La Stampa, 15 luglio 2019
Il surfista italiano che sfida le super onde
C’è un italiano tra i gladiatori che scendono nell’arena di Nazaré, in Portogallo, per sfidare le onde giganti. Si chiama Alessandro Marcianò, ha 48 anni, è un romano cresciuto sulla spiaggia di Santa Marinella, dove ha cominciato col windsurf ed è poi passato alla sola tavola. «Serviva meno bagaglio per girare il mondo in cerca di mareggiate», dice.
Marcianò è ormai di casa nel borgo lusitano, la mecca del big wave surfing grazie a un canyon sottomarino che fabbrica montagne d’acqua in serie con la complicità dell’Oceano. Qui arriva nel 2015, dopo aver gareggiato per anni nei contest italiani ed europei («Ma di onde normali»). «Ho raccolto l’invito di Garrett McNamara, che già da anni stava surfando a Nazaré (la star hawaiana che nel 2011 ha cavalcato un’onda-record di 24 metri) e che avevo avuto come ospite al Surf Expo, la manifestazione che organizzo a Santa Severa. "Vieni a Nazaré", mi aveva detto. "Tu sei matto", gli avevo risposto. Poi, nel 2014, quando ho deciso di chiudere con le gare, mi ha chiamato» racconta Alessandro.
Le prime onde sono di 5-6 metri e l’italiano si fa notare. Finché, il 23 dicembre 2015, arriva il battesimo vero e proprio. «Garrett mi aveva preparato psicologicamente per giorni. Io ero in ansia, non dormivo la notte, avevo attacchi di panico. Ero già uscito col jet-ski ed era stato terrificante. Quando è arrivata la grande mareggiata, mi ha detto che era troppo per me. Io, che avevo sofferto fino a quel giorno, mi sono ribellato. "No, voglio entrare", gli ho detto. "Ok, ti vengo a prendere alla spiaggia", la sua risposta. Così, mi sono trovato a cavalcare un’onda di 18 metri, primo italiano della storia a riuscirci».
Da quell’impresa è stato un crescendo. Nel 2017 Marcianò è stato nominato nel contest più importante del mondo, il XXL Big Wave Awards della World Surf League. La sua tavola è nel Nazaré Surfer Wall, la Hall of Fame ricavata nel faro-icona. Ma c’è stato anche un altro battesimo. «Il 19 febbraio scorso sono uscito in mare con una tavola nuova. Ho preso la prima onda e ho sentito che non andava. Mi sono gettato nella bomba, di almeno 12 metri, che mi è esplosa addosso. Sono rimasto sott’acqua 13 secondi la prima volta, ho ripreso fiato, sono tornato sotto. Alla fine sono riusciti a riacciuffarmi con il jet-ski, me la sono cavata con solo una spalla sfasciata».
Poteva morire? «Sì, potevo. Mi è andata bene. Il rischio c’è, ma sei anche preparato. Gli allenamenti di apnea sono fondamentali e poi c’è la testa». Il discorso si sposta inevitabilmente sull’età. «Su queste onde ci arrivi progressivamente, negli anni, devi maturare una tua visione. Ora le grandi onde sono di moda e ci sono anche giovani, ma non sono molti rispetto ai surfisti più maturi. Non c’è spazio per i kamikaze, su queste montagne d’acqua più sale in zucca hai e meglio è». Ci vuole cuore, anima e appunto testa per surfare onde alte come palazzi. «Devi saper controllare la paura, evitare di andare nel panico. E avere la forza di reagire: quando sei sotto tonnellate d’acqua il tuo corpo è pronto ad arrendersi, se ci tieni alla vita devi riemergere aggrappandoti alla forza mentale».
Divertimento, adrenalina e cos’altro? «Be’, mentre surfi ti senti nelle mani di Dio e nel contempo un microbo nell’immensità della natura. Io su questi giganti d’acqua ho trovato il mio Paradiso e il mio Inferno».
Nazaré, le grandi onde, lo stesso Alessandro stanno contribuendo a far crescere il movimento del surfing, che è diventato anche sport olimpico (il debutto a Tokyo 2020) e che sta conoscendo un boom mondiale. Italia inclusa.
Manifestazioni come il Surf Expo, che Marcianò organizza dal 1999 sulla costa romana, sono in grande crescita. «Quest’anno si tiene dal 18 al 21 luglio. L’ ingresso è libero, ci sono corsi, spettacoli, contest, sfilate. E campioni come la francese Justine Dupont, una giovane promessa che ha vinto il XXL Big Wave Awards».
Progetti? «Organizzare corsi per cavalcare le grandi onde. E, per quanto riguarda me, alzare il tiro, surfare montagne più alte». La compagna di Alessandro è di Nazaré. «Soffre quando mi vede in mare, ma non mi ferma. Anzi, m’incoraggia».