Il Sole 24 Ore, 16 luglio 2019
Alitalia: perché è stata scelta Atlantia
Atlantia è stata scelta come partner di Fs e Delta per il contributo industriale solido che può dare e per la possibilità di «sinergie operative» tra gli aeroporti gestiti dal gruppo (soprattutto Fiumicino) e l’Alitalia da rilanciare.
È questa, secondo fonti qualificate, la motivazione che ha portato il cda di Fs a scegliere la holding dei Benetton. La stessa società alla quale i ministri dei Cinque Stelle, a partire dal responsabile del Mise Luigi Di Maio, contestano le responsabilità per la tragedia del Ponte Morandi e alla quale dicono di voler revocare la concessione autostradale, in scadenza nel 2038.
Atlantia entra come potenziale quarto partner della futura cordata che, se tutti i tasselli andranno a posto, verrà costituita da Fs (con il 35% del capitale), Delta (disponibile ad arrivare al 15%), ministero dell’Economia (15% circa). Alla società dei Benetton andrebbe circa il 35% della «Newco», che dovrebbe partire con un capitale di un miliardo di euro, ultima valutazione fatta da Fs e Delta.
Il consorzio non è ancora costituito. Non ci sono impegni vincolanti di nessuno. C’è un “tavolo”, al quale si siedono soggetti forti. Questo è un motivo di soddisfazione per l’a.d. di Fs, Gianfrano Battisti, dopo oltre dieci mesi di lavoro su un dossier che sembrava impossibile e che, pur avendo fatto passi avanti importanti, è ancora lontano dal traguardo.
Battisti ha portato dentro l’operazione Delta Airlines, una delle maggiori compagnie mondiali, oltre 44 miliardi di dollari di ricavi nel 2018 e risultati in crescita anche quest’anno. Adesso ha ottenuto l’adesione a partecipare al tavolo di Atlantia, uno dei maggiori gruppi internazionali nelle infrastrutture, azionista di controllo di Aeroporti di Roma, che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino. Un tema a parte è il “vulnus” anche nell’immagine di Atlantia del crollo del Ponte Morandi, tema che il governo e la società dei Benetton affrontano su un altro tavolo (almeno così dicono), ma che non è molto distante da quello su Alitalia.
A questo proposito due fonti autorevoli segnalano che l’11 luglio, lo stesso giorno in cui il cda di Atlantia ha dichiarato ufficialmente una disponibilità a esaminare il dossier Alitalia subordinandolo però a un «approfondimento» su piano industriale e governance, al ministero delle Infrastrutture e Trasporti è stato aperto un “tavolo” con la stessa Atlantia. Lo scopo sarebbe aprire un dialogo su Autostrade per l’Italia (controllata da Atlantia). Questa indiscrezione non trova conferme ufficiali, ma merita di essere riferita per l’autorevolezza delle fonti che l’hanno segnalata.
Quanto ad Alitalia, la holding dei Benetton chiede precise garanzie prima di impegnarsi a fare un’offerta vincolante, il cui orizzonte sarà il 30 settembre. L’a.d. Giovanni Castellucci chiede «profonde modifiche» al piano industriale della «Nuova Alitalia», riferisce una fonte. C’è già un piano predisposto da Fs e Delta. Atlantia lo conosce da alcuni mesi e ritiene che sia troppo a favore di Delta, che è interessata a difendere la sua posizione di supremazia nei voli transatlantici. Atlantia chiede un maggior potenziamento dei voli da Fiumicino per Nord America e Asia e non le piace il progetto di creare un’area di alimentazione di Fiumicino (feederaggio) con nuovi voli dai Balcani (Zagabria, Spalato). Anche i servizi di terra di Alitalia a Fiumicino (handling) dovrebbero essere riorganizzati. La società dei Benetton chiede più qualità e, secondo fonti esterne, maggiori tagli. Sullo sfondo il tema del governo societario e della struttura manageriale. Un tema che forse verrà definito dopo la stesura del piano industriale, ma che si integra profondamente con il piano.