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 2019  luglio 14 Domenica calendario

La distrazione al volante prima causa di incidenti

Non è l’eccesso di velocità (10,3%) o il non fermarsi ai semafori rossi (14,5%): è la distrazione (16%) la prima causa di incidenti stradali in Italia dove c’è stato almeno un ferito o un morto. Una percentuale degna di un bollettino di guerra se si considera che, per l’ultimo rapporto Aci/Istat, nel 2017 sono stati stesi 3.378 lenzuoli bianchi sull’asfalto (+2,9% rispetto al 2016) mentre i feriti sono stati 246.750 (-1%) con costi sociali stimati enormi: 19,3 miliardi di euro (1,1% del nostro Pil). 
Il problema della distrazione da smartphone alla guida è globale e, per uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità, i conducenti che li usano hanno circa quattro volte più probabilità di essere coinvolti in un incidente. I tempi di reazione – sia di frenata sia ai segnali stradali – sono rallentati ed è più difficile mantenere la corsia o le distanze corrette. Sempre per l’Oms, neanche i telefoni con vivavoce sono molto più sicuri dei telefonini e, infine, i messaggi aumentano il rischio di incidenti. 
«Se si viaggia in città entro i limiti, a 50 chilometri orari, e si risponde a un messaggio – spiega Enrico Pagliari, coordinatore dell’area tecnica dell’Aci – è come se si guidasse bendati per dieci secondi, durante i quali si percorrono quasi 150 metri».
Un problema ben noto alle forze di polizia che, nel 2017, hanno elevato 145.815 verbali per uso improprio di cellulari o cuffie. La Stradale ha recentemente chiesto che sia modificato il Codice in modo che venga ritirata la patente già dalla prima volta che si viene «pizzicati». 
«Oggi è prevista solo in caso di recidiva e ciò si è mostrato poco efficace come deterrente – spiegano dalla Stradale – perché la sempre maggiore voglia di essere connessi fa sì che sia una trasgressione diffusa e difficile da contrastare. Noi riteniamo che la sanzione del ritiro possa essere efficace». 
Intanto le associazioni che promuovono l’educazione e la sicurezza stradale non ci stanno. «La distrazione da smartphone è la sbornia del nuovo millennio – sottolinea Giordano Biserni, presidente dell’Asaps— e l’inasprimento del Codice non è più rinviabile. Gli italiani sono campioni mondiali di lancio del telefonino quando vedono una pattuglia. La Stradale e la Municipale dovrebbero averne assegnate di più. Magari in borghese come all’estero».
Anche la magistratura sta affrontando il problema. «Sono tantissime le procure della Repubblica che hanno emanato direttive che in caso di incidenti stradali gravi ci consentono di sequestrare i device – proseguono dalla Stradale – per stabilire se il guidatore li stava utilizzando». 
Gli agenti, però, se lo fanno sul luogo dell’incidente devono informare il guidatore che può farsi assistere dal legale o da una persona di fiducia. 
«Sanzionare va bene però non basta – conclude la Stradale – perché occorre sensibilizzare ed educare i guidatori a capire i rischi che corrono per se stessi e per gli altri. Per questo, oltre a campagne social ne abbiamo lanciate numerose rivolte alle scuole».