In Italia ne aveva già scritto L’Espresso...
«Innanzitutto, Matteo Salvini non era presente a questo presunto incontro all’hotel Metropol, quindi non gli si può rimproverare nulla. I tre russi potrebbero essere chiunque, persino specialisti delle prese in giro...».
Uno dei tre dovrebbe chiamarsi Ilija Andreevich Jakunin. Le dice niente?
«Ho letto che sarebbe molto vicino a Vladimir Pligin. Ricordo che Pligin è stato deputato della Duma, adesso non so che cosa faccia. Non è mai stato in prima fila. Non conta niente e la sua implicazione non prova alcunché».
Ma Jakunin lo conosce?
«Ma che ne so. In Russia ci sono migliaia di Jakunin».
L’audio come è uscito fuori?
«Attorno ai politici girano sempre dei “ragni”, personaggi-ombra, agenti dei servizi segreti. Un politico deve stare attento a chi incontra. Io cerco sempre di avere un dossier sulle persone che mi tocca incontrare. A chi non ha tanta esperienza in politica, possono capitare incidenti del genere».
Insinua che si sia trattato di una trappola?
«Penso solo che sia un “fake” di pessima qualità».
Perché ora?
«A chi giova tutto questo? Giova alle forze contro il rinnovamento in Italia. Bene o male che sia, Salvini è una forza nuova. L’anno scorso sono stato nella sua terra, la Lombardia, e ho conosciuto tanta gente. Mi hanno fatto tutti un’ottima impressione».
Ha incontrato anche Gianluca Savoini?
«Non le dirò chi ho incontrato. Ho visto tanta gente. Però conosco l’argomento, non è che parlo soltanto per parlare».
Ma è a conoscenza del fatto che Dugin ha incontrato più volte Savoini? Perché quest’interesse per la Lega?
«Che importanza ha se si sono visti? Ho fondato un partito insieme a Dugin. Che significa? Che Dugin sia un Satana con gli zoccoli? Che c’è di strano se Dugin è interessato alla Lega? Conosce benissimo l’italiano per cui non c’è niente di strano nel fatto che abbia contatti con politici italiani. Io, per esempio, conosco Alain de Benoist, ma non vuol dire niente».
Molti in Occidente definiscono Dugin “l’ideologo di Putin”. È d’accordo?
«Quello che si dice in Occidente non mi interessa affatto. I complottisti vedono nemici in ogni cespuglio. È una malattia. Sono sicuro che Dugin e Putin non si siano mai visti.
Aleksandr Gelievich è uno studioso puro. Parla cinque lingue e ne legge nove. È un "uomo da libro", lo definirei così. Tutte le sue iniziative in politica però di solito sono un fallimento».
Stando all’audio, sarebbe direttamente implicato nella trattativa per finanziare la Lega.
Che cosa pensa del suo coinvolgimento?
«La politica italiana è diventata una cosa vergognosa, simile alla politica russa. Fruga nel gossip».
Dugin è molto vicino a Konstantin Malofeev che Savoini pare conosca bene. Che interessi può avere Malofeev?
«Penso che sia una cavolata, scusi l’espressione, ma la scriva, per favore. Scriva che Limonov ha riso in modo antipatico e ha detto che pensa sia una balla».
Nell’audio, Savoini parla di un asse tra Lega, Fpö in Austria, Afd in Germania, l’ex Fn Francia. Che ne pensa?
«Vogliono creare una sorta di "Internazionale degli euroscettici". Alle parlamentari europee hanno guadagnato voti. Tutto cambia: il vecchio non si vuole arrendere, il nuovo vuole vincere. Io sto sempre con il nuovo».
Marine Le Pen ha ricevuto soldi da una banca russa. È possibile che i suoi alleati vengano finanziati da Mosca?
«Penso di no. Sono cauti, sanno che sarebbe rischioso. Gli basta che la borghesia abbia capito che sono il futuro. Salvini di certo ha un futuro. Milano è una città ricca, si vede che lì la gente ha i soldi. Gli basta, a che gli servirebbero i soldi del Cremlino? Il denaro è dappertutto, non solo qui».