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 2019  luglio 18 Giovedì calendario

Alto Adige modello per gli esiliati del Tibet

«L’essenza della Via di Mezzo. «Il Middle way approach, la Via di Mezzo, la strada del dialogo, è la via giusta. E l’autonomia dell’Alto Adige, da questo punto di vista, rappresenta un modello per i tibetani in esilio». Il primo ministro del governo tibetano in esilio, Lobsang Sangay, ha incontrato il governatore della Provincia autonoma di Bolzano e presidente del Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher. E ha definito l’Alto Adige «un esempio positivo di come i conflitti possano essere superati».La Via di Mezzo è la proposta del Dalai Lama per un Tibet con un alto grado di autonomia all’interno della Repubblica popolare cinese. Sangay, che dal 2011 ricopre la carica di sikyong, il capo del governo dei tibetani in esilio e il primo presidente a svolgere le funzioni politiche esercitate in precedenza dal Dalai Lama, ha informato Kompatscher sugli ultimi sviluppi della controversia inerente l’indipendenza del Tibet. Un percorso che il governatore di Bolzano, esponente della Südtiroler volkspartei, ha paragonato a quello dell’Alto Adige. «Si tratta di una situazione difficile», ha spiegato Kompatscher. «Paragonabile, per alcuni aspetti, alla questione altoatesina durante i giorni più bui della nostra storia. Ora, però, l’Alto Adige rappresenta un modello di convivenza».
Nel corso degli anni le relazioni tra la Provincia autonoma di Bolzano e il governo tibetano in esilio, fondato nel 1960 dopo la fuga del Dalai Lama in India in seguito alla rivolta tibetana contro l’esercito cinese del 1959, si sono intensificate. L’Alto Adige ha sostenuto per il Tibet oltre 40 progetti, per un supporto economico di circa due milioni di euro. L’obiettivo principale, ora, è la creazione di servizi educativi e sociali con progetti di sviluppo agricolo.
«Il sostegno economico e sociale del popolo tibetano, sia in esilio, sia nello stesso Tibet, può essere considerato una delle priorità della nostra cooperazione allo sviluppo», ha sottolineato Kompatscher prima di auspicare che «per il popolo tibetano possa finalmente concretizzarsi la via della pace seguendo l’approccio della Via di Mezzo. L’autonomia dell’Alto Adige, in tal senso, è un esempio positivo di come i conflitti possano essere superati». «L’Alto Adige», ha concordato Sangay, «è un territorio molto speciale, che da decenni sta prosperando sia culturalmente, sia economicamente».
Nel 2017 era stato Kompatscher a incontrare Sangay in India. Il governatore di Bolzano, anche in quell’occasione, aveva ricordato come «alla luce dell’esperienza fatta e dell’autonomia raggiunta, l’Alto Adige conferma l’impegno a sostenere le altre minoranze nel mondo». Come quella dei tibetani in esilio, che conta 100 mila unità residenti nei 39 insediamenti tibetani dell’India. Tra i progetti cofinanziati dalla Provincia di Bolzano, sin dal 2002, ci sono i villaggi per i bambini tibetani, con fondi pari a 280 mila euro che sono stati utilizzati per realizzare servizi di istruzione e assistenza, un convitto, scuole, campi estivi e centri di formazione professionale.