Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  luglio 17 Mercoledì calendario

Periscopio

Un aforisma ben fatto sta tutto in otto parole. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole. Bompiani, 1994.Qual è la differenza tra letteratura e giornalismo? Il giornalismo è illeggibile, la letteratura non viene letta. Oscar Wilde, Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.
La mia strada e quella dei pentastellati si sono divise: loro sono alleati della Lega e ne condividono le politiche, con Salvini che li ha stretti in un abbraccio mortale; io sono rimasto coerente con le mie idee e sono ripartito con un nuovo partito. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, ex m5s. (Emanuele Buzzi). Sette.
«L’ecologismo è una nuova religione», sostiene Prud’homme. «Ha la sua dottrina, il suo catechismo, i suoi pontefici, i suoi chierici, le sue processioni, i suoi gesuiti, e ora i suoi santi», ci spiega l’economista. Che un’adolescente svedese dica assurdità è normale. Molto meno lo è «che le più alte autorità civili e religiose, dal presidente della Francia al Papa, la ricevano, la prendano sul serio, la ascoltino, la blandiscano». Rèmy Prud’homme, professore merito di economia dell’università di Parigi XII. (Giulio Meotti). Il Foglio.
Dieci anni fa, incontrai il prete più felice di essere prete in cui mi sia imbattuto: Don Livio Fanzaga, allora di 69 anni. È la voce di Radio Maria che, con allegra cadenza bergamasca, annuncia ogni giorno: Dio esiste, Gesù ci ama, il Paradiso ci aspetta. Questa succursale del Padreterno è nel centro di Meda, tra Como e Lecco. Ci incrociammo lì, chiacchierando negli intervalli degli interventi radiofonici. Assistetti zitto alla sua rassegna stampa che ne faceva (fa) uno dei più seguiti anchor-men nazionali. Don Livio Fonzaga di Radio Maria. (Giancarlo Perna). la Verità.
Renzi non aveva ancora quarant’anni e ne dimostrava almeno tre e mezzo in meno. Indossava camicie linde di bucato. E pantaloni che la dicevano lunga sul loro contenuto, molto apprezzati nel partito e nei salotti bene e, quel che più conta, nelle piazze. La statura era degna del rango e i lineamenti del viso tradivano la grinta d’un mastino. Parlava con chiarezza, non diceva mai ni, aveva la battuta pronta e la controbattuta fulminante. Sorrideva ma con parsimonia, digrignava con misura i denti e gonfiava le gote. Roberto Gervaso, Le cose come stanno. Mondadori, 2017.
Per capire la diffidenza dei tedeschi verso l’Europa mediterranea bisogna tener presente che da Lutero fino a tutto l’Ottocento la cultura tedesca è quasi esclusivamente protestante: Heidelberg, Jena, Tubinga, tutti i principali centri universitari sono legati alla Riforma per cui il papato e il cattolicesimo sono il male per definizione. Raffaele Oriani, il Venerdì.
Da giovane facevo anche l’attore, di nascosto da mio padre. Comparsate, tipo Un giorno in pretura. Più che altro per il ricco cestino. Sa, alla pensione Natalini di piazza Esquilino mangiavo solo pasta e fagioli. Per Il bell’Antonio ebbi la parte dell’avvocato incaricato dalla Santa Sede d’indagare sul matrimonio non consumato dei protagonisti, interpretati da Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. Schivo ma cortese lui, altezzosa e formalista lei. All’ultima scena, girata all’una di notte in piazza del Quirinale, ebbi 800 mila lire. Con due amici li sperperai al night 84 in via Emilia, dove andava Alberto Sordi. Quando papà seppe che bazzicavo i set, pose il veto: «Puoi fare tutto, ma non il cinema». Pasquale Laurito, direttore de la Velina Rossa (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.
Non solo autori amati come Gadda, Palazzeschi e Longhi (anche la vecchia contadina o il vecchio signore di provincia) mostravano l’originalità autentica di una formazione prima dei mass-media, attraverso una stratificazione di caratteri culturali e linguistici e di fisionomia e gastronomia e ironia e abbigliamento e comportamento lessico assolutamente «personali», elaborati entro vasi chiusi scarsamente comunicanti coi vasi chiusi (individuali e culturali) vicini: non leggevano gli stessi giornali, non mangiavano gli stessi prodotti, non guardavano gli stessi programmi alla televisione, non avevano ancora appiattito e amalgamato la parola. Alberto Arbasino, Un paese senza. Garzanti, 1980.
Oggi il pubblico di lingua inglese sembra molto più sensibile ai libri tradotti dall’italiano: basta pensare al successo internazionale di Camilleri o Elena Ferrante. Inglesi e americani cominciano a tradurre di più dall’italiano (oltre che da altre lingue) e poi si danno gran pacche sulle spalle perché pensano così di essersi sprovincializzati. Chi legge in traduzione, si compiace un po’ di questa sua apertura mentale, si sente partecipe delle altre culture, coinvolto nei problemi mondiali, e pensa di abbeverarsi all’alta letteratura anche quando ha davanti opere di medio valore. Tim Parks, romanziere inglese che vive in Italia. (Michele Gravino). il Venerdì.
Carlo Azeglio Ciampi, allora era Presidente della Repubblica, mi scrisse una lettera con la quale voleva sapere cosa pensavo dell’inno di Mameli. Parlai piuttosto male sia del testo, sia della melodia, sia dell’accompagnamento. Il nostro tema è risolto come una marcetta, mi dà fastidio e lo dissi all’incaricato del Quirinale. Così pensai a un esperimento. Riscrissi la melodia dell’inno. L’avrei eseguita nella piazza del Quirinale in un concerto dedicato a Ciampi. Ma lui non si presentò. In quei giorni c’erano state le vittime dello tsunami nel Sudest asiatico, credo ci fosse un lutto ufficiale. In più, gli uffici della presidenza mi avvertirono che la maniera in cui avevo concepito l’inno non era gradita, e che non avrei potuto eseguirlo al Quirinale. La melodia era perfetta, aveva un’armonizzazione diversa ma interessante, corretta, non troppo sofisticata. Ovviamente, non l’ho eseguito. Un giorno d’estate andai al Quirinale, nel grande cortile si teneva un concerto diretto da Roberto Abbado. Ciampi era presente e si suonò l’inno di Mameli, ma Abbado lo diresse lentamente, la banda non suonava forte e il coro non strillava, cantava. Impazzii. Mi parve bellissimo. Ennio Morricone, musicista. (Giuseppe Tornatore). la Repubblica.
Sulla lapide hanno inciso queste parole: «Alda Merini 1931-2009. Nell’intimità dei misteri del mondo». Vuol dire che lei era attraversata dal mistero. C’è una cosa di cui non si parla mai, si ha come il timore di parlarne ed è l’eucaristia. Io credo che sia il cibo sublime. Spesso con Alda andavamo a fare la comunione insieme. Arnoldo Mosca Mondadori, (Giangiacomo Schiavi). Corsera.
Quando una donna dice: «Non capisco cosa mi stia succedendo», vuol dire che è già successo. Con un altro. Roberto Gervaso. Il Messaggero.