Il Messaggero, 19 luglio 2019
L’abito a pois di Zara che spopola in Europa
La hit di moda dell’estate 2019 non è dunque il cappello da pescatore, la stampa a fiori o il tacco trasparente; bensì un vestito morbido bianco a pois neri, maniche sotto al gomito, orlo al polpaccio con volant e un’aria trendy giusta per visitare Paradise Garage (la mostra del fotografo americano Jeff Bark) al Palazzo delle Esposizioni. All’improvviso l’abitino, in vendita online e negli store Zara a 49,95 euro – attenzione, a Roma non lo trovate esposto perché le taglie rimaste sono poche, ma è possibile ordinarlo si è diffuso come un virus per le strade della Regina Elisabetta, tanto da essersi guadagnato l’appellativo di The Dress, tradizionalmente riservato all’abito da sposa.
GLI ANNI NOVANTA
A esser pignoli, la stampa non è a pois quanto un nuovo tipo di animalier dalmata, in sintonia con il ritorno delle cose Anni Novanta; nel 1996, dopo l’uscita de La carica dei 101, tutti avevano almeno un cane a chiazze. The Dress è talmente popolare in Gran Bretagna da avere un suo profilo Instagram, @hot4thespot. Aperto dalla stylist Faye Oakenfull, l’account offre ai suoi 11.500 follower la possibilità di inviare foto di avvistamenti del vestito dal suolo britannico. Lo vediamo in metropolitana, ai crocicchi, al supermercato e in chiesa. Insomma, questa estate gli inglesi di qualsiasi età, etnia, sesso e credo sembrano vestire tutti The Dress. Addirittura, in alcune foto, ce ne sono tre in un metro quadrato, tanto da far sorgere qualche sospetto. Zara e la stylist, interpellati, non hanno risposto. La stampa e la cultura anglosassoni non hanno esitato a gridare al fenomento virale dal basso. Una volta era l’aristocrazia a dettare la moda. Oggi, il popolo si autodetermina, ha un gusto suo – per quanto discutibile – e compra quello che gli pare dove gli pare.
IL DIBATTITO
E però, secondo Bianca Terracciano, docente di Culture digitali e social medi all’Università degli Studi della Tuscia, «a rigore, in questo caso, non si tratterebbe di un vero e proprio fenomeno virale. Infatti, online le taglie ci sono tutte. Certo, la creazione dell’account è una mossa arguta perché il profilo è perfetto per l’utenza britannica e ha creato una vivace discussione pubblica; che poi è quello che i social dovrebbero fare. Anche l’abito versatile e accessibile – segue l’ossessione inglese per la democraticità della moda», e per i pois, fantasia prediletta da Kate Middleton. «L’abito davvero virale continua la studiosa è quello Asos dell’addio al nubilato di Chiara Ferragni, sold out nel giro di poche ore».
Laura Antonia Jordan, fashion news and feature director di Grazia UK, sostiene che il vestito sia nientemeno che democrazia in azione. Ma, forse, il fenomeno è meno democratico di quanto si voglia credere. La stampa dalmata era apparsa mesi fa sulla passerella Burberry della primavera/estate 2019, in occasione dell’atteso esordio del direttore creativo Riccardo Tisci. Il look numero dieci della sfilata consisteva di un completo gonna e camicia del costo totale di 2.437 sterline (oltre 2.700 euro). Ivanka Trump, secondo l’equazione diplomatica Burberry uguale Gran Bretagna, lo indossa, molto fotografata, il 4 giugno per incontrare il primo ministro Theresa May.
LA DIFFUSIONE
Qualche tempo prima, Alex Jones – sorta di Lilli Gruber inglese – era stata fotografata fuori dagli studi della BBC in stato interessante con The Dress, soprabito fucsia e gli ubiqui orecchini a cerchio. Il sito Female Fashion Finder scrive: «Alex è una ragazza che segue i nostri cuori (...) non sorprende che il suo vestito a pois sia di Zara e non costi più di 40 sterline». Su Instagram, influencer popolari come Zoe Sugg, Lily Pebbles e Hannah Gale avevano già promosso il vestito a partire dal 30 marzo, come riporta un articolo del Daily Mail. È probabile che Zara, che basa il suo modello di business sulla reinterpretazione del ready-to-wear, abbia piazzato la stampa vista in passerella su un generico abito da prateria adatto a tutte le occasioni che poi alcune influencer hanno adottato, quanto spontaneamente non si sa.
La collezione Burberry primavera/estate 2019 di Riccardo Tisci si chiama Kingdom, nell’intento di «portare tutte le generazioni sotto l’ombrello Burberry – aveva dichiarato il designer a Vogue US – la mamma e la figlia, il padre e il figlio». In un momento in cui Brexit mette alla prova l’identità della nazione, il corpo social britannico usa la moda per manifestare un desiderio di unità. Lo fa con lo spirito goliardico che lo contraddistingue, grazie a un vestito ironico, magari bruttino, ma buono per tutti e tutte le occasioni.