Preparatevi a code bibliche e imprecazioni, e probabilmente dovrete rinunciare alla carta d’identità elettronica pretendendo di ottenere la vecchia edizione cartacea, pratica consentita da un lungimirante decreto ma solo nei casi di «comprovata urgenza»: tranquilli, una partenza imminente lo è. In questo inizio d’estate il Poligrafico ne sforna più di quarantamila al giorno, ma il collo di bottiglia restano i Comuni: gli sportelli sono intasati, e le prenotazioni — che dovrebbero scongiurare inutili e ripetuti pellegrinaggi all’anagrafe — rimandano a data da destinarsi. «Ci vogliono 10, al massimo 12 minuti per sbrigare una domanda», assicura Stefano Imperatori, direttore Sviluppo soluzioni integrate del Poligrafico e Zecca dello Stato. Ma tanto basta per azzoppare le anagrafi di mezza Italia.
C’è chi il problema non se lo pone, però. Su 7.914 Comuni italiani ce ne sono cinque che le Cie, le carte d’identità elettroniche, non sanno proprio cosa siano. Non le fanno per niente, vanno avanti con la vecchia carta giallognola. Sono quattro Comuni minuscoli, più uno impunito: Palermo. «Siamo pronti già dall’autunno scorso, ma partiremo a giugno», assicurava nel 2017 l’assessore Giusto Catania. Come non detto.
La procedura per ottenere la Cie è semplice. Mani in tasca, prima di tutto: si pagano 16,79 euro più i diritti fissi e di segreteria. Poi si va in Comune con fototessera, codice fiscale e ricevuta di pagamento; e si indica dove si desidera ricevere la carta, che verrà spedita in un paio di giorni. Impronte digitali, il consenso o il diniego alla donazione d’organi, una firma e via.
E dire che questa tessera «personalizzata mediante laser» promette (e per ora non mantiene) una vera rivoluzione. Può essere utilizzata non solo pergarantire l’identità «con la massima sicurezza» ma anche per accedere ai servizi online delle amministrazioni pubbliche, per passare i varchi aeroportuali del controllo elettronico dei passaporti, e persino come badge in ufficio o in fabbrica. «Al Poligrafico abbiamo modificato i tornelli e la usiamo già in alternativa al badge — dice Imperatori — permette un accesso digitale al massimo livello di sicurezza. A giugno la Cie è stata notificata alla Ue: un italiano residente in Germania può usarla per ottenere gli stessi servizi che la pubblica amministrazione fornisce ai tedeschi».
Dietro l’angolo, se fossimo meno predisposti a inciampare in burocrazia e disorganizzazione, ci sono altri benefici: «Stiamo lavorando ai "servizi veloci". A Roma per esempio — dice Imperatori — può essere usata al posto di Metrebus per l’abbonamento sui mezzi pubblici. Può essere usata come accesso controllato agli stadi. Il Comune di Torino, le Regioni Piemonte e Toscana già permettono l’accesso con la Cie per i servizi ai cittadini». Sul sitoCartaidentita ci sono i manuali con cui ogni amministrazione o azienda può sviluppare interazioni, e su Developers.italia.it c’è tutto il software per realizzare App.
Tra ologrammi e stampe laser, immerso nel policarbonato della Cie c’è un cuore intelligente, «un microprocessore a radio frequenza» che «protegge dati, foto e impronte dalla contraffazione». Sicura, semplice, efficace. «Il cittadino la riceverà all’indirizzo indicato entro 6 giorni lavorativi dalla richiesta», promette il ministero. Pure prima, conferma il Poligrafico. A patto — s’intende — di riuscire a presentarla, la benedetta richiesta.