il Giornale, 17 luglio 2019
Rossellini, la Bergman e il vulcano
È l’8 maggio 1948. Roberto Rossellini sta festeggiando il suo 42esimo compleanno quando gli arriva una lettera. «Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ti amo, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei. Ingrid Bergman». Rossellini, che ha una relazione sentimentale turbolenta da pochi anni con Anna Magnani, decide di rispondere alla diva svedese, sposata e madre di una bimba. «Ho appena ricevuto con grande emozione la sua lettera che è arrivata proprio il giorno del mio compleanno come il regalo più prezioso STOP In verità sognavo da tempo di fare un film con lei e da questo momento farò tutto il possibile perché questo sogno diventi realtà al più presto STOP Le scriverò una lunga lettera per sottoporle le mie idee STOP Con la mia ammirazione la prego di accettare l’espressione della mia gratitudine insieme ai miei migliori saluti. Roberto Rossellini». Il regista, che doveva girare un film alle Eolie, con la sua Anna, decide di cambiare la trama per adattarla alla personalità della Bergman; cercando di tenere la Magnani all’oscuro di tutto, tanto da chiedere al portiere dell’Hotel Luna Convento di Amalfi di non consegnargli telegrammi in presenza di altri. E lui che ti fa? «Dotto’, eccolo, non l’ho messo in casella, glielo do appena sta solo». «Ma che dici!», si difende Rossellini, non aprendolo davanti ad Anna. Che, avendo capito l’antifona, continua a servirgli gli spaghetti. «Va bene così? Vuoi altra salsa? Vuoi peperoncino?». E gli rovescia in testa il piatto fumante. Dopo un incontro a Parigi, alla presenza del marito di lei, il regista ottiene un premio negli Usa. Dice alla Magnani che esce per portare a spasso i suoi cani, Pippo e Micia, ma in realtà vola negli Usa con lo scopo di proporre a Ingrid la parte principale del film Stromboli terra di Dio. La diva dà una festa in suo onore e Rossellini (che era ancora sposato con Marcella De Marchis, scenografa e costumista) riesce a restare solo con la svedese, in cucina. Secondo quanto raccontò la Bergman a Renzo Rossellini, primo figlio di Roberto «forse lì, in cucina, era stato concepito Robertino», nato l’anno dopo. La passione li travolge. Il 20 marzo del 1949 la Bergman arriva in Italia per girare il film, che sarà prodotto da Howard Hughes. Roberto la accompagna per un tour alla scoperta delle bellezze italiane e, per la prima volta, la stampa pubblica la notizia della loro relazione: Strombolian Idyl. La Magnani, che è a Londra per presentare L’Onorevole Angelina, riceve la telefonata fatidica da Rossellini che le certifica la fine della loro storia. Anche in America non la prendono bene. La Bergman, fino a quel momento considerata una santa, è ricoperta di insulti da amici, conoscenti e fan per aver abbandonato la famiglia. Un’adultera da lapidare. Figuriamoci la stampa Usa, che si è vista sottrarre la sua più grande diva definita ora «apostolo della degradazione di Hollywood». Solo Ernest Hemingway ha parole buone per lei: «Ascoltami, figliola, voglio farti un discorsetto. Abbiamo una sola vita di fronte a noi (). Tu sei una grande attrice. Le grandi attrici hanno sempre grossi guai, prima o poi; se non li hanno, vuole dire che sono stronze (puoi cancellare le parolacce). E tutto ciò che le grandi attrici fanno, viene perdonato». Intanto, la casa produttrice Panaria, che doveva girare il film con Nannarella e Rossellini, ingaggia il regista William Dieterle (soprannominato Dhitler per il suo modo di dirigere) e affida, sempre alla Magnani, il ruolo di protagonista di Vulcano. La cosiddetta «Guerra dei vulcani» è ufficialmente scoppiata. E, come tutti i conflitti, va combattuto con l’aiuto di spie. La Panaria ne ingaggia una, un ragazzino di Bagheria, per intrufolarsi sul set dei rivali, che, scoperto, viene cacciato. La Magnani chiede al figurante liparoto Gianni Pavone di andare a Stromboli per capire cosa stesse accadendo. «A Colossè, mimetìzzate. Fa finta d’esse pescatore, contadino; fa er filo a quarche comparsa ma me raccomanno, non fa capì a nessuno che arrivi da lontano...», gli dice la diva italiana, tra una sigaretta e l’altra. Pavone è talmente bravo, da farsi assumere come comparsa, certificando la stretta unione tra Rossellini e la sua Ingrid. Intanto le riprese di Stromboli sforano. Non giova l’arrivo in Italia del marito della svedese. Rossellini, geloso, prima minaccia di spararsi poi gira ossessionato con la macchina intorno all’hotel dove i coniugi si stanno incontrando. La sfida a chi finisce il film prima, viene vinta da Vulcano che, difatti, il 2 febbraio del 1950, viene presentato, ma senza la presenza di Anna Magnani. O meglio, avrebbe dovuto essere, perché, durante la proiezione, per ben quattro volte, si verificano degli «incidenti» che bloccano la visione del film. Un sabotaggio vero e proprio. Nel frattempo, i critici presenti in sala, vengono avvertiti di lasciare il cinema Fiamma e di correre subito a Villa Margherita dove è appena nato Roberto jr., il figlio di Roberto e Ingrid, gravidanza tenuta il più possibile segreta, almeno fino al dicembre precedente quando venne rivelata da Louella Parsons. Il bimbo è nato alle 21. La Magnani, saputolo da un amico, evita proprio per questo motivo di andare alla prima del suo film. Nel frattempo, sia Rossellini sia la Bergman, hanno ottenuto il divorzio dai loro rispettivi coniugi, si sposano per procura, inviando due rappresentanti in Messico. Nel 1952 nascono due gemelle, Isabella (attrice come la madre) e Isotta Ingrid. Lui pretende che lei giri solo con lui. Nel ’56, Roberto vola in India per un documentario e si invaghisce di Sonali Senroy Dasgupta, una 27enne bengalese, sposata e madre di due figli. Rossellini la mette incinta. Volano a Parigi, dove Ingrid li aspetta nella suite del St. Raphael. Pratica, la Bergman gli chiede «Vuoi il divorzio?». «Sono stanco di essere il signor Bergman». Anna, nel frattempo, si era già presa la sua rivincita, nel 1953, con Bellissima portato in America e, nel 1956, vincendo l’Oscar con La rosa tatuata. E, senza Rossellini, anche Ingrid riprende a vincere la statuetta. Nel 1973, Rossellini vede una foto della Magnani avvolta in un foulard. Il regista intuisce la malattia della sua ex compagna che lo implora: «Impediscimi di morire». Roberto cerca di aiutarla in tutti i modi, ma il tumore al pancreas non lascia scampi alla diva italiana che muore il 26 settembre, a 65 anni. Nel frattempo, Rossellini conosce la 31enne Silvia D’Amico, figlia di Suso Cecchi D’Amico e si innamora di lei. I due vivranno vicino a Marcella, la prima moglie. Quattro anni dopo, Roberto ha un infarto e muore, a 71 anni, tra le braccia di Marcella. Una delle prime a telefonarle è proprio Ingrid: «Questa è stata la morte più bella che avrebbe potuto desiderare. È stato giusto così. Con te». La Bergman scompare il 29 agosto del 1982, giorno del suo 67esimo compleanno.