Il Messaggero, 13 luglio 2019
Com’è stato girato il nuovo Re Leone
Spingere la tecnologia oltre i limiti: è l’ambiziosa missione che si è dato Jon Favreau quando ha messo mano a Il Re Leone. Il film Disney, fedele al cartoon originale del 1994 nella sostanza ma totalmente innovativo, sperimentale nella forma, è stato realizzato con la tecnica del photo real che mischia il cinema live action a immagini fotorealistiche generate dal computer.
Tutte le ambientazioni sono state realizzate all’interno di un motore grafico: tecnologie all’avanguardia, mai utilizzate prima e applicate alla realtà virtuale, hanno permesso al regista di camminare sul set virtuale, esplorare le diverse location e preparare così le singole inquadrature proprio come se si trovasse in Africa, accanto al tenero Simba. Secondo la produttrice Karen Gilchrist, Favreau «voleva catturare le cose che non si possono spiegare».
Il direttore della fotografia Caleb Deschanel ha potuto lavorare realmente sugli ingranaggi della macchina da presa e utilizzare un dolly, il braccio che porta in alto l’obiettivo, regalando al film quel tocco personale che solo un essere umano è in grado di fornire. Una volta creato il film all’interno della realtà virtuale, Favreau ha diretto le riprese durante il processo di animazione. Si tratta di live action o animazione? «Difficile da spiegare», risponde il regista, «di sicuro abbiamo reinventato il medium cinematografico».