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 2019  luglio 11 Giovedì calendario

Biografia di Valentina Cortese

Valentina Cortese (1923-2019). Attrice. «Raggomitolata in un fiocco di neve sono nata a Milano, il primo gennaio, all’ora del tramonto». «Figlia di una ragazza che l’aveva nascosta perché frutto di un legame illegittimo. “Mi affidò a una balia, mamma Rina, e io sono cresciuta con lei e i suoi figli ad Agnadello, vicino a Cremona. […] nella miseria, non sapendo che era miseria, si viveva bene anche se si mangiava pane ammuffito. Ho vissuto felice. Ero una bambina caparbia: a sei anni già volevo fare l’attrice […]» (Anna Bandettini). «Il debutto avvenne a Rivolta d’Adda a tre anni. In una rappresentazione natalizia era un angelo che doveva recitare una poesia, ma, di fronte al vescovo seduto in prima fila, “ho dimenticato le parole, mi sono agitata e la pipì dell’angioletto è scesa sotto la pedanina, giù, giù fino ai suoi piedi”» (Francesco Mannoni). A 17 anni conobbe il direttore d’orchestra Victor de Sabata (classe 1892), già sposato e padre di famiglia. «Fu un uomo speciale e meraviglioso. Persi la testa. Lasciai il liceo, mi trasferii a Roma». «Si trasferisce a Roma decisa a intraprendere la carriera d’attrice; ma è troppo giovane per essere ammessa all’Accademia d’arte drammatica, non troppo invece per frequentare la scuola di recitazione della Scalera Film. Guido Salvini, che è uno degli insegnanti dell’Accademia, la nota per primo e le offre un piccolissimo ruolo, quasi una comparsata, nel film che sta preparando sul mondo del teatro, L’orizzonte dipinto (1941), cui fa subito seguito un film prodotto dalla Scalera, Il bravo di Venezia (1941), nel quale è la protagonista femminile. […] Le cronache rosa dell’epoca chiacchierano molto puntando i riflettori sulla dolce giovane attrice, che viene notata da Blasetti in cerca di una fanciullina dall’aria sognante e trepida da affiancare a due mostri della recitazione (Elisa Cegani e Luisa Ferida) per creare il terzetto delle donne sedotte e abbandonate dal focoso Nazzari in La cena delle beffe (1941). Il dado è tratto, e Valentina Cortese si trova ad essere oggetto di richieste da parte dei produttori di vari film, ma sempre per ruoli legati allo stereotipo della fidanzatina fremente, piagnucolosa o dispettosa. Non contenta decide di dedicarsi al teatro […] già nell’aprile del 1945 fa parte di una prestigiosa compagine di attori (De Sica, la Proclemer, Massimo Girotti etc) […]. Giunta a Hollywood anche per allontanarsi da De Sabata, vi trovò nuove esperienze professionali e sentimentali. «Hollywood fu però anche una severa lezione: conobbe Richard Basehart, Dick, un attore bello e in carriera. Ne venne stregata e fregata: lo sposò nel ‘51 a Londra, ma non fu un matrimonio felice. “E poi ci fu il fattaccio. Darryl Zanuck, il grande capo della Fox, mi faceva la corte. Una sera mi invitò a una festa. Capii presto che era una specie di orgia. Lui mi mise le mani addosso. Gli gettai in faccia il whisky dal bicchiere, urlandogli ‘Fai schifo’, in italiano. Fu il mio grande gesto, ma anche la fine. Mi tenne sotto contratto, ma senza far niente. Tre anni. Poi, finalmente, tornai in Italia”» (Bandettini). «Il 1955 è l’anno della sua riscossa sul piano artistico e personale: Michelangelo Antonioni le offre il ruolo forse più bello di tutta la sua carriera d’attrice in Le amiche (1955) […]. «“Ero una donna sposata ma non felice: Dick mi aveva deluso. Beveva. Non potevo accettarlo, anche per il piccolo Jack, nostro figlio. Fu lì che arrivò Paolo Grassi: mi chiese di andare al Piccolo Teatro per fare Platonov. Un segno del destino. Potevo fuggire da Roma e da Dick”. […] Il Piccolo fu subito Giorgio Strehler» (Bandettini). «E come potevi non innamorarti di un uomo così? Eravamo alle prove di Platonov, lui doveva mostrare a Carraro come abbracciarmi. Salì in scena. Io sentii quelle braccia – col mio primo marito, Richard Basehart, ero in crisi –, pensai “O mio Dio…”. È stato un amore grande, grande, grande. Quindici anni». […] Nel 1973 con Effetto notte Valentina Cortese viene nominata agli Oscar come attrice non protagonista, ma viene battuta da Ingrid Bergman, la quale sul palco, al momento della consegna della statuetta, ringrazia l’Academy ma sostiene che il premio avrebbe dovuto essere assegnato all’attrice italiana. […]» (Lancia). Uno dei suoi ultimi spettacoli teatrali è stato il Magnificat di Alda Merini, portato nei teatri dal 2003 al 2009. Nel 2012 ha pubblicato con Mondadori l’autobiografia Quanti sono i domani passati, alla quale si è in seguito ispirato Francesco Patierno per girare Diva! (2017) […]. Nel 1980 si sposò in seconde nozze con l’industriale farmaceutico Carlo De Angeli («eravamo vicini di casa: conoscevo sua moglie; quando morì ci siamo avvicinati»), morto nel 1998 […]. «Come vorrebbe essere amata nel suo ultimo giorno? “Copritemi con un vecchio vestito di scena oppure semplicemente con un lenzuolo e buttatemi nel fuoco. Mettete le mie ceneri accanto a quelle dei miei cani. […] E io vi prometto che conserverò il mio sguardo incuriosito se, di là, dovessi scoprire che esiste il Paradiso”» (Dario Cresto-Dina).