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 2019  luglio 12 Venerdì calendario

Gli 85 anni di Giorgio Armani

Anche Giorgio Armani, come tutte le persone famose, deve di anno in anno rispondere della sua età anagrafica, sin dal momento in cui si superano i quattro decenni: una barba, purtroppo inevitabile. Ma questa volta gli 85 anni di Giorgio Armani sono una medaglia al valore, una laurea al talento, una certezza di inesauribile bravura: una speranza per sempre. Perché è proprio l’età ad assicurare che lui, e tanti altri anziani, sono gli ultimi eroi di un mondo di eccellenza, di impegno, di creatività, che onora l’Italia: soprattutto adesso che questo Paese appare disabitato da italiani che tutto il mondo dovrebbe ammirare; e troppo abitato da persone che invece il mondo deplora, cominciando dai nostri uomini di potere che se son messi sulla copertina di un giornale straniero, mettiamo il francese Nouvel observateur, sono presentati con un titolo orrificato: mentre non ancora cinquantenne, Giorgio Armani, con la sua bellissima faccia, arrivò sull’americano Time nel 1982, il primo stilista dopo Dior e il primo italiano dopo Pirandello. E adesso, nel breve filmato con cui Milano e Cortina hanno partecipato alla gara, vinta, per ottenere le Olimpiadi, tra le meraviglie dei due luoghi, montagne e grattacieli e ogni simbolo possibile, appare lui, Giorgio Armani in passerella tra le modelle ingentilite dalle sue creazioni.
Armani veste una idea del mondo femminile e maschile dal 1975, cioè da 44 anni: lavora ininterrottamente, anche in vacanza, nelle sue tante case, nelle sue immense barche: è ricco, molto ricco, partendo da una famiglia modesta, e lo è diventato per la genialità, la passione, il rischio. La bravura, la visione, l’apprendistato. Più che la fortuna, lo ha aiutato il suo tempo. Forse oggi la ricchezza la si pretende senza faticare, per aver postato le proprie scarpe o il proprio sedere. La fortuna di Armani e per lui anche nostra è di essere stato giovane quando tutto pareva giovane e possibile: dai tre locali di Corso Venezia, due spiantati, lui e il socio Sergio Galeotti più una segretaria, a un impero tutt’oggi saldo: ancora tutto suo, senza banche o multinazionali, e lui a non cedere nulla, a sovraintendere a tutto, ogni settore creativo e commerciale, mai stanco, un po’ di palestra giornaliera e cibo scarso.
La sua celebrità era nata per aver intuito che le donne degli anni ’80 erano impazienti di far carriera senza diventare ometti o omoni. Lui ha inventato un nuovo modo di vestire per loro, elegante e lussuoso, femminile e difensivo. Oggi quella donna non c’è più, o per lo meno se c’è si nasconde: a meno che sia in età e sappia difendere il suo potere e la sua estetica accattivante. Le donne che imperano oggi, o per lo meno quelle che vediamo per esempio ridere senza tregua in televisione, sono poppute, malvestite e troppo rifatte. Non a loro si rivolge l’arte inarrestabile di Armani e per esempio con le sue collezioni d’alta moda lucenti, ispirate ai grandi lussi anni ’40 che rendevano più belle e intoccabili le signore, veste grandi dive di fascino sommesso e intelligente, e irraggiungibili dame invisibili in ricevimenti da cui si esclude ogni promiscuità con il mezzacalzeggio di chi pretende notorietà. Anche Armani appartiene all’invisibile: è tra le dieci persone più famose al mondo, come è famosa la sua immagine, gli occhi azzurri nel viso abbronzato e sorridente, i corti capelli bianchi, ad ogni foto il lieve passare degli anni: i suoi marchi, il suo museo, le sue tante biografie, i suoi negozi, e ancora le cosiddette celebrity di un piccolo mondo altero a lottare per un posto in prima fila alle sue sfilate: per gli inviti alle crociere sui suoi yacht o in una delle sue case di severa magnificenza. Eppure lui è sconosciuto, come è giusto che siano le persone che davvero contano. Ha attraversato in silenzio gli anni del terrorismo, non ha parlato quando l’Aids ha ucciso il prezioso Sergio e suoi manager. Non ha reagito quando nella moda sono nate altre stelle, altre immagini, per altri desideri e altre vite. Ha sempre taciuto le sue inclinazioni politiche. Le sue storie d’amore non le conosce nessuno.