Corriere della Sera, 15 luglio 2019
All’asta oggetti banali di Philip Roth
I suoi quattromila volumi sono alla Biblioteca di Newark, l’appartamento nell’Upper West Side è stato messo in vendita quest’anno per 3 milioni di dollari. Ci mancava l’asta dei 129 oggetti, dalle tre macchine per scrivere al trolley nero della Samsonite con il nome «P.Roth» scritto a mano e il numero di telefono, prezzo base 50 dollari.
Mercatino Roth: il 20 luglio alle 10 una piccola casa d’aste di Litchfield, Connecticut, metterà in vendita alcune cose appartenute al grande scrittore scomparso nel maggio 2018, dopo 85 anni e trentuno meravigliosi libri. La località dista 10 km dalla settecentesca casa di campagna di Warren dove Philip Roth aveva il suo buen retiro estivo. Gli appassionati potranno partecipare dal vivo oppure online, collegandosi con Litchfield County Auctions. Se questo fosse il patrimonio dell’autore di «Pastorale Americana», sarebbe un lascito abbastanza ridicolo. I venditori hanno comunicato che il ricavato andrà in beneficenza, senza dire a quale organizzazione. Forse la cosa a cui Roth teneva di più, i suoi 4 mila libri dislocati nella vecchia casa di Warren, erano già stati promessi in dono nel 2016 alla Biblioteca della sua infanzia, a Newark, con l’accordo che fossero esposti nello stesso ordine di scaffalatura che avevano a casa. E tra i pezzi all’asta non c’è la sua rotonda poltrona di pelle nera e neppure uno dei leggii dove ai tempi d’oro era solito scrivere (anche per ovviare al mal di schiena che lo perseguitava fin da ragazzo).
È una collezione raffazzonata, come quando si deve svuotare una casa già svuotata del meglio. Eppure questi 129 oggetti curiosi esercitano un certo fascino, come la valigia di Ayrton Senna che fu aperta e raccontata alla sua morte. Ci sono pezzi di tranquillo «inferno domestico», come la scala da giardino con sette gradini e la giraffa di paglia del Madagascar (costo 30 dollari) recuperata nella stanza degli ospiti (con una divertente scritta sul muro che invitava al silenzio). Forse i pezzi migliori per gli appassionati di letteratura sono le macchine per scrivere: l’Olivetti Lettera 32 con la custodia vissuta degli anni Sessanta (sul finire del decennio Roth pubblicò quel «Lamento di Portnoy» che lo rese celebre), prezzo di partenza 150 dollari (valore stimato 300-500). Ci sono due di quelle Ibm Selectric che lo scrittore definì «funzionali e puritane».
Mentre su Roth stanno per uscire tanti libri (scritti da persone che più o meno bene l’hanno conosciuto), dalla sua vecchia casa esce una raccolta sparsa di oggetti desueti che raccontano qualcosa di lui. Un ritratto non finito che gli fece R.B. Kitaj, una marionetta del teatro delle ombre proveniente da Bali, un poster di «Idomeneo» con dedica di Maurice Sendak, una cartolina del baseball datata 1963 con il lanciatore Sandy Koufax e una mazza appartenuta a Yogi Berra (Roth amava gli Yankees). Anche un piatto con l’effigie del presidente Nixon, che Roth prese per i fondelli in «La nostra gang» del 1971.
C’è chi deride questo mercatino (cosa c’entra con lo scrittore Roth?, si chiede il Guardian). Forse niente. Ma colleghi scrittori come Orhan Pamuk ci farebbero un piccolo museo.