Il Sole 24 Ore, 16 luglio 2019
Libra, sede a Ginevra e nessun obbligo di trasparenza
Nessun obbligo di iscrizione camerale, di presentare bilanci e fornire informazioni ai mercati. Libra Association di Ginevra, l’organizzazione no-profit che racchiude al momento i 28 partner finanziatori della moneta globale lanciata il 18 giugno da Mark Zuckerberg, si sfila dalla disciplina svizzera di autorizzazione e vigilanza e rende dunque ancora più opaca la trasparenza.
Dopo l’allarme delle istituzioni mondiali della vigilanza, la politica internazionale e, da ultimo, gli affondi del presidente Donald Trump negli Usa e, anche ieri, del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, si scopre ora che la scelta fatta dal quartier generale californiano di Facebook a Menlo Park ha scansato l’ampia gamma di società commerciali, a partire dalla società per azioni, che il diritto svizzero prevede sul piano societario e finanziario, per privilegiare una forma basilare che non contempla grandi obblighi di trasparenza e controlli di sorta.
In Svizzera, a parte le società quotate in Borsa, non esiste un regime di autorizzazione e di vigilanza sulle società commerciali. Per quelle più importanti esiste l’obbligo di sottoporre i conti a una società di revisione esterna indipendente, quella sì sottoposta alla vigilanza di una speciale autorità federale. «A maggior ragione sono ancora meno sorvegliate quelle imprese che scelgono la forma giuridica dell’associazione – spiega a Il Sole 24 Ore Paolo Bernasconi, avvocato ed ex procuratore pubblico di Lugano –. Si tratta di casi molto rari poiché le imprese scelgono abitualmente di operare attraverso una società prevista dal diritto commerciale».
La scelta dell’associazione, dunque, è sinonimo di una maggiore opacità. Se l’associazione svolge un’attività commerciale – e non è questo il caso di Libra Association che, per espressa volontà della casa madre è senza alcun fine di lucro e al suo interno prevede come partner anche istituzioni globali non governative di aiuti umanitari e università come Creative Destruction Lab, Kiva, Mercy Corps e Women’s world banking – è obbligata ad iscriversi al registro di commercio, secondo quanto prevede l’articolo 61 del codice civile svizzero. Ma nell’iscrizione pubblica figura esclusivamente lo scopo dell’associazione e il nome dei membri del comitato dell’associazione che dispongono del diritto di firma e di rappresentanza presso terzi. Nessun bilancio e nessun’altra informazione. «Per lo svolgimento di un’attività commerciale tanto più se fosse di importanza internazionale o addirittura mondiale – continua nel ragionamento Bernasconi con riferimento a Libra Association – è solito che le imprese scelgano una delle forme previste dal diritto commerciale svizzero. La scelta dell’associazione talvolta avviene anzitutto allo scopo di sottrarsi alle regole imperative che sono previste dal diritto commerciale svizzero».
La scelta di affidarsi ad un’associazione prevede, inoltre, che i poteri dell’assemblea dei soci siano estremamente più limitati di quelli, peraltro già ridotti, dell’assemblea dei soci delle società commerciali di diritto svizzero. «La scelta dell’associazione – chiosa Bernasconi – talvolta è determinata dalla volontà di non esporsi al rischio di scalate da parte di terzi e di investitori intenzionati ad acquisire il potere e il controllo su una determinata impresa. Ed infatti, nei confronti di un’associazione, una scalata con opa o take over conosciuto nel diritto commerciale, è praticamente esclusa».
In Svizzera il dibattito sulla opacità della scelta di Zuckerberg e soci caduta sull’associazione sta prendendo forma. Efi Pylarinou, una tra le principali consulenti di fintech e blockchain nel territorio elvetico, pochi giorni fa sul suo profilo Facebook ha pubblicato una lunga dichiarazione nella quale ha testualmente affermato che «il fatto che Libra sia un’associazione, la forma legale più flessibile che può essere avviata in Svizzera, perfino più flessibile della scelta di affidarsi a una fondazione, visto che non ha obbligo di iscrizione al registro camerale e non ha alcuna autorità di vigilanza, come pure accade con Esa proprio per le fondazioni, ci fa affermare che dobbiamo affidarci alla buonafede e alla buona volontà di Libra Association. In realtà trasparenza e governance sono di primaria importanza».