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 2019  luglio 13 Sabato calendario

Porsche fa rinascere la pista di Nardò

Dopo sette mesi di lavori e 35 milioni di euro investiti, Porsche ha riaperto il «Nardò technical center»: attuale evoluzione della storica pista circolare costruita da Fiat nel 1975 come centro prove e collaudo a Santa Chiara di Nardò, in provincia di Lecce.
Sull’anello di asfalto disegnato a ridosso del mare hanno viaggiato, nei decenni, i modelli di quasi tutti i costruttori di auto e camion. Una pista unica al mondo – 12,6 chilometri di circonferenza, quattro di diametro – che consente di testare veicoli in condizioni estreme, soprattutto per velocità e durata del test: Fiat la costruì per svolgere attività di ricerca & sviluppo, anche per conto terzi, su autovetture, camion e auto sportive. Test di mappatura termica, di durata, affidabilità. E ancora test di usura degli pneumatici, dinamici e di guida notturna. Nel 2012, l’impianto è stato acquisito da Porsche Engineering, società del Gruppo Porsche dedicata ai servizi ingegneristici per l’automotive.
Tra record e velocità neutra
Il circuito di Nardò ha scritto anche la storia dell’auto contribuendo a realizzare diversi record. È a Nardò che, nel 1979, per la prima volta un’auto supera i 400 km/h: è la Mercedes C111-IV, che tocca i 403,978 km/h. E ancora nel 1980, quando una Volkswagen Arvw stabilisce il record di velocità per un’auto diesel: 362,07 km/h. Molti altri ne seguirono.
L’anello esterno ha una carreggiata di 16 metri, che è suddivisa in quattro corsie con inclinazione variabile (tra il 4 e il 22,5%). Percorrendo ogni corsia alla velocità di progetto, non è necessario sterzare. I tecnici la chiamano “velocità neutra”: permette di guidare in curva come su un rettilineo. Nella corsia interna, per esempio, viaggiando tra 60 e 130 km/h è possibile girare in pista senza ruotare lo sterzo. Il range sale a 210-240 km/h per la corsia più esterna. 
Laboratorio per l’auto del futuro
L’obiettivo di Porsche è quello di far tornare il Centro Prove di Nardò un laboratorio di innovazione tecnologica per l’automotive, così come lo fu negli ultimi decenni del secolo scorso.«Abbiamo raggiunto un importante traguardo nello sviluppo strategico del Nardò technical center», ha spiegato Malte Radmann, amministratore delegato di Porsche Engineering. «Questo centro prove – ha aggiunto – è sempre stato unico nel suo genere, oggi più che mai è una pietra miliare della strategia di sviluppo di Porsche e dell’industria automotive».
Oggi a Nardò sono impiegate 150 persone. Con l’intervento di restauro appena concluso è stato riasfaltata la pista circolare ed è stato installato un speciale sistema guardrail, sviluppato da Porsche Engineering per test ad alte prestazioni. Completamente ristrutturata anche la pista dinamica auto, fatta da un rettilineo e 16 curve a pendenza variabile.
Dalla durata alle supercar
«Negli anni 80 – Spiega Mario Ricco, l’uomo che nel 1997, presso il centro ricerche Fiat di Modugno, inventò l’iniezione common rail per motori diesel e che oggi è direttore del Distretto meccatronico regionale pugliese – l’anello di Nardò era molto utilizzato per test di durata e affidabilità, non solo da Fiat. Poi, con l’avvento dell’elettronica di bordo, non fu più l’ideale per le prove di affidabilità, che invece dovevano essere fatte viaggiando su strada, per testare in condizioni reali la compatibilità elettromagnetica delle centraline».
I test diminuirono, la pista passò di mano, in parte fu dismessa, ma mai del tutto. Fino all’arrivo di Porsche nel 2012. «Le case di auto sportive come Lamborghini, Porsche, Ferrari e Daimler non hanno mai abbandonata del tutto Nardò, che ha continuato a essere strategico per testare l’affidabilità meccanica delle supercar. Per i tedeschi, poi, il sito offre anche un altro vantaggio: grazie alla sua posizione geografica, è possibile utilizzare la pista con l’asfalto in condizioni ottimali anche per 10 mesi all’anno, contro i 5-6 mesi di una pista come quella di Hockenheim, in Germania, dove l’inverno è più lungo e rigido e spesso l’asfalto è umido o peggio ghiacciato».
Secondo i dati resi noti da Porsche, oggi il Nardò technical center – 700 ettari di superficie, oltre 20 piste, attrezzature, officine – conta tra i suoi clienti 90 società del settore automotive.