Il Sole 24 Ore, 18 luglio 2019
I pomodori idroponici
La nuova frontiera dei pomodori? Essere coltivati nelle serre tutto l’anno grazie alla tecnologia idroponica, che fa a meno della terra, consente un risparmio dell’acqua del 90% e permette di produrre pomodori a qualsiasi latitudine grazie alle temperature controllate dal software e alla luce costante emessa dal led. A Guidizzolo, nell’alto Mantovano, da qualche anno l’azienda agricola Gandini ha trasformato questa nuova frontiera in una realtà da 11 ettari di tecnoserre e oltre 30mila quintali fra ciliegini, datterini, miniplum e pomodori costoluti raccolti soltanto nel 2018. Tutti prodotti a residuo zero, perché le serre chiudono fuori dalla porta gli inquinanti chimici. L’assenza di terra garantisce anche che i pomodori Gandini siano nichel-free, perfetti per chi è intollerante.
Queste serre del futuro sono valse all’azienda mantovana il primo premio nella categoria “Nuove frontiere” del Premio nazionale per l’ innovazione in agricoltura ideato da Confagricoltura, un riconoscimento alle imprese agricole che negli ultimi tre anni in Italia hanno sviluppato o implementato soluzioni innovative, tecnologiche e sostenibili. La premiazione si è svolta ieri a Roma, a Palazzo della Valle, alla presenza del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio.
Nelle tecnoserre della Gandini i pomodori idroponici crescono in vasche che possono essere sospese una sull’altra sfruttando lo spazio verticale, e che consentono di risparmiare il 90% dell’acqua e di recuperare tutta quella utilizzata separandola dalle sostanze nutritive a loro volta rimesse in circolo. Un impianto di cogenerazione permette di riutilizzare anche l’anidride carbonica prodotta per il riscaldamento delle serre, abbattendo le emissioni in atmosfera. Impianti come questi danno l’opportunità potenzialmente a chiunque di coltivare pomodori, dal Canada al Sahel.
«La nuova agricoltura – ha detto ieri il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla consegna dei premi – darà vita anche a nuova occupazione perché le imprese hanno bisogno di manodopera digitalizzata. Può creare centomila nuovi posti di lavoro, ma occorrono politiche mirate». In particolare, il presidente ha chiesto una specifica “Agenda digitale per l’agricoltura” che preveda la formazione degli agricoltori, un progetto strategico sui big data del settore agricolo, infrastrutture digital per i terreni agricoli aperte anche al contributo dei privati, incentivi per l’aggregazione delle Pmi agricole per diffondere l’innovazione e, infine, un programma di impresa 4.0 in chiave agricola che preveda hub di innovazione digitale collegati alle università.
Oltre alla Gandini di Mantova, Confagricoltura ha premiato altre tre imprese. Per la categoria Reti e Filiere, il riconoscimento è andato al Gruppo CerealInnova di Pralormo, in provincia di Torino, che ha messo in rete tutta la filiera della produzione delle birra artigianale dalla coltivazione del malto – che normalmente in Italia viene importato – fino agli agriturismi, passando per i trasformatori dei cereali e naturalmente per i mastri birrai.
Per la categoria Smart Land, Smart Cities, invece, il premio è andato ex aequo a Genagricola, l’azienda agricola di Generali che a Caorle ha trasformato la tenuta storica in un parco naturalistico e artistico, e all’impresa vitivinicola Chiarlo di Asti, che tra i suoi vigneti ha aperto un parco artistico permanente.