Libero, 15 luglio 2019
Intervista a Serena Grandi
Cerco Serena Grandi per qualche giorno ma il telefono spesso risulta staccato. Provo con dei messaggi e Serena con la solita gentilezza mi risponde «sono in un posto dove non prende bene il telefono». Il giorno seguente ci diamo un appuntamento telefonico per la nostra intervista. «Sono in campagna con delle amiche e qui il telefono prende poco; spesso mi ritiro fuori dal mondo perché ho bisogno di stare con le mie amiche del cuore». Mi sembra una ottima scelta Serena; hai sentito di Tinto?
«Certo che ho sentito e mi sono subito prodigata a chiamare Caterina Varzi, la moglie, per sapere come sta e per fortuna le condizioni sembrano stazionarie».Hai lavorato con Tinto Brass in Monella negli anni ottanta e poi sei diventata una sua grande amica. Chi è Tinto Brass?
«Tinto è un gentiluomo, un uomo straordinariamente galante; colto e profondo a tal punto che è riuscito a fare del “cinema erotico” una cifra stilistica estetica straordinaria».
La “leggenda “però ha sempre parlato di un uomo che amava le donne con cui lavorava e non disdegnava “toccarle”. È vero questo?
«Assolutamente è falso! Tinto non ha mai sfiorato nemmeno una spalla delle persone che hanno lavorato con lui; il rispetto è stato sempre il punto di partenza della sua professionalità. Anzi ti dirò di più. Non sai quante ragazze avevano voglia di saltargli addosso e lui invece le fermava con eleganza. Ragazze prive di scrupoli che per fare andare bene un provino cercavano di conquistarlo in altro modo. E poi ricordiamoci che al fianco del maestro c’era sempre Carla Cipriani soprannominata Tinta sua moglie e sua musa ispiratrice per quarant’anni».
Che rapporto aveva con Tinta?
«Un rapporto di complicità assoluta. Tinta è sempre stata non solo la moglie e la compagna di una vita fino a che non è morta nel 2006, ma era la sua musa ispiratrice. Tinto provava le scene, anche quelle spinte, proprio con lei... una coppia straordinaria». Vuoi dire che prima di una scena di Miranda Tinto Brass provava con la moglie? «Certo che sì! Che ricordi meravigliosi Miranda!».
Me li vuoi raccontare?
«Guarda per me lavorare e conoscere il “maestro” è stato decisivo per la mia carriera. Sapevo che avendomi scelto ed io accettato quel ruolo non mi sarei più tolta di dosso l’idea della “icona sexy“. Ma ho scelto di farlo perché sapevo che Tinto Brass mi avrebbe insegnato il mestiere di attrice. È un perfezionista attento ad ogni cosa io da lui ho solo imparato. Sarò per sempre riconoscente a lui e alla sua arte. Non amo chi riconoscente non è!».
A chi ti riferisci?
«A chi adesso fa la suora rinnegando il passato».
A Claudia Koll?
«Sì certo, io non metto in dubbio la sua scelta di fede, anzi me ne compiaccio, ma rinnegare un periodo storico dove faceva i film erotici lo trovo ipocrita».
Claudia Koll aveva dichiarato: «Se potessi, certi errori non vorrei averli commessi. Il film non mi ha aiutata: sono rimasta due anni senza lavorare. A un certo punto ero arrivata perfino a pensare di iscrivermi di nuovo a Medicina. Mi aveva ostacolato la carriera…. Io sognavo il cinema vero, di Bergman… Feci un grosso errore di valutazione: pensai che mi avrebbe fatta conoscere e invece lo impedì, perché tutti si fermarono al mio corpo, e le uniche chance di lavoro erano dello stesso genere». Cosa pensa Serena di queste dichiarazioni?
«Penso che siano ingenerose nei confronti di chi ti ha scelto e dato l’occasione di lavorare. Citare Bergman denigrando Tinto è sbagliato. Tinto Brass dipingeva le scene, era un pittore e la sua formazione passa attraverso il lavoro fatto con due grandi registi Joris Ivens e Roberto Rossellini di cui era negli anni Sessanta assistente. Io avevo voglia di imparare da lui e se poi ho lavorato con registi del calibro di Sorrentino o Pupi Avati e perché il mestiere me l’ha insegnato Tinto».
Non hai peli sulla lingua Serena?
«Penso di potermi permettere di dire ciò che voglio senza alcun problema come, per esempio, quando feci la madrina del gay pride di Rimini e venne organizzata una processione da un parroco e da Forza Nuova nella stessa città contro l’iniziativa. Ho trovato terribile questo gesto ed il tema della parità di genere a me è profondamente caro».
Questo è stato un anno difficile, sei passata attraverso la malattia, come ne sei uscita e cosa ti ha insegnato?
«Forse proprio per questo non ho più alcun timore a parlare e dire ciò che penso. Il mondo lo vedo da un’altra prospettiva e mi sento più libera di raccontare ciò che provo. La malattia mi ha migliorata».
E come vedi l’Italia in questo periodo storico?
«Ho votato Salvini e ho fiducia in lui e spero non mi deluda. Credo che stia cercando di dare nuovamente dignità al nostro paese e ne avevamo bisogno. Riacquistare la nostra dignità di popolo... Salvini sta lavorando su questo. Io per esempio sono orgogliosa di essere romagnola; hai visto in due giorni hanno sistemato tutto dopo il disastro che c’è stato per la pioggia. Ecco io voglio la mia nazione così, orgogliosa e laboriosa».
Ti piacerebbe entrare in politica?
«Sì, lo farei volentieri occupandomi del sociale».
Quale altro politico hai votato?
«Bettino Craxi; sono stata craxiana perché anche lui cercava di dare una dimensione internazionale al nostro paese».
Certo il ricordo di Sigonella è limpido nella nostra memoria. L’hai sentito quando era ad Hammamet?
«Spesso lo chiamavo e alcune volte sono andata a trovarlo. Mi venne regalata una lampada di Bettino e mi dissero che tutti i suoi discorsi li scriveva sotto quella luce. La conservo con grande amore, è in ceramica, molto bella. Adesso però devo andare: sono ospite e mi stanno tutti aspettando».
Infatti Serena non è stato semplice trovarti, dove sei?
«Sono in Toscana insieme alle mie amiche del cuore Corinne, Beatrice e Fanny».
Corinne Clery la moglie del tuo ex marito Beppe Ercole... i vostri rapporti non erano idilliaci?
«Sì, siamo come sorelle io e Corinne. La vita è magica e ti sorprende sempre».