il Fatto Quotidiano, 14 luglio 2019
Il culto di Cairo su Rcs
Che Urbano Cairo osservi la politica con un occhio molto più che interessato è un segreto di Pulcinella. Della sua imminente discesa in campo parlano tutti, tranne lui. Tra i più entusiastici c’è l’eterno democristiano Gianfranco Rotondi: “Cairo ha una sensibilità politica. Sa ascoltare, è umile. A determinate condizioni potrebbe essere la persona giusta”. Quali? “Primo, che gli italiani si stufino di Salvini e riscoprano il bisogno di qualcuno che sappia amministrare il potere seriamente. Secondo: che si apra lo spazio per un grande centro liberale, cattolico e moderato. Cairo di certo non verrà a fare il leader di una Forza Italia morente; il junior partner del leghista”.
Ne parlano tutti, dicevamo, tranne lui. Cairo non ne ha bisogno: possiede una tv (La7), una squadra di calcio (il Torino) e un grande gruppo editoriale (Rcs). Specie i suoi quotidiani – Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport i principali – sono sensibili al richiamo: la cura della sua immagine sfiora il culto. Ve l’avevamo raccontato sul Fatto qualche settimana fa: “Tutto il Cairo minuto per minuto” è un genere giornalistico straordinariamente fecondo sulle sue testate. La “cairite” di Rcs è peggiorata.
Il fenomeno si manifesta in tutta la sua imbarazzante magnificenza il 4 luglio. Da pochi giorni il Milan è stato escluso dalle Coppe per motivi finanziari, permettendo il ripescaggio del Torino in Europa League. Sulla Gazzetta è tripudio: nelle pagine 2 e 3 si stende una maxi intervista “esclusiva” (sic!) all’editore del giornale. Titolo a caratteri cubitali: “CAIRO/ ‘La mia campagna d’Europa’”. Catenaccio: “Dopo un anno d’oro sarà un Toro aggressivo. Per Mazzarri preparo un colpo di qualità”. Nota di colore: il proprietario dei granata sconfina negli aspetti tecnici, annunciando che l’allenatore “giocherà col 3-4-3”. Con le tre punte, insomma. Ricorda qualcuno?
L’intervista è la seconda in pochi giorni: il 30 giugno, appena avuta la notizia del ritorno del Torino in Europa, “la rosea” aveva subito interpellato il patron (suo e del Toro). Ancora un’intervistona, stavolta di una sola, sobria pagina: “Cairo ha pronto il passaporto/ ‘Annata super e i big restano’”. Il presidentissimo compare in due distinte fotografie nella stessa pagina. Quando parla lui è tutto “super”, “d’oro”, “di qualità”.
Stavolta però l’intervista non è “esclusiva”, ce l’ha anche il Corriere: il 30 giugno, insomma, Cairo è in prima pagina sui suoi due quotidiani preferiti. Nell’intervista sul Corsera è magnanimo: “Il Toro si merita l’Europa, mi spiace però per il Milan”. È un grande classico: fare il proprietario di una squadra di calcio serve soprattutto per sedere a certi tavoli, intessere relazioni, finire sui giornali e in tv. Se poi possiedi anche i giornali e una tv…
Va detto però che Cairo compare a giorni alterni sul Corriere per le ragioni più svariate.
Scenari politici, il 12 luglio (“Tajani: Cairo? Lo vedrei bene in politica”). Scenari televisivi, l’11 luglio (“La7 squadra vincente/ L’editore Cairo: con 3.621 ore di informazione superiamo le altre reti, ascolti in costante aumento”). Scenari editoriali, il 4 luglio (“F celebra 7 anni di successi/ Cairo: settimanale in crescita perché sta al passo con i tempi”).
Anche quando il soggetto non è Cairo, si parla di Cairo. Così il Corsera il 10 luglio intervista Massimo Giletti, il presentatore di Non è l’arena: “Resto a La7, qui c’è più libertà”. La foto di Giletti? Insieme a Cairo. Il passaggio cruciale? “Per fare bene il nostro lavoro serve una condizione: la libertà. Cairo me la garantisce, è un editore puro”.