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 2019  luglio 18 Giovedì calendario

Dario Sammartino, re italiano del poker

Napoletano, 32 anni, ha appena vinto 6 milioni di dollari. Ma non chiedetegli se è felice, perché la felicità spesso non ha prezzo. E per Dario Sammartino la felicità era un bracciale. Quello consegnato al vincitore del campionato mondiale di poker, le World series of poker, in scena come ogni estate a Las Vegas, Nevada. Seicento grammi d’oro e 2.258 tra diamanti e rubini per un gioiello che incorona il miglior giocatore di poker del pianeta. Di quella «medaglia» da sei anni si occupa un altro italiano, Simone Ricci, che a Las Vegas è il responsabile marketing e sponsor. «Lo ero, sto per tornare e speravo di concludere la mia avventura con il primo successo di un italiano». Invece ha vinto un tedesco di origini iraniane Hossein Ensan, che oltre al braccialetto si è fatto fare un bonifico da 10 milioni.
Dario si è fermato a 6, a un passo dal traguardo in un evento che ha tenuto più di trenta milioni di americani davanti a tv e tablet. «Chi gioca a poker sogna di arrivare qui, al tavolo finale. Quest’avventura è cominciata tanti anni fa, nei circoli e poi in tornei piccolissimi, persino in Egitto... sempre sperando di farcela. Ci ho messo passione, amore. E se metti l’amore nelle cose che fai è più facile riuscirci» racconta ora il vice campione del mondo.
A Napoli Dario si era iscritto a Economia e Commercio, poi ha scelto il poker. Dodici anni dopo, a Las Vegas è arrivato al tavolo finale dopo una corsa che oltre due settimane fa aveva visto iscriversi, con diecimila dollari, 8.569 persone da tutto il mondo (51 dall’Italia). Ogni giorno otto ore al tavolo per centinaia di mani con un unico scopo, aumentare le proprie fiches ed eliminare gli avversari. Nel Texas Hold’em ogni giocatore riceve due sole carte, il punto si crea miscelandole con le 5 che poi finiranno sul tavolo in tre momenti diversi.
Dario nei giorni precedenti aveva già raccolto oltre 400mila dollari in altri tornei. È un vincente. «È il numero uno» secondo Filippo Candio, che a Las Vegas nel 2010 arrivò quarto. Sammartino lo ha superato. «Ma quel primato non lo volevo, facevo il tifo per lui. È un amico, abbiamo cominciato insieme in posti assurdi, siamo stati ovunque». Una vita da nomadi, che si vinca o si perda. «Il poker sportivo, perché questo gioco lo è, ha bisogno di leggi e tutele che in Italia non ci sono. Inevitabile andare all’estero» insiste Candio, che oggi fa l’imprenditore in Sardegna. «Sono nati i miei figli, mi sono preso una pausa».
Dario, che quando gioca online si chiama Madgenius, non ha figli e risiede a Nova Gorica, in Slovenia. In aprile era a Montecarlo, dove ha vinto 46mila euro all’Ept (il circuito europeo organizzato dal colosso Pokerstars), e a fine maggio è arrivato a Las Vegas, dove ha affittato una villa con gli amici di sempre e ne ha fatto la base operativa. Lì studiava avversari e strategie, lì ha fatto festa sin all’alba, perché braccialetto o no sei milioni di dollari meritano un party. In un colpo ha battuto Candio e sorpassato Mustapha Kanit (altro amico, nella villa c’è anche lui) nella classifica italiana per somme vinte. L’assegno che incasserà lo porta oltre i 14 milioni. A 32 anni si può dire che una laurea, magari un po’ speciale, l’abbia comunque portata a casa.