che, infatti, è la donna della mia vita».
Perché?
«Ho avuto un’infanzia complicata. È stata lei a insegnarmi una serie di valori fondanti: il sacrificio, il rispetto da dare e da pretendere, l’amore verso gli altri. Una sfida quotidiana ed eterna l’essere donna».
Il rispetto però sui social spesso non esiste...
«La cosa che mi colpisce di più è che spesso ci sono anche le donne a odiare le donne. Sarà per invidia, per solitudine. Anche in rete dovrebbe esserci più solidarietà di genere».
Gli haters hanno attaccato anche lei?
«Meno di altre mie colleghe. Sarà perché non sono una che si espone tanto. O perché sono sempre stata un maschiaccio che si sa difendere».
Come l’hanno attaccata?
«Piagnona, quando canti, urli, senza tette. I primi anni ci stavo male. Non capivo il perché. Rispondevo. Ero istintiva. Poi ho fatto tesoro di una frase di mio padre, in dialetto leccese. Che tradotto suona tipo: tra 15 persone, un fesso lo trovi sempre. E allora, mi sono fotografata con la maglietta Tette piccole, cuore grande. Sa la verità? È più facile criticare che fare. E oggi, con i social e con i like lo è ancora di più. Non c’è una regola».
L’episodio più sgradevole?
«Alcune mie foto sono comparse su canali hot. Ovviamente a mia insaputa. Manco fossi una bomba sexy. Avrò postato 3 foto in costume in tutta la mia vita, e dopo averci pensato un po’. Cosa che dovrebbero fare tutti prima di postare sui social».
Li usa?
«Il giusto. Quando sono uscita da Amici, c’era solo Facebook. Se fosse per me, non avrei nemmeno i profili pubblici».
La sua amica Emma è stata massacrata.
«Con un commento schifoso, rivolto a una donna che ha espresso un pensiero. Condivisibile o no, per carità. Ma niente può giustificare un attacco sessista».
Lei che tipo di donna è?
«Difficile darsi delle definizioni. Direi che mi sento tranquilla nella mia savana. Se qualcuno mi attacca e mi fai male, allora reagisco e mi difendo. Trovo bello che la donna faccia la donna, e l’uomo faccia l’uomo. Sono due generi che si completano e non c’è un genere migliore dell’altro».
A proposito di sogni, oggi ne realizza uno...
«Una grande festa per ringraziare il pubblico che da 10 anni ha reso la mia vita speciale. La mia Big Family Onlus ha raccolto 80mila euro che andranno in beneficienza ad alcune associazioni, tra cui proprio White Mathilda, centro antiviolenza donna».
Ma è vero che dopo si ferma?
«Una delle tante fake news che ogni tanto circolano. Ho solo detto che vorrei trascorrere più tempo con la mia famiglia. E ho aggiunto che se dovessi diventare madre, allora sì, certo che mi fermerei. Il tempo, in quel caso, me lo prenderei senza pensarci sopra due volte».