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 2019  luglio 14 Domenica calendario

Kim Basinger in Corea contro i mangiatori di cani

È successo l’altroieri, nel giorno di Boknal, il tradizionale festival in cui si mangia carne di cane (coincide con i giorni più caldi dell’anno, c’è in Corea del Sud la credenza popolare che tra i benefici che darebbe questo alimento ci sia anche una maggior capacità di sopportare la calura). 
Tutte le telecamere o quasi però sono per la signora americana, il cui impatto mediatico surclassa sia il buffet canino sia le finte carcasse in braccio a attivisti vestiti a lutto. Perché si tratta di Kim Basinger, la diva di tanti film, da Nove settimane e mezzo a L.A. Confidential che le è valso l’Oscar. 
Basinger è alleata di due associazioni, Last Chance for Animals e Animal Liberation Wave. Cercano di aumentare il supporto popolare per un disegno di legge proposto dal parlamentare Pyo Chang-won che darebbe il via al bando totale dell’uccisione di cani e gatti per fini alimentari (Moon Jae-In, il presidente, appoggia le posizioni degli amici degli animali, non solo non mangia carne di cane ma ha un cane come animale domestico, ma la questione politica resta spinosa). 
Quella di Basinger, l’altroieri, è stata un’apparizione rara: dopo l’Oscar 21 anni fa per L.A. Confidential, tratto dal grande romanzo di James Ellroy che aveva finalmente ratificato il suo status di grande attrice dopo anni di fatica per sfuggire ai soliti ruoli di sex symbol, non ha avuto la carriera che ci si sarebbe aspettati. 
«Hollywood sembra un posto tanto liberal finché non si va a guardare un po’ dietro le quinte», ha spiegato lei con eleganza. E ora, a 65 anni, trova sempre meno film interessanti – anche se, quando appare, come nel Cinquanta sfumature di nero di tre anni fa, è sempre una festa per chi la ammira (e il film andò anche benissimo al botteghino).
Meglio gli animali che gli umani di Hollywood, quindi: Basinger si era già inimicata, a casa sua, i sostenitori delle gite in calesse a Central Park perché ne aveva appoggiato la messa al bando. Ora in Corea del Sud eccola a spendere per I suoi amici animali quel volto che ipnotizzò chi ama il cinema nel 1983. Quando apparve nei panni (minimali) della Bond girl di Mai dire mai affiancando un Connery-Bond fuori tempo massimo e annunciando che il cinema aveva trovato una di quelle attrici che oltre alla bellezza fuori dal comune hanno, di straordinario, anche il talento.