Corriere della Sera, 13 luglio 2019
La tragedia dei cuginetti falciati dal Suv
VITTORIA (RAGUSA) Una serata di alcol e cocaina, un’auto di grossa cilindrata con a bordo i rampolli di famiglie dal cognome «pesante», una folle corsa e un sorpasso azzardato in una stradina. Così ha preso corpo l’orrore giovedì sera a Vittoria, nel Ragusano. La Jeep guidata dal pregiudicato Rosario Greco ha travolto due cuginetti di 11 e 12 anni che si trovavano sul marciapiede davanti a casa. Uno dei due, Alessio D’Antonio, è morto, l’altro è in gravissime condizioni e ha perso le gambe. Il pirata della strada, una vecchia conoscenza di polizia e carabinieri, è stato arrestato poco dopo. Si era allontanato dalla scena con gli amici che erano in macchina con lui.
La tragedia si è consumata in un attimo in via IV Aprile. I due bambini sono stati letteralmente falciati: Alessio, 11 anni e una grande passione per i go-kart, è arrivato morto in ospedale. Il suo cuginetto è gravissimo: sotto i ferri per ore a Vittoria, poi il trasferimento con l’elisoccorso a Messina. «Il bambino è stato operato ma purtroppo non abbiamo potuto salvargli le gambe che sono state tranciate durante l’incidente. È ancora in pericolo di vita», spiegava ieri la direttrice della Terapia intensiva neonatale del Policlinico messinese, Eloisa Gitto. I due cugini, coetanei e inseparabili, sono figli di due fratelli operai. Giocavano sempre insieme con lo skateboard, come ricorda un vicino di casa ancora sotto choc. E frequentavano insieme la quinta elementare all’istituto «Portella della Ginestra». «È un dolore immane – dice la dirigente scolastica, Daniela Mercante —. Tutta la nostra comunità è in lacrime». In estate i due bambini frequentavano il Grest organizzato dalle parrocchie, le cui attività ieri sono state sospese per lutto.
A folle velocità
Rosario Greco,37 anni, ha imboccato un vicolo
tentando un sorpasso. Ma ha perso il controllo
«Sasà» Greco, 37 anni, ha una sfilza di precedenti. È figlio di un imprenditore locale già arrestato per mafia e destinatario nei mesi scorsi di un provvedimento di sequestro milionario. Con lui in macchina c’erano altre tre persone. Hanno raccontato tutto agli inquirenti, spiegando di essere scappati perché temevano di essere linciati. Tra loro c’era anche Angelo Ventura, pregiudicato rampollo di una famiglia ritenuta dagli inquirenti un potente clan della «Stidda», l’altra mafia siciliana. Gli amici del conducente sono stati denunciati per omissione di soccorso e favoreggiamento. Greco invece è accusato di omicidio stradale aggravato. Aveva abusato di alcol (lui ha parlato di una birra ma dai controlli è emerso un tasso alcolemico quattro volte superiore al previsto), e per sua stessa ammissione aveva assunto cocaina prima dell’incidente. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza visionate dalle forze dell’ordine mostrano l’auto compiere un sorpasso azzardato a folle velocità e poi perdere il controllo. I poliziotti hanno trovato nella vettura un manganello e una mazza da baseball: il «vizietto» delle armi non è una novità per Greco. Nel 2015 era stato arrestato insieme ad altre due persone: deteneva un fucile a pompa americano con puntatore laser, altre parti di armi e munizioni. L’Arma l’aveva arrestato anche l’anno scorso, quando era stato trovato alla guida della propria auto mentre era sorvegliato speciale con la patente revocata. «Dopo l’incidente e vedendo mio figlio a terra, cercavo un telefonino per chiamare il 118, l’ho strappato dalle mani di un uomo che non conoscevo, era l’assassino di mio figlio (prima che si allontanasse, ndr), ma io non lo sapevo», racconta devastata dal dolore la mamma di Alessio. «L’abbiamo visto piombare con l’auto e ce lo ha portato via. L’ho visto morire, non ho potuto fare nulla – aggiunge il papà —. Ora deve marcire in galera, non due-tre anni». Anche i politici locali chiedono «pene severe e certe»; intanto il paese ieri sera si è raccolto in una veglia per salutare Alessio e pregare per il suo cuginetto.